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Un dì di maggio alle undici di notte

anonimo
Lingua: Italiano



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[fine 800, inizio 900]
Testo trovato sul sito dell'Archivio Provinciale della Tradizione Orale del MUCGT – Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, Università di Trento

“Canzone narrativa da cantastorie pubblicata da qualche foglio volante (stampa popolare) entrata a far parte del repertorio dei minatori. Il testo racconta la tragica storia di tre minatori italiani morti investiti da un masso nella galleria in cui stavano lavorando. La canzone ha punti di contatto con un'altra versione registrata in provincia di Brescia [Pianta 1976].” (introduzione tratta dal sito citato)



La prima galleria ferroviaria del Sempione, dalla Val d'Ossola italiana all'alta Valle del Rodano svizzera, fu inaugurata nel 1905 dopo sette anni dall'inizio dei lavori. Fu un'impresa di grande difficoltà che venne portata a termine grazie al lavoro di 3.000 minatori (i trafurett), 58 dei quali morirono nelle gallerie (più una sessantina di malattie lì contratte). Un tasso di mortalità comunque di molto inferiore rispetto a quelli incontrati in precedenti imprese del genere, come la galleria ferroviaria del Gottardo (200 morti per incidenti e centinaia per infestazione di vermi parassiti che proliferavano grazie alla scarsissima igiene), e questo grazie all'introduzione di tecniche nuove, come i tunnel trasversali di servizio.

Sulla galleria del Sempione ed il villaggio minerario di Balmalonesca si legga sull'Archivio Iconografico del Verbano Cusio Ossola
Un dì di maggio alle undici di notte
se mi porgete a mente con attenzione
vi narrerò di una tremenda sorte
dentro la galleria del Sempione
tre minatori sul fior di gioventù
pover le lor famiglie
non li vedranno mai più

Finita la (…) lor lavoro
placidamente stavan per uscir fuori
ma appena giunti dove il destino fu
di morte flagellata
un masso cascò giù

Da una parte vider gli stivali
(…) aveva for della testa
erano lì di sotto i poveretti
che stavan per tirare l'ultimo fiato
per le lor vite rimedio più non c'è
levato che fu il masso
morti ce n'erano tre

Io vi compiango poveri italiani
che andate fuor di stato a lavorare
soggetti a disagi e fatti strani
sol per potere il pane guadagnare
sangue italiano ti sei ridotto così
nella tua patria nasci
all'estero a morir
sangue italiano ti sei ridotto così
nella tua patria nasci
all'estero a morir

inviata da Bernart Bartleby - 11/12/2016 - 22:12




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