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Autore Paolo Conte

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Roberto Benigni: Paese

Roberto Benigni: Paese
Uhmm...d'accordo sul “politicamente scorretto”, di cui, ne' suoi oramai lontani inizi, Roberto Benigni è stato alfiere; poi s'è dato ai buoni sentimenti, alle bibbie, a Dante Alighieri (che, peraltro, politicamente corretto non lo era proprio per niente), a' Pinocchi e, mi sia permesso d'aggiungere, anche a quel pesce lesso della su' moglie...meglio quando gli piaceva la moglie di Paolo Conte...



...però, in tutta questa tua attuale orgia di “frocci” e di politically uncorrect, non capisco tutto questo tuo attentare alla virilità di Napoleone Bonaparte. D'accordo, Napoleone sembra fosse un tambocchiolino di un metro e sessanta, bruttino, grassoccio e -ovviamente- parecchio “migliorato” nell'iconografia ufficiale; succede quando si diventa Imperatore, invece che impiegato alle poste o vuotacessi alle ferrovie. Però la realtà storica ci dice tutt'altro; si circondò, anzi, sempre di belle... (continua)
Riccardo Venturi 13/11/2021 - 10:21
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Tripoli 1969

Tripoli 1969
Testo di Miki Del Prete e Vito Pallavicini. La musica, scritta da Paolo Conte e da Michele Virano, anche per mezzo di un magistrale e divertito impiego degli ottoni (l'arrangiamento è dell'orchestra di Giancarlo Trombetti), rifà genialmente il verso al celebre inno guerresco A Tripoli («Tripoli bel suol d'amore»), cantato da Gea della Garisenda nel 1911. Il 1969 è l'anno della conquista del potere da parte di Gheddafi – preludio all'espulsione degli ultimi colòni italiani dalla Libia l'anno successivo. Ma qui – il brano è stato registrato nel 1968, presentato a Canzonissima – «Tripoli» è parola priva di particolare significato; viene forse alla mente per associazione con «caldo», «battaglie». E l'uomo di cui si parla, che «va a vivere di più», è probabilmente diretto incontro a un'altra donna piuttosto che alla guerra.

Lato A del 45 giri Tripoli 1969 / Lasciatemi amare chi voglio (ARC, 1969); poi nell'album Concerto per Patty (ARC, 1969).
In casa io e lui
(continua)
inviata da L.L. 19/10/2020 - 13:55
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Il ragazzo della via Gluck

Il ragazzo della via Gluck
[1966]
Parole di Luciano Beretta e Miki Del Prete
Musica di Adriano Celentano e Detto Mariano
Singolo che sul lato B recava la canzone “Chi era lui” di Mogol, Miki Del Prete e Paolo Conte. Poi nell’album “La festa” e nel successivo “Il ragazzo della via Gluck”
Canzone di grandissimo successo, nonostante fosse stata eliminata al primo turno al Festival di Sanremo di quell’anno.

Certamente una canzone d’emigrazione o, quanto meno, di forzato abbandono dei luoghi natali, nonchè inerente il percorso sulla “Guerra alla Terra”. Uno dei brani più rappresentativi della cosiddetta “linea verde” di attenzione ecologista percorsa da diversi artisti negli anni 60 e 70.

Celentano “è stato anche un vero e proprio anticipatore dei temi dell'ecologia e dell'ambiente, in quegli anni '60 nei quali il progresso si misurava in numero di impianti siderurgici (magari costruiti in luoghi altrimenti splendidi... (continua)
Questa è la storia
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/3/2015 - 18:37
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Befragung eines Kriegsdienstverweigerers

Befragung eines Kriegsdienstverweigerers
Franz Josef Degenhardt era nato il 3 dicembre 1931 a Schwelm, in Westfalia; è morto il 14 novembre scorso a Quickborn, nello Schleswig-Holstein, dove abitava. Curioso il fatto che il nome della località dove è morto suoni in inglese come "nato velocemente". Le famose ironie del destino. Degenhardt apparteneva ad una categoria assai presente nel cantautorato europeo: quella degli uomini di legge (si pensi ad esempio a Paolo Conte e allo svizzero Mani Matter). Era infatti un avvocato penalista di professione, e non dei minori. In Germania era particolarmente noto per avere difeso, nel 1972/73, alcuni membri della banda Baader-Meinhof che poi furono "suicidati" nel 1977 nel tristemente noto carcere di Stammheim, dopo la vicenda del rapimento e dell'uccisione del presidente della Confindustria tedesca occidentale, l'ex nazista Hanns-Martin Schleyer. Cantautore per passione e per tensione ideale... (continua)
Riccardo Venturi 16/11/2011 - 11:22
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Naufragio a Milano

Naufragio a Milano
[1975]
Testo e musica di Paolo Conte
Lyrics and music by Paolo Conte
Album: Paolo Conte vol. 2

Mettiamo che, ovviamente, conosciate Paolo Conte. Come non conoscerlo, Paolo Conte? È uno dei più noti autori e cantautori italiani, in Francia lo idolatrano, in America lo adorano. L'attempato avvocato di Asti che, come tutti gli avvocati di questo mondo, ama la musica e particolarmente il jazz (io il jazz lo detesto, e anche per questo non ho mai fatto l'avvocato); quello che ha scritto Azzurro, Via con me, che ha la moglie che piace a Roberto Benigni, che disegna personalmente finanche i bozzetti di Razmataz, che ama le Topolino amaranto, che finisce persino nei fumetti di Cavezzali assieme a Guccini, Dalla e De Gregori (accadde nel mitico 1979, l'anno dei concerti di De André, l'anno degli stadi pieni), che fa il gran maestro del Palio di Asti. Paolo Conte è tutto questo: spiaceva, e molto,... (continua)
Integrazione, parola amara
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 10/4/2009 - 05:15




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