[1982]
Composto da Véronique Chalot
Voce / Voice / Voix: Véronique Chalot
Album: À l'entrée du temps clair
Materiali Sonori
Il canto moresco: marinai, contadini andalusi e gitani alle origini del Flamenco
Il canto che qui si presenta, vale a dire il Chant mauresque registrato da Véronique Chalot nel 1982 e inserito nell'album À l'entrée du temps clair, è una delle rare testimonianze di tale tipo di canto inciso in tempi moderni. In realtà non si tratta di una composizione tradizionale: fu composto direttamente (e interpretato) da Véronique Chalot sulla base di stili di canto moresco tradizionale, ma con una moderna commistione di strumenti musicali; Véronique Chalot vi inserisce ad un certo punto anche una ghironda, che dal punto di vista strettamente storico è un'autentica aberrazione in un canto moresco. Il canto moresco vero e proprio, ad ogni modo, non prevedeva alcun tipo... (continua)
Sirventese di Bernart de Ventadorn (1130? - 1190?)
La notazione musicale è originale.
Interpretazione di Véronique Chalot e dell'Ensemble Volubilis.
Mettiamola così: per i dieci anni del sito mi sono messo in testa una specie di "mesata di celebrazioni", però fatta a modo mio. Senza pagine speciali, ma disseminando nel sito varie cose e dedicandole a chi si sbatte ogni giorno, da anni e anni, senza nulla chiedere e tutto dando. Tra questi, Alessandro, al quale va questa meraviglia (altri termini non ne potrei trovare). Alessandro è il nome reale, ma da anni lo si vede qui con vari pseudonimi, o "nicknames": cambiarli sembra essere una sua specialità. E' stato, ad esempio, "Bartleby"; ora è "Dead End". Nonostante tutti questi appellativi anglosassoni, Alessandro è un occitano nell'animo, oltre che di origine; e, allora, per l'omaggio (ed il ringraziamento) non si può che ricorrere a Bernart... (continua)
E come a suo tempo cambiai nickname in Bartleby per ringraziare Gian Piero Testa di avermi fatto conoscere il personaggio di Melville (che tanto mi rassomiglia), così da questo momento lo cambio in "Bernart" per ringraziare te, Riccardo.
Non sono un trobador, ma occitano sì.
E poi, a detta dei miei pochissimi ma carissimi amici, sono un gran "orso", ed il germanico Bernhard vuol proprio dire "orso forte", sicchè senza volerlo ci hai preso proprio al 100%!
Abbiamo l' "-ardo" in comune da oggi allora; solo che io dovrei essere "reich-hart", cioè "ricco e forte". Forte può anche darsi, almeno fino a certi miei accidenti di salute portavo giù i cristiani di peso dai quarti piani; ma ricco, ohimè...
Pensavo che avrei trovato una versione italiana d'arte di un componimento di Bernat de Ventadorn; ricerca inutile. Così mi ci son dovuto mettere da solo, e di buzzo buono perché il provenzale antico, specie nella poesia cortese, è uno dei linguaggi più oscuri e difficili del mondo (il trobar clus lo hanno inventato loro, del resto). Ne è venuto fuori, chiaramente, un troiaio per il quale Bernart mi dannerà per l'eternità; ciononostante, spero almeno che ci si capisca qualcosa. [RV]
Salvato dalle parole che ella potrà leggere... E' successo diverse volte anche a me, destino degli "orsi", per quanto "forti"...
Bellissima.
Ancora grazie (che anche se sono occitano, l'occitano non l'ho mai frequentato molto).
Ripeto: ci ho vista molta modernità in questa cosa. Il principio fondamentale della "rete": affidare le proprie parole al vento sperando che, prima o poi, intercettino qualcuno. Sfido chiunque di noi, "orsi" o meno, a non aver pensato almeno una volta una cosa del genere. Tutto sommato è quel che continuo a volte a sperare anche'io, senza però alcuna forzatura (tipo Facebook, per intenderci). In senso più lato, siamo tutti debitori agli antichi poeti cortesi; da qualunque lato la vogliamo mettere. Ora però ti faccio un altro regalo, seppure un po' "narcisista"; ma, del resto, il narcisismo è una mia componente che non ho mai negato (cerco di stemperarlo non abusandone, e esercitando anche la piena coscienza dei miei enormi limiti; ma rifiutando del tutto l'ipocrisia della falsa modestia).
Molti anni fa ho avuto, come dire, un periodo da "trovator cortese". Avevo sì e no ventidue o ventitré... (continua)
Canti tradizionali italiano e francese
Chanson traditionnelles (italienne et française)
a. Donna Lombarda:
da Canti di Maremma e d'anarchia
CD allegato alla rivista Avvenimenti, 1997
b. L'empoisonneuse
dall'album J'ai vu le loup, 1979
Avveleniamoli!
di Riccardo Venturi
L'idea di questo strano (e pericoloso) "Extra" mi è venuta, stasera, ascoltando il premier italiano Monti e quello francese Hollande che, per l'ennesima volta, parlavano dell'"ineluttabilità" di costruire il TAV Torino-Lione. Sentendoli, mi è presa voglia di avvelenarli, tutti e due, affinché crepassero opportunamente e tra atroci tormenti. Come forse non molti sanno, sono un appassionato e anche un relativo esperto di piante velenose (nel senso che, volendo, sarei capacissimo di spedirvi al creatore con qualche fogliolina o una bacca di certe piantine che conosco...); l'immagine del banchiere/economista italiano... (continua)
Composto da Véronique Chalot
Voce / Voice / Voix: Véronique Chalot
Album: À l'entrée du temps clair
Materiali Sonori
Il canto moresco: marinai, contadini andalusi e gitani alle origini del Flamenco
Il canto che qui si presenta, vale a dire il Chant mauresque registrato da Véronique Chalot nel 1982 e inserito nell'album À l'entrée du temps clair, è una delle rare testimonianze di tale tipo di canto inciso in tempi moderni. In realtà non si tratta di una composizione tradizionale: fu composto direttamente (e interpretato) da Véronique Chalot sulla base di stili di canto moresco tradizionale, ma con una moderna commistione di strumenti musicali; Véronique Chalot vi inserisce ad un certo punto anche una ghironda, che dal punto di vista strettamente storico è un'autentica aberrazione in un canto moresco. Il canto moresco vero e proprio, ad ogni modo, non prevedeva alcun tipo... (continua)