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Louis Aragon: Il n'aurait fallu

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
Lingua: Francese


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[195?]
Versi di Louis Aragon, nella raccolta intitolata “Le Roman inachevé” (1956), nel capitolo “L’amour qui n’est pas un vain mot”.
Musica di Léo Ferré
Poesia interpretata dalo stesso Ferré, come pure da Catherine Sauvage e Monique Morelli.

“Les chansons d’Aragon chantées par Léo Ferré”, 1961.

Lo so, lo so, è bella ma non c’entra una cippa con le CCG…
E invece no! E’ l’amore che vince la tristezza, è l’amore che vince la collera, l’oscurità, le tenebre, e che vincerebbe anche la violenza e pure la guerra ed il suo orrore, se di amore ce ne fosse tanto, ma tanto di più… “Sarebbe bastato un istante di più perché la morte venisse. Ma invece sono arrivati due grandi occhi aperti e una mano nuda che ha preso la mia. E tutto questo mondo mi è sembrato di colpo un immenso campo di grano”.
Il n'aurait fallu
Qu'un moment de plus
Pour que la mort vienne
Mais une main nue
Alors est venue
Qui a pris la mienne

Qui donc a rendu
Leurs couleurs perdues
Aux jours aux semaines
Sa réalité
A l'immense été
Des choses humaines

Moi qui frémissais
Toujours je ne sais
De quelle colère
Deux bras ont suffi
Pour faire à ma vie
Un grand collier d'air

Rien qu'un mouvement
Ce geste en dormant
Léger qui me frôle
Un souffle posé
Moins une rosée
Contre mon épaule

Un front qui s'appuie
A moi dans la nuit
Deux grands yeux ouverts
Et tout m'a semblé
Comme un champ de blé
Dans cet univers

Un tendre jardin
Dans l'herbe où soudain
La verveine pousse
Et mon cœur défunt
Renaît au parfum
Qui fait l'ombre douce

Il n'aurait fallu
Qu'un moment de plus
Pour que la mort vienne
Mais une main nue
Alors est venue
Qui a pris la mienne

inviata da Bernart Bartleby - 19/11/2014 - 16:20



Lingua: Italiano

Tentativo di traduzione italiana di Bernart Bartleby.
SAREBBE BASTATO

Sarebbe bastato
un istante di più
perché la morte venisse
ma è stata una mano nuda
in quel momento ad arrivare
ed a prendere la mia

a restituire finalmente
i loro colori perduti
ai giorni, alle settimane
[a restituire] la sua realtà
all'immensa estate
delle vicende umane

Ed a me che fremevo
sempre di non so
quale rabbia
due braccia sono bastate
per dare alla mia vita
una grande collana d'aria

Null’altro che un movimento
nel sonno un gesto
che mi sfiora leggero
un soffio posato
più tenue di una rugiada
sulla mia spalla

Una fronte che si appoggia
a me nella notte
Due grandi occhi aperti
e tutto mi è apparso
come un campo di grano
in questo universo

Un tenero giardino
erboso dove all'improvviso
germoglia la verbena
ed il mio morto cuore
rinasce al profumo
che rende la penombra dolce

Sarebbe bastato
un istante di più
perché la morte venisse
ma è stata una mano nuda
in quel momento ad arrivare
ed a prendere la mia

inviata da Bernart Bartleby - 20/11/2014 - 10:52


Grazie per la bella traduzione.

25/11/2019 - 18:19




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