Il suonatore Jones
Fabrizio De AndréOriginal | Il violinista Jones |
IL SUONATORE JONES In un vortice di polvere gli altri vedevan siccità, a me ricordava la gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa. Sentivo la mia terra vibrare di suoni, era il mio cuore, e allora perché coltivarla ancora, come pensarla migliore. Libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati a cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un filo spinato. Libertà l’ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato, per un fruscìo di ragazze a un ballo, per un compagno ubriaco. E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoltare. Finì con i campi alle ortiche finì con un flauto spezzato e un ridere rauco e ricordi tanti e nemmeno un rimpianto. | IL SUONATORE JONES La terra emana una vibrazione là nel tuo cuore, e quello sei tu. E se la gente scopre che sai suonare, ebbene, suonare ti tocca per tutta la vita. Che cosa vedi, un raccolto di trifoglio? O un prato da attraversare per arrivare al fiume? Il vento è nel granturco; tuti freghi le mani per i buoi ora pronti per il mercato; oppure senti il fruscio delle gonne. Come le ragazze quando ballano nel Boschetto. Per Cooney Potter una colonna di polvere o un vortice di foglie significavano disastrosa siccità; Per me somigliavano a Sammy Testarossa che danzava al motivo di Toor-a-Loor. Come potevo coltivare i miei quaranta acri per non parlare di acquistarne altri, con una ridda di corni, fagotti e ottavini agitata nella mia testa da corvi e pettirossi e il cigolìo di un mulino a vento - solo questo? E io non iniziai mai ad arare in vita mia senza che qualcuno si fermasse per strada e mi portasse via per un ballo o un picnic. Finii con quaranta acri; finii con una viola rotta - e una risata spezzata, e mille ricordi, e nemmeno un rimpianto. |