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Hova száll a szürke varjú

anonyme
Hova száll a szürke varjú

Questa bella canzone contro la guerra sembra...non avere pace. Rimasta a lungo senza alcuna traduzione e di attribuzione anonima, è stata poi per errore attribuita a Péter Gerendás e infine, grazie alle ulteriori precisazioni dell'amica Laura (oramai da tempo la nostra referente per la sezione ungherese, ed alla quale dobbiamo anche un'ottima traduzione italiana) siamo in grado di situarla un po' meglio. Si tratta infatti di una canzone ("mozgalmi") del movimento operaio ungherese. Sui suoi punti di contatto con Dove vola l'avvoltoio sono in corso ricerche sia da parte nostra che di Laura.[RV]
Hova száll a szürke varjú,
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 27/3/2005 - 15:13
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Bella Ciao

anonyme
Bella Ciao
12. Bella Ciao (Versione ungherese)
12. Bella Ciao (Hungarian version)

La Versione ungherese di "Bella Ciao" cantata tradizionalmente. E' ripresa da questa pagina.
The version of "Bella Ciao" traditionally sung in Hungary. It it reproduced from this page



Non è stato semplice reperire notizie sull'origine di questa versione ungherese. Secondo questa fonte:

“Több magyar fordítása is van, a legismertebbet - amit mi is énekelünk az előadásban - többek között a Gyermekvasút (régebbi nevén Úttörővasút) fiatal vasutasai által énekelt dalok közé tartozik, amit a vasutasképzés során elsajátítanak. Erről Hudetznét játszó Anikó mesélt, aki gyerekkorában úttörővasutas volt.”

“Esistono anche diverse traduzioni ungheresi, la più nota delle quali -che cantiamo anche nello spettacolo [si tratta della pagina dedicata allo spettacolo A végítélet napja di Ödön von Horváth messo in scena dal Föld Színház,... (continuer)
Eljött a hajnal, elébe mentem,
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 27/3/2005 - 15:10
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Régi dal

Régi dal
[1992]
Testo e musica di Zsuzsa Koncz
Szavak és zene: Koncz Zsuzsa

Una bella e commovente canzone della cantautrice ungherese. Un vecchio album di foto, un bambino e una bambina sorridenti alla vita; ma ancora non sanno che cosa li aspetta. Due guerre, e una vita durissima: sono i nonni dell'autrice. La quale si domanda che cosa ne sarà di sé, e se qualcuno, un giorno, magari, guarderà un vecchio album pensando le stesse cose...[RV]
Egy régi kép: egy kisgyerek,
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 27/3/2005 - 15:06
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I'd Like To Teach The World To Sing

I'd Like To Teach The World To Sing
I'd like to teach the world to sing
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 27/3/2005 - 14:38
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The War Game

[1995]
Basata su una storia vera.
There was no note but if there was, it might have said:
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 27/3/2005 - 14:26
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Oh, Mother Earth

Oh, Mother Earth
[2003]
Lyrics and Music by Honey Novick
Testo e musica di Honey Novick
Chorus
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 27/3/2005 - 14:23

L'amour des Peuples

L'amour des Peuples
27 marzo 2005
L’AMORE DEI POPOLI
(continuer)
27/3/2005 - 14:12
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Il vestito del violinista

Il vestito del violinista
dal'album "Pezzi" (2005)

I bambini sono quelli di Beslan.

Melodia quasi popolare, arrangiamento da rock acerbo. Il tono con cui De Gregori canta - e le sue voci sembrano venire da lontano - è neutro proprio com'è la sofferenza delle vittime di violenza. Compare in questo racconto tutta l'angoscia dell'era contemporanea; l'immagine di un vestito che vola senza il suo padrone mi ricorda il vestito rosso della bambina di "Shinderl's list", visto prima indosso a lei e poi da solo sopra un carro: sola cosa colorata in mezzo alla pellicola in bianco e nero. Ritorna "la ridondanza delle campane" come "il suono dell campane" dell'omonima canzone, visto come ricordo di tempi migliori e atteso come speranza di tempi migliori (in cui ci saranno "falegnami e filosofi / a fabbricare il futuro").
Perchè dovranno pur finire questi tempi bui.
(Antonio Piccolo)
Era il vestito del violinista che vedevamo sventolare
(continuer)
envoyé par Antonio Piccolo 26/3/2005 - 19:04
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Il panorama di Betlemme

Il panorama di Betlemme
dal'album "Pezzi" (2005)

