Über Die Bezeichnung Emigranten
Bertolt BrechtTraduzione italiana da “Bertolt Brecht. Poesie politiche”, a... | |
ÜBER DIE BEZEICHNUNG EMIGRANTEN | SULLA QUALIFICA DI EMIGRANTE |
Immer fand ich den Namen falsch, den man uns gab: Emigranten. Das heißt doch Auswandrer. Aber wir Wanderten doch nicht aus, nach freiem Entschluss Wählend ein andres Land. Wanderten wir doch auch nicht Ein in ein Land, dort zu bleiben, womöglich für immer Sondern wir flohen. Vertriebene sind wir, Verbannte. Und kein Heim, ein Exil soll das Land sein, das uns da aufnahm Unruhig sitzen wir so, möglichst nahe den Grenzen Wartend des Tags der Rückkehr, jede kleinste Veränderung Jenseits der Grenze beobachtend, jeden Ankömmling Eifrig befragend, nichts vergessend und nichts aufgebend Und auch verzeihend nichts, was geschah, nichts verzeihend. Ach, die Stille der Sunde täuscht uns nicht! Wir hören die Schreie Aus ihren Lagern bis hierher. Sind wir doch selber Fast wie Gerüchte von Untaten, die da entkamen Über die Grenzen. Jeder von uns Der mit zerrissenen Schuhn durch die Menge geht Zeugt von der Schande, die jetzt unser Land befleckt. Aber keiner von uns Wird hier bleiben. Das letzte Wort Ist noch nicht gesprochen. | Sempre mi è parso erroneo il nome che ci hanno dato: emigranti. Questo significa: espatriati. Ma noi non siamo espatriati volontariamente altro paese scegliendo. E nemmeno siamo espatriati in un paese, per restarvi, possibilmente per sempre. Siamo fuggiti, invece. Espulsi noi siamo, banditi. E non casa, ma esilio dev’essere il paese che ci ha accolti. Cosí, inquieti, prendiamo stanza, se possibile presso ai confini, aspettando il giorno del ritorno, qualsiasi minimo cambiamento oltre il confine spiando, ogni nuovo venuto febbrilmente interrogando, nulla dimenticando e a nulla rinunciando e neanche perdonando nulla di quel che è successo, nulla perdonando. Ah, il silenzio del Sund non ci inganna! Noi udiamo le grida, fin qui, dai loro campi di concentramento. Noi stessi siamo quasi come voci dei misfatti, che varchino i confini. Ognuno di noi che va attraverso la folla con le sue scarpe consunte testimonia della vergogna che ora macchia il nostro paese. Ma nessuno di noi rimarrà qui. L’ultima parola non è stata detta ancora. |