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Analfabetizzazione

Claudio Lolli
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OriginaleVersione inglese di marco
ANALFABETIZZAZIONEANALPHABETIZATION
La mia madre l'ho chiamata sasso,
perché fosse duratura sì,
ma non viva.
I miei amici li ho chiamati piedi
perché ero felice solo
quando si partiva..
Ed il mio mare l'ho chiamato cielo,
perché le mie onde arrivavano
troppo lontano.
Ed il mio cielo l'ho chiamato cuore,
perché mi piaceva toccarci dentro il sole
con la mano....
Non ho mai avuto un alfabeto tranquillo, servile,
le pagine le giravo sempre con il fuoco.
Nessun maestro è stato mai talmente bravo,
da respirarsi il mio ossigeno ed il mio gioco..
My mother, I called her stone,
so that she would be enduring, yes,
but not alive.
My friends, I called them feet,
because I was only ever happy
when we were leaving.
And my sea, I named it sky,
because my waves reached
way too far.
And my sky, I named it heart,
because I liked touching the sun inside it
with my hand.
I've never had a quiet alphabet, nor servile,
I always turned the pages with fire.
No teacher has ever been good enough
to breathe my oxygen and my play.
Ed il lavoro l'ho chiamato piacere,
perché la semantica o è violenza
oppure è un'opinione.
Ma non è colpa mia, non saltatemi addosso,
se la mia voglia di libertà oggi è anche bisogno
di confusione.
Ed il piacere l'ho chiamato dovere,
perché la primavera mi scoppiava dentro
come una carezza.
Fondere, confondere, rifondere
infine rifondare
l'alfabeto della vita
sulle pietre di miele
della bellezza..
And work, I called it pleasure,
because semantics is either violence,
or an opinion.
But it's not my fault, don't jump all over me,
if my desire for freedom, today, is also a need
for confusion.
And pleasure, I called it will,
because Spring was bursting in me
like a caress.
To melt, mix up, blend again,
finally, to refound
the alphabet of life
on beauty's rocks of honey.
Ed il potere,
nella sua immensa intelligenza
nella sua complessità,
non mi ha mai commosso
con la sua solitudine,
non l'ho mai salutato come tale.
Però ho raccolto la sfida,
con molta eleganza e molta sicurezza,
da quando ho chiamato prigione la sua felicità..
Ed il potere da quel giorno m'insegue,
con le sue scarpe chiodate di paure.
M'insegue sulle sue montagne,
quelle montagne che io chiamo pianure..
And power,
in its immense intelligence,
in its complexity,
has never moved me with its solitude,
I've never greeted it as such.
But I've taken up the challenge,
with much elegance and much confidence,
ever since I called prison its happiness.
And power, since that day, has been chasing me
with its fear-spiked shoes.
It chases me on its own mountains,
the mountains which I call plains.


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