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Autore Peppino Marotto

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Tancas serradas a muru

Tancas serradas a muru
[dopo il 1820]
Versi di Melchiorre Murenu (1803-1854), detto “L’Omero del Màrghine” (dal nome della zona di Macomer), povero, analfabeta e reso cieco dal vaiolo, eppure un grandissimo poeta, ucciso vigliaccamente nel 1854, in circostanze mai chiarite, nella sua nativa Macomer. (Una morte che ricorda quella recente di un altro poeta sardo, Peppino Marotto di Orgosolo.)
Interpretata dal “Coro del Supramonte di Orgosolo” e anche dal gruppo Cordas et Cannas.

Il 6 ottobre 1820 venne emanato il cosiddetto "Regio Editto sovra le chiudende e i terreni comuni" col quale si autorizzavano comuni e privati a recintare terreni di loro proprietà non soggetti a servitù di pascolo (ma anche quelli soggetti, previa comunicazione ai consigli delle comunità), di passaggio, di fontana o di abbeveratoio. L'Editto venne emesso ancor prima che si potessero riconoscere e quindi delimitare i confini di ciascuna... (continua)
Tancas serradas a muru
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/6/2014 - 14:37
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L'hana mortu cantande

L'hana mortu cantande
[1961]
Versi del poeta sardo Pietro Mura, scoperto dal sottoscritto grazie ad un intervento chiarificatore di Vikmakie, che ringrazio.
Con questa poesia Pietro Mura vinse il primo premio (f. c.) al concorso “Città di Ozieri”.
Musica di Piero Marras.
Nell’album di Piero Marras intitolato “Abbardente” pubblicato nel 1985.

Trovo il brano anche nel repertorio del coro “Su Nugoresu”, dove però la musica è attribuita a Tonino Puddu, il suo direttore artistico. Si tratta probabilmente di una differente armonizzazione per coro maschile...

Una poesia contro l’odio che uccide la bellezza... Versi che - se non fossero stati composti nel 1961, probabilmente per una delle tante vittime innocenti delle faide isolane - potrebbero benissimo essere dedicati al cileno Víctor Jara o all’orgosolese Peppino Marotto, entrambi uccisi “chin sa cantone in bucca”...
L'hana mortu cantande
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/6/2014 - 21:45
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Saludu a sos emigrados sardos

Saludu a sos emigrados sardos
‎[1981]‎
Dal 33 giri intitolato “La Sardegna. Canti e musica dei pastori”, etichetta Arion.‎
Testo trovato su Il Deposito come ‎trascritto da tal Brabudu.‎

Peppino Marotto (1925-2007) è stato un cantante, poeta e sindacalista di Orgosolo.‎
Il 29 dicembre 2007 è stato ucciso a colpi di pistola nel centro della sua città.‎
Aveva 82 anni.‎
Assassino e movente sono ad oggi ancora sconosciuti.‎
Ca che sezis lontanu dae sa terra nadia
(continua)
inviata da Dead End 30/8/2012 - 14:15
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Unu poeta

Unu poeta
[2007]
Interpretata anche dagli Askra
Canzone inedita scritta in morte di Peppino Marotto, orgoglioso orgolese, poeta, comunista, sindacalista, apprezzata “sa boghe” del canto a tenore, assassinato vigliaccamente nella sua Orgosolo il 29 dicembre del 2007.
Movente ed autore di questo efferato omicidio (sei colpi alla schiena, in pieno giorno) rimangono ad oggi sconosciuti.



“Peppino Marotto, poeta.
Quando muore un poeta, una porzione di sapere muore con lui.
E' una regola che vale senza limiti geografici o temporali, è una norma che và da sé.
In Sardegna questa regola ha però un valore doppio, vuoi per la mancanza di eroi, se non occasionali, che popolano la nostra storia antica e recente, vuoi per l'assoluta e secolare contrapposizione che ci ha visto disprezzare ciò che proviene dal nostro seno materno.
Come spiegare quindi, se non come l'inspiegabile, l'uccisione con dei colpi... (continua)
Est grae su kelu
(continua)
inviata da Bartleby 24/3/2011 - 11:03
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Pratobello

Pratobello
SA LOTTA DE PRATOBELLO
di Peppino Marotto

Da: G. Pintore, Sardegna, Regione o colonia?, Mazzotta editore, Milano, 1974, pagg. 154-157. Riprodotti da questa pagina

Canto a binti de maju sun torrados
Sos pastores in su sesantanoe
Tristos, né untos e nen tepenados.

Su vinti’e santandria proe proe
Fini partidos cun sa roba anzande
Da sa montagna, passende in Locoe;
càrrigos e infustos viaggende
cun anzones in manu a fedu infatti,
su tazzu arressu muttinde e truvande;

avvilidos, pessende a su riccattu
impostu da su mere ‘e sa pastura:
mettade ‘e fruttu e piùsu in cuntrattu.
Est obbligu emigrare in pianura
Pro salvare su magru capitale
Da sos frittos iverros de s’altura.

Tùndene e murghen pro su principale,
ma da su mere e da sa mal’annada
si ristabìlin in su comunale,
ca sa paga ‘e s’affittu est moderada
e poden liberamente pascolare
sen’agattare muros in filada.

Ma in... (continua)
CCG/AWS Staff 28/2/2009 - 12:50




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