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Piazza dei tre martiri (Rimini antifascista)

Alessio Lega
Lingua: Italiano


Alessio Lega

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2015

Tre Martiri è la denominazione che accomuna i tre partigiani Mario Capelli, Luigi Nicolò e Adelio Pagliarani impiccati il 16 agosto 1944 nella piazza principale di Rimini, a loro intitolata dal 1946. Essi rappresentano il simbolo della Resistenza e dei caduti nella lotta di Liberazione nel territorio della Provincia di Rimini.

I tre giovani partigiani, attivi nella Resistenza riminese sin dai primi giorni successivi all'Armistizio, nell'estate del 1944 facevano parte del medesimo Distaccamento della 29ª Brigata GAP "Gastone Sozzi". Durante una operazione di sabotaggio ad una trebbiatrice, con l'obbiettivo di impedire la trebbiatura del grano da consegnare ai nazifascisti, un gappista riminese fu riconosciuto e denunciato.

Tre martiri
Tre martiri


Catturato, fu costretto sotto tortura a denunciare i compagni di lotta. A causa di queste informazioni i tre partigiani, che avevano come sede operativa la vecchia caserma di Via Ducale, nel centro storico di Rimini, vennero sorpresi dai nazifascisti il 14 agosto, mentre un quarto partigiano che era con loro, Alfredo Cecchetti, si salvò fortunosamente. Imprigionati e torturati, non rivelarono i nomi di loro compagni. Processati da un tribunale tedesco e riconosciuti colpevoli di "ammassamento clandestino di armi e munizioni a fine terroristico e di reati di sabotaggio e attentati contro cose e persone", il 16 agosto vennero condotti in piazza ed impiccati alle sette del mattino.

L'impalcatura della forca era ancora in piedi in mezzo alle macerie quando un mese dopo, il 21 settembre, le truppe alleate entravano nella città liberandola dai nazifascisti. Il 9 ottobre 1944 la Giunta Municipale, nominata dal C.L.N., deliberò di cambiare il nome della piazza Giulio Cesare in piazza Tre Martiri. A seguito dell'intervento di arredo urbano realizzato nel 2000, il luogo ove avvenne l'esecuzione è segnalato a terra dalla proiezione idealizzata della trave cui erano appesi i capestri, mentre sul muro dell'edificio prospiciente è posta una targa ricordo in bronzo realizzata dallo scultore Elio Morri. Una lapide, che ricorda la base partigiana ove avvenne la cattura dei tre giovani, è murata sulla facciata della vecchia caserma in Via Ducale n. 5.
Quando arrivò al patibolo
in piazza Giulio Cesare
vide un cielo ridicolo
e le divise misere

Gli sciolsero le mani
e col nodo alla gola
la piazza l'indomani
cambiò la sua parola

In piazza dei tre martiri
ci son tre buone ragioni
per vivere la vita
senza starsene buoni

Il primo è li sospeso
lì tra la terra e il suolo
e tutti gli dobbiamo
di non lasciarlo solo

l'altro sta lì impiccato
e non vedrà l'aurora
e tutti gli dobbiamo
di provarci ancora

Il terzo ci sorride
dalla tenera età
e tutti gli dobbiamo
la nostra libertà

La piazza Giulio Cesare
fu pugnalata al cuore
passato il Rubicone
si vive oppur si muore

La piazza di Fellini
la vita la tortura
la scelta che si pone
questa nostra cultura

In piazza dei tre martiri
rivivi e la gradisca
turisti inconsapevoli
chi vuole lo capisca

che non si fa memoria
senza Resistenza
che non si può scordare
la nostra appartenenza

In piazza dei tre martiri
c'è il pugile suonato
della democrazia
delle stragi di stato

fino all'ultimo round
la dignità la prova
non passa Casa Pound
non passa Forza Nuova

inviata da dq82 - 21/10/2015 - 01:39




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