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Prova a pesare Annibale

Giorgio Gaber
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OriginaleVersione italiana della satira di Giovenale
PROVA A PESARE ANNIBALE

Prova a pesare Annibale
ora che è solo cenere
e dimmi quanti grammi
la stadera segnerà

Prova a pesare Annibale
e tu ti accorgerai
di un grande generale
cos'è rimasto ormai

Eppure l'Africa
non gli bastava
dal Mar Oceano
fino all'Egitto
Sanniti e Siculi
Lucani e Bruzzi
volle travolgere
in un conflitto

Volle raggiungere
anche la Spagna
e scavalcare seppe i Pirenei
infranse rupi
disgregò montagne
entrò nel novero dei semidei

Ma oggi prova a pesare Annibale
ora che è solo cenere
e dimmi quanti grammi
la stadera segnerà

Prova a pesare Annibale
e tu ti accorgerai
di un grande generale
cos'è rimasto ormai

Se già teneva
l'Italia succube
non gli bastava quella condizione
voleva giungere
fino a Trastevere
con acrobatica penetrazione

Anche se aveva
un occhio inutile
terrorizzava i ricchi ed i plebei
e cavalcando sopra un elefante
lui se ne andava a caccia di trofei

Ma oggi prova a pesare Annibale
ora che è solo cenere
e dimmi quanti grammi
la stadera segnerà

Prova a pesare Annibale
e tu ti accorgerai
di un grande generale
cos'è rimasto ormai

Prova a pesare Annibale
ora che è solo cenere
e dimmi quanti grammi
la stadera segnerà

Prova a pesare Annibale
e tu ti accorgerai
di un grande generale
cos'è rimasto ormai
PROVA A PESARE ANNIBALE

Pesa i resti di Annibale:
quante libbre di un condottiero così grande
vi troverai? Eppure è proprio lui,
lui a cui non bastava tutta l'Africa,
dall'oceano dei Mauri al tepore del Nilo,
dalle terre etiopi a quelle degli elefanti.
Volle aggiungere alle sue conquiste la Spagna,
oltrepassare i Pirenei.
La natura gli oppose nevi ed Alpi:
lui si aprì un varco tra le rupi,
rompendo i monti con l'aceto.
Ormai è in Italia, ma vuol spingersi oltre.
'Nulla ho fatto,' esclama, 'se con le mie armate
non sfondo le porte di Roma
e in mezzo alla Suburra
non pianto il mio stendardo.'
Uno spettacolo degno di un quadro:
quel condottiero guercio
che cavalca la belva di Getulia!
E alla fine? O gloria, anche lui è vinto,
fugge a precipizio in esilio
e, sia pure grande e ammirevole,
siede come un cliente
davanti alla tenda del re,
e attende che il tiranno di Bitinia
si degni d'aprire i suoi occhi.
E a quell'anima, che sconvolse il mondo,
fine non porranno spade, macigni o strali,
ma quell'anello, vindice implacabile
di Canne e di tanto sangue versato.
Vai, vai, corri fra i dirupi delle Alpi,
pazzo che sei: oggetto di declamazioni,
divertirai solo i ragazzi.


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