Un brano parlato, una riflessione sulle caratteristiche della guerra e sulle cause che la rendono possibile.

PS. Scusate vi sto inviando cose non eccelse. Per me è un piacere trasmettervele, ma voi sentitevi liberi di non pubblicare quelle particolarmente brutte :)

Un piccolo brano in stile anomalo dedicato ai tanti, giovani e meno giovani, per cui un posto precario e sottopagato è il massimo a cui possono aspirare, un sogno che sperano possa avverarsi.

Una ballata che cerca di raccontare scene, suoni, odori e azioni tipiche di ogni guerra. E che pone una domanda: "quand'è che finirà, quand'è che l'uomo capirà?"

Il lavoro agricolo, anche in Italia, presenta situazioni che hanno i connotati della schiavitù. In particolare per quanto riguarda i lavoratori provenienti da paesi africani. A loro è dedicata questa piccola ballata.

Una ballata molto semplice dedicata a chi per le più svariate ragioni si trova a vivere sulla strada.

Ipertecnologica, chirurgica, intelligente: aggettivi che vengono spesso associati alla parola "guerra" per renderla più accettabile a chi la osserva da lontano, senza subirla. In realtà la guerra è mostruosa, stupida, inutile, bestiale, primitiva. È una partita in cui tutti i giocatori perdono.

Un brano dedicato a chi fugge dalla disperazione e si sottopone a fatiche e sofferenze terribili per cercare la possibilità di continuare a vivere.