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Mary Hamilton

anonimo
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La seconda versione italiana di Angelo Branduardi
NINNA NANNA

"L'ho addormentato nella culla
e l'ho affidato al mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai più non ritorni da me".

L'hanno detto giù nelle cucine;
la voce ha risalito le scale
e tutta la casa ora lo sa:
ieri notte piangeva un bambino.

L'hanno detto giù nelle cucine
e tutta la casa lo sa
che ieri lei aveva un bambino
e che oggi lei non l'ha più.

"Adesso alzati e dillo a me,
lo so che avevi un bambino,
tutta la notte ha pianto e perché
ora tu non l'hai più con te".

"L'ho addormentato nella culla
e l'ho affidato al mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai più non ritorni da me".

"Adesso alzati, vieni con me
questa sera andremo in città,
lava le mani, lavati il viso,
metti l'abito grigio che hai".

L'abito grigio non indossò
per andare quella sera in città,
vestita di bianco la gente la vide
davanti a se passare.

"La scorsa notte dalla mia padrona
le ho pettinato i capelli
poi mio figlio ho addormentato e
l'ho affidato al mare"...

Non lo sapeva certo mia madre
quando a sè lei mi stringeva
delle terre che avrei viaggiato,
della sorte che avrei avuta.

"L'ho addormentato nella culla
e l'ho affidato al mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai più non ritorni da me".
MARY HAMILTON

L'ho addormentato nella culla
e l'ho affidato al mare…
Che lui si salvi o vada perduto
e mai più lui ritorni da me.

L'hanno detto giù nelle cucine,
la voce ha risalito le scale
e tutta la casa ora lo sa,
ieri notte piangeva un bambino.

L'hanno detto giù nelle cucine
e la Regina ora lo sa
Mary Hamilton ha avuto un bambino
dal più nobile di tutti gli Stuart.

Adesso alzati e dillo a me,
lo so che avevi un bambino,
tutta la notte ha pianto e perché
ora tu non l'hai più con te ?

Adesso alzati, vieni con me,
questa sera andremo in città.
Lava le mani, lavati il viso,
metti l'abito più scuro che hai.

Abiti a lutto non indossò
per cavalcare fino in città.
Vestita di bianco la gente la vide
per le strade di Glasgow passare.

La scorsa notte dalla mia Regina
le ho intrecciato con oro i capelli,
in ginocchio ho lavato i suoi piedi
ad in cambio ho avuto la forca.

Non lo sapeva certo mia madre
quando a sé lei mi stringeva,
delle terre che avrei viaggiato,
della sorte che avrei avuto.

"Povera Mary, povera te!"
"Non piangete – rispose – per me.
Datemi un velo per coprire il mio viso,
ma sappiate che io non ho colpe."

Vieni Mary, vieni con me!"
Disse il re scendendo le scale,
la guardò con occhi pietosi:
"Questa sera siedi a cena con me!"

Erano in quattro a chiamarsi Mary,
questa notte non saranno che tre…
C'era Mary Beaton e Mary Seton
e Mary Carmichael e me.


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