La questione palestinese. Cos'è la mosca? Una pallottola? Il pensiero della morte?
Un uomo ferito alla schiena
(continuer)
envoyé par Antonio Piccolo 26/3/2005 - 19:03
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Gambadilegno a Parigi

Gambadilegno a Parigi
da "Pezzi" (2005)

De Gregori all'uscita l'ha presentata dicendo che oggi, l'informazione falsata, ci parla tanto dei morti (quasi sempre soldati e non civili) ma molto poco dei feriti. Gambadilegno è un ferito reduce da una guerra - probabilmente dal Vietnam, ma non lo sa nemmeno lui - che va a Parigi per farsi mettere una protesi. E sogna però di stare ad Atene, quella che immagina come culla della civiltà.

Gambadilegno è, secondo le indicazioni che lo stesso De Gregori ha fornito, un soldato ferito, reduce della guerra di Corea oppure della guerra del Vietnam. Questo soldato non è reduce – come si potrebbe pensare – della seconda guerra mondiale, «per noi troppo remota», dice De Gregori, «né più attuale, perché la sua ferita è rimarginata da tempo» (mentre le guerre di Corea e del Vietnam ci richiamano alla mente guerre più vicine). Quindi ovviamente Gambadilegno... (continuer)
E allora sognò Atene
(continuer)
envoyé par Antonio Piccolo 26/3/2005 - 18:58
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Numeri da scaricare

Numeri da scaricare
da "Pezzi" (2005)
Guarda quel treno
(continuer)
envoyé par Antonio Piccolo 26/3/2005 - 18:53
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New Year's Day

New Year's Day
Dia de Año Nuevo
(continuer)
26/3/2005 - 16:05
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Seconds

Seconds
SEGUNDOS
(continuer)
26/3/2005 - 16:03
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Sunday Bloody Sunday

Sunday Bloody Sunday
DOMINGO SANGRIENTO DOMINGO
(continuer)
26/3/2005 - 16:01
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Blowin' in the Wind

Blowin' in the Wind
LATINO / LATIN [Meredith Minter Dixon]

Versione latina di Meredith Minter Dixon
da Questa pagina.
Latin translation by Meredith Minter Dixon
from This page


SE DEDIT FLAMINI
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 25/3/2005 - 21:08
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La Ballata del milite ignoto

La Ballata del milite ignoto
I Gufi furono gli interpreti più noti di questo brano, che in realtà fu scritto da uno di loro (Lino Patruno) insieme a Walter Valdi.

La tradizione del “milite ignoto”, o “soldat inconnu”, nacque in Francia, ma fu ripresa immediatamente in altri paesi tra i quali l'Italia. Tra i caduti della I guerra mondiale che erano rimasti senza un nome, ne fu scelto uno che fu trasportato solennemente per tutto il Paese e poi tumulato nell'Altare della Patria” a Roma.

da "Non spingete scappiamo anche noi" (1969)

Non mi ricordo in quale guerra
(continuer)
envoyé par patchinko 24/3/2005 - 20:01
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Masters Of War

Masters Of War
MASTERS OF WAR IN CASERMA - di Sandro

da Maggie's Farm - Sito Italiano su Bob Dylan

Per la serie "When we first met", non vi voglio raccontare il mio primo incontro con Bob, bensì la storia di come ho fatto conoscere Bob a uno sconosciuto.
Correva l’anno 1993 e il sottoscritto era alle prese con quella esperienza che riguardava noi maschietti e che ora per fortuna dei nuovi pargoli è diventata facoltativa: il servizio militare. Chi fra voi ha avuto la sventura di incappare nelle grinfie dell’esercito sa benissimo che ci si deve inventare di tutto per far passare il tempo; e allora che cosa di meglio se non un po’ di CD e qualche libro? Va da sé che un dylaniano come il sottoscritto si era riempito l’armadietto di ogni cimelio del buon Bob. Fra questi un libro, del quale non ricordo il titolo e nemmeno l’autore, con una raccolta selezionata di testi e poesie di Dylan con traduzione a fronte.... (continuer)
22/3/2005 - 23:54
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The Times They Are A-Changin'

The Times They Are A-Changin'
da Maggie's Farm - Il sito italiano di Bob Dylan
I TEMPI STANNO CAMBIANDO
(continuer)
22/3/2005 - 23:26
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With God On Our Side

With God On Our Side
da Maggie's Farm, sito italiano su Bob Dylan
DIO È CON NOI
(continuer)
22/3/2005 - 23:23




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