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Előüzent Ferenc Jóska

anonimo
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OriginaleTraduzione italiana di Riccardo Venturi
ELŐÜZENT FERENC JÓSKACECCO BEPPE HA MANDATO A DIRE
  
Előüzent Ferenc Jóska,Cecco Beppe 1 ha mandato a dire:
legény kell a háborúba,Ci voglion ragazzi per la guerra,
kedves barátom.Caro amico mio.
  
Viszik legénységnek szépit,Abbelliscono la truppa,
országunknak ékességit,Son ornamento per il nostro paese, 2
kedves barátom.Caro amico mio.
  
Leányok keserű búba,Le ragazze in amara tristezza
legények a háborúba,E i ragazzi alla guerra,
kedves barátom.Caro amico mio.
  
Galacvári templom alja,La base della chiesa di Galambvár 3
zászlókkal van támogatva,È puntellata di bandiere,
kedves barátom.Caro amico mio.
  
Fekete zászlók lobognak,Sventolano nere bandiere,
a leányok szépen sírnak,Le ragazze piangono tanto,
kedves barátom.Caro amico mio.
  
Előüzent az ellenség,Il nemico ha mandato a dire
kössön kardot a legénység,Che i ragazzi cingan la spada,
kedves barátom.Caro amico mio.
  
Kardot kötött a legénység,E i ragazzi cinsero la spada,
sok anyának keserűség,Tante madri ne ebbero dolore,
kedves barátom.Caro amico mio.
NOTE alla traduzione

[1] Il nome ufficiale ungherese di Francesco Giuseppe, o Franz Josef, era Ferenc József (si pronuncia „fèrenz iòjef” con la „j” francese). Questa è la forma popolare corrispondente al nostro „Cecco Beppe”, col diminutivo „Jóska” (pronuncia: „iòsc'ka”). In pratica: „Francesco Beppino”.

[2] Si veda qui per le forme szépit, ékességit. Sembrano essere quelle più frequentemente riportate, ma alcuni testi presentano quelle standard szépét, ékességét. A chi interessasse: si tratta di forme possessive di III persona singolare, „sua bellezza, suo ornamento”, previste dalla particolare costruzione possessiva ungherese. Viszik legénységnek szépét = „portano alla truppa il suo bello” = „abbelliscono la truppa”; országunknak ékességét = „al paese-nostro ornamento-suo” = „ornamento del nostro paese”. In ungherese si fa sempre così, tenendo presente che nella lingua comune il -nak/-nek del dativo manca: si dice országunk ékessége (ékességét è un accusativo singolare) „paese-nostro ornamento-suo”. Ciao ciao, traduttori automatici.

[3] Qui si ha Galacvári, ma molti testi riportano Galambvár, che dev'essere una chiesa (alla lettera significa „Cittadella della Colomba”, ove galamb è un prestito diretto dal polacco galąb).


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