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Autore Max Roach

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Were You There When They Crucified My Lord

anonimo
Were You There When They Crucified My Lord
[19° secolo]
Uno degli spiritual, gli inni religiosi degli schiavi afro americani, più famosi
Il testo fu trascritto per la prima volta in “Old Plantation Hymns”, raccolta realizzata e pubblicata nel 1899 da William Eleazar Barton (1861-1931), ministro della Chiesa congregazionalista (protestante, tra puritanesimo e calvinismo)
Testo trovato su en.wikipedia

Negli anni 60 e 70 del 900 “Were You There When They Crucified My Lord” divenne un inno del movimento per i diritti civili. Molti artisti afroamericani e non vi si sono cimentati, a partire dalla splendida versione di Max Roach del 1971 (in “Max Roach With The J.C. White Singers ‎– Lift Every Voice and Sing”), dedicata nel sottotitolo a “Malcolm, Martin, Medgar And Many More”, Malcolm X, Martin Luther King, Medgar Evers e tutti gli altri neri che hanno dato la vita per la loro gente.
Were you there when they crucified my Lord? (Were you there?)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/2/2017 - 18:42
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African Lady

African Lady
[1960]
Versi di Langston Hughes
Musica di Randy Weston (1926-), uno dei più grandi pianisti e compositori jazz di tutti i tempi.
Nell’album intitolato “Uhuru Afrika (Freedom Africa)”, pubblicato nel 1961, dove Weston fu affiancato da alcuni mostri sacri dell’epoca come - ne cito solo alcuni - Freddie Hubbard, Yusef Abdul Lateef, Clark Terry, Jerome Richardson, Ron Carter, Max Roach, Candido Camero, Babatunde Olatunji.
Rilevante inoltre il fatto che gli arrangiamenti dell’album furono opera di Melba Liston, compositrice e trombonista (!), la prima donna (e una delle poche) a suonare in una big band.
Testo trovato su Bentari Project Blog

Uhuru, Freedom, Libertà... Inutile dire che l’album fu bandito nel Sudafrica dell’Apartheid...
La dedica: “to our mothers, our sisters, those African women who were always in the background, who always supported us, you see.”
Sunrise at dawn,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/7/2016 - 20:21
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Triptych: Prayer-Protest-Peace

Triptych: Prayer-Protest-Peace


"We Insist! Freedom Now", al quale parteciparono musicisti del calibro di Abbey Lincoln, Coleman Hawkins e Olatunji, è un disco seminale, colonna sonora del movimento per i diritti civili degli afro-americani che nel 1960 era nel periodo di massimo fulgore:

"[...] Nel 1960 Roach compose e incise per la Candid 'We Insist! Freedom Now Suite', un lavoro basato sui testi del poeta e cantante Oscar Brown, Jr e scritto in occasione del centenario della "proclamazione di emancipazione" di Abraham Lincoln. Un'operazione così esplicita, per l'epoca (anche per quanto riguarda la copertina del disco, veramente provocatoria), contribuì all'inserimento di Roach nella 'lista nera' dell'industria discografica americana nella seconda metà degli anni Sessanta, e lo costrinse a diradare la sua presenza in studio d'incisione. [...]"
(La citazione in questa introduzione è tratta da it.wikipedia).


We Insist!... (continua)
Prayer For Peace
(continua)
inviata da DoNQuijote82 24/6/2013 - 20:58
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Tears for Johannesburg

Tears for Johannesburg


"We Insist! Freedom Now", al quale parteciparono musicisti del calibro di Abbey Lincoln, Coleman Hawkins e Olatunji, è un disco seminale, colonna sonora del movimento per i diritti civili degli afro-americani che nel 1960 era nel periodo di massimo fulgore:

"[...] Nel 1960 Roach compose e incise per la Candid 'We Insist! Freedom Now Suite', un lavoro basato sui testi del poeta e cantante Oscar Brown, Jr e scritto in occasione del centenario della "proclamazione di emancipazione" di Abraham Lincoln. Un'operazione così esplicita, per l'epoca (anche per quanto riguarda la copertina del disco, veramente provocatoria), contribuì all'inserimento di Roach nella 'lista nera' dell'industria discografica americana nella seconda metà degli anni Sessanta, e lo costrinse a diradare la sua presenza in studio d'incisione. [...]"
(La citazione in questa introduzione è tratta da it.wikipedia).


We Insist!... (continua)
Even while we sleep, we will find you
(continua)
inviata da DoNQuijote82 24/6/2013 - 20:54
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Lift Every Voice and Sing

Lift Every Voice and Sing
‎[1900]‎
Parole di James Weldon Johnson
Musica di John Rosamond Johnson

James Weldon Johnson è stata una delle figure centrali della cultura afro-americana negli anni a ‎cavallo tra 800 e 900. Poeta, scrittore, avvocato, attivista per i diritti civili, presidente della National ‎Association for the Advancement of Colored People (NAACP), primo nero ad insegnare alla New ‎York University, James Weldon Johnson scrisse nel 1900 questa poesia che venne subito ‎universalmente riconosciuta come “The Black National Anthem”, l’inno nazionale degli afro-‎americani negli USA.‎
Nel 1939 la scultrice Augusta Savage, esponente del movimento dell’Harlem Renaissance, dedicò ‎alla canzone una delle sue opere più famose, un gruppo bronzeo alto 6 metri. Purtroppo la scultura ‎non venne mai fusa ed il calco venne in seguito distrutto.‎

Ho attribuito il brano all’autore del testo – che peraltro fu anche... (continua)
Lift every voice and sing,‎
(continua)
inviata da Bartleby 15/9/2011 - 10:32
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I Don't Want No Jim Crow Coffee

I Don't Want No Jim Crow Coffee
Dimenticavo, a proposito del "Greensboro Sit-in"... ho finalmente capito il significato della copertina dell'album di Max Roach "We Insist! - Freedom Now Suite"...
Alessandro 24/3/2010 - 22:53
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All Africa

All Africa


"We Insist! Freedom Now", al quale parteciparono musicisti del calibro di Abbey Lincoln, Coleman Hawkins e Olatunji, è un disco seminale, colonna sonora del movimento per i diritti civili degli afro-americani che nel 1960 era nel periodo di massimo fulgore:

"[...] Nel 1960 Roach compose e incise per la Candid 'We Insist! Freedom Now Suite', un lavoro basato sui testi del poeta e cantante Oscar Brown, Jr e scritto in occasione del centenario della "proclamazione di emancipazione" di Abraham Lincoln. Un'operazione così esplicita, per l'epoca (anche per quanto riguarda la copertina del disco, veramente provocatoria), contribuì all'inserimento di Roach nella 'lista nera' dell'industria discografica americana nella seconda metà degli anni Sessanta, e lo costrinse a diradare la sua presenza in studio d'incisione. [...]"
(La citazione in questa introduzione è tratta da it.wikipedia).


We Insist!... (continua)
The beat has a rich and magnificent history,
(continua)
inviata da C. Viadel 22/1/2008 - 15:20




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