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Autore Fotheringay

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Dormi, bambino mio

Dormi, bambino mio
1974

L’album è caratterizzato dalla presenza del bassista Pat Donaldson (già nei Fotheringay nel 1970 con Sandy Denny, e nell'album di Richard Thompson, "Henry The Human Fly"), di Gianni Mazza (maestro orchestrante negli anni ’80 al fianco di Renzo Arbore), dello stesso Grossman (chitarre e pedal steel), di Roberto Satti (chitarra nei brani 7 e 9). L’album, comunque, non viene promosso in maniera particolare dalla RCA. Merita senz'altro un ascolto per l'intensità della scrittura, la capacità di coniugare brillantemente l'attenzione per le tematiche tipiche della canzone d'autore italiana, con atmosfere crude e allo stesso tempo intrise di romanticismo, con un suono essenziale immune da banalità e il cantato che attira l'attenzione su angosce e illusioni private, maturando legittime velleità autoriali. Gli arrangiamenti sono molto raffinati: sembrano soffiare nel cuore una irruenta vitalità.

dalla recensione di Gaetano Simarco
Dormi, bambino mio, nel tuo lettino
(continua)
inviata da Alberto Scotti 25/10/2020 - 17:39
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Fotheringay

Fotheringay
‎[1969]‎
Parole e musica di Sandy Denny
Uno dei primi singoli dei Fairport Convention, poi nel loro secondo disco intitolata “What ‎We Did on Our Holidays”. Fotheringay fu poi anche il nome scelto da Sandy Denny e ‎Trevor Lucas per il loro progetto musicale, di brevissima durata, alternativo e parallelo ai F. C. ‎

‎“Fotheringay”, ovvero, talora anche i potenti piangono, condannati a vite di merda concluse con ‎decenni di prigione e la morte.‎

Fu il caso di Mary, Queen of Scots (da noi, “Maria Stuarda”), regina a soli nove mesi di vita, ‎scampata alle guerre anglo-scozzesi trovando riparo presso la corte francese di Caterina De’ Medici, ‎tornata in Scozia per essere travolta dal contrasto cruento tra cattolicesimo – di cui divenne, molto ‎suo malgrado, simbolo – e protestantesimo, donna passionale e dalla vita privata complessa, ‎sovrana tollerante e un po’ ingenua che si fece mettere... (continua)
How often she has gazed from castle windows o'er,
(continua)
inviata da Bernart 31/7/2013 - 09:57
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Bring ‘Em Down

Bring ‘Em Down
[1973]
Scritta da Trevor Lucas (1943-1989), membro dei Fairport Convention tra il 1972 ed il 1975, fondatore dei Fotheringay e compagno di Sandy Denny fino alla prematura e tragica morte di lei nel 1978.

Nell’album “Nine” del 1973. In seguito nelle raccolte “Meet on the Ledge: The Classic Years (1967-1975)” e “What We Did on Our Holidays - An Introduction to Fairport Convention” e nel disco dal vivo “Fairport - Live Convention”.

“Maledetti siate voi, guerrafondai, che abbiate il fucile o la penna in mano. La brama di potere o di vittoria o di guadagno, castelli costruiti sulla sabbia. Voi avete sempre una buona ragione per prendervi più di quello che vi occorre. I vostri cuori sono pieni di odio e i vostri pensieri colmi di avidità... L’eredità che lasciate sicuramente distruggerà la vostra progenie... Chi sopravviverà sono coloro che seminano nella terra fertile, coloro che nè oggi nè mai soccomberanno...”

Bellissima! E più CCG/AWS di così....!
Time stood dark and silent and the stars they gave no light
(continua)
inviata da Bernart 30/7/2013 - 22:23
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The Wild Colonial Boy

Versione dei Fotheringaydalla BBC Session del 1970.
The Wild Colonial Boy
Testo trovato su English Folk Music
BOLD JACK DONOHUE
(continua)
inviata da Bartleby 2/11/2010 - 15:14
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Banks of the Nile

anonimo
Banks of the Nile
[Traditional, 19th Century]
[Tradizionale, XIX secolo]
Incisioni/Recordings:
a) Fotheringay, with/con Sandy Denny, 1970
b) Sidney Richards, "A Soldier's Life For Me" (Folksongs of Britain, vol. 8)
Ewan McColl, DT #442
c) Heather Wood

Una canzone nata per una guerra relativamente recente, ma che riprende un tema antichissimo nelle canzoni popolari britanniche e di ogni paese: la ragazza che, per seguire il suo innamorato che va alla guerra, si traveste da uomo e si arruola anch'essa come soldato. Un ballad commonplace che si ritrova in decine di ballate e folksongs.

La guerra in questione è la spedizione colonialista britannica del 1882, che portò alla conquista dell'Egitto e al "protettorato" (una forma, se si vuole, ancora più ipocrita e subdola di colonialismo). Che cosa venisse detto ai soldati, lo si vede anche dai testi di questa ballata (versione B): venivano mandati a combattere... (continua)
Oh hark! the drums do beat, my love, no longer can we stay.
(continua)
inviata da Alessandro 19/9/2009 - 22:16




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