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Արյունոտ դրոշ

anonimo
Lingua: Armeno


Lista delle versioni e commenti


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(Hovhannes Tumanyan / Հովհաննես Թադևոսի Թումանյան)
Το τραγούδι της πλατείας
(Vasilis Papakonstandinou / Βασίλης Παπακωνσταντίνου)
Elle reste là
(Aram Sédèfian)


[ca. 1918?]
Aryownot droš

Le canzoni rivoluzionarie armene (in armeno: Հայ յեղափոխական երգեր, Hay heghapokhagan yerker) non sono certo, in senso proprio, “canzoni contro la guerra”. Sono, in generale, il più tipico esempio di canzoni nella guerra. Provengono in gran parte dal periodo a cavallo tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, quando furono fondati dei partiti politici armeni che lottavano per i diritti civili e politici degli Armeni sotto l'Impero Ottomano. Il Movimento Rivoluzionario Armeno, guidato in origine dal Partito Socialdemocratico “Hunchakian” (fondato nel 1887) e la Federazione Rivoluzionaria Armena (fondata nel 1890) agirono in questo periodo. La brutale oppressione degli Armeni da parte dell'Impero Ottomano guidato dal sultano Abdulhamid II provocò una rivolta generalizzata per esigere i diritti fondamentali e per difendere le città armene dalla sanguinosa repressione turca. Si formanono gruppi patriottici di combattenti armeni volontari, chiamanti feday (è, ovviamente, la stessa parola di fedayyn, di origine araba palestinese); in tale contesto storico maturarono canzoni come questa. Alcune canzoni narrano le storie di singoli feday (come Serob Pasha e il generale Andranik), che si batterono contro lo sterminio ottomano; altre parlano di battaglie, di operazioni di guerrigia, di fatti eroici e, naturalmente, del genocidio armeno.

Drastamat "Dro" Kanayan (1884-1956)
Drastamat "Dro" Kanayan (1884-1956)

Questa canzone in particolare è ispirata alla figura del generale Drastamat Kanayan, detto “Dro”; e qui il discorso si fa parecchio complesso in un sito come questo. Il generale Dro è considerato tuttora un eroe dagli Armeni in patria e nella diaspora. Nato nel 1884 a Surmalu (ora in Turchia sotto il nome di Iğdir, ma all'ora parte dell'Impero Russo), faceva parte del clan Gago, uno dei principali dell'Armenia storica. Fin da ragazzo cominciò a battersi contro la russificazione fondando un movimento clandestino giovanile che si opponeva allo Zar. Nel 1903, con l'editto zarista che ordinava la confisca di tutti i beni della chiesa Armena, Drastamat Kanayan si unì alla Federazione Rivoluzionaria Armena, nota come Dašnaktsut'iwn ("Rivoluzionarismo"), ed i cui membri erano appunto detti Dašnak. Durante la I guerra mondiale divenne un leader militare di successo; mentre nel territorio Ottomano gli armeni erano sottoposti al genocidio, Drastamat Kanayan contribuì (particolarmente con la vittoria nella battaglia di Bash Abaran) a salvare l'esigua Repubblica Democratica Armena (nella parte orientale, corrispondente grosso modo all'Armenia attuale) di cui fu per meno di un mese anche ministro della difesa. Tutto ebbe fine con l'annessione dell'Armenia da parte della Russia sovietica, nel 1920. Prima dell'annessione, “Dro” si era ritrovato ad un certo punto a combattere in contemporanea sia contro i turchi, sia contro i russi.

La repressione sovietica e staliniana in Armenia fu durissima. Con l'insorgere della II guerra mondiale, e con l'invasione hitleriana dell'Unione Sovietica, la propaganda nazista si rivolse agli armeni (popolo di antica origine indoeuropea, quindi “ariani”); e qui inizia la parte più controversa di questa storia. E' inoppugnabile che, durante il terrore staliniano, migliaia di armeni furono assassinati e imprigionati; un destino toccato a tutte le minoranze etniche e che, nel caso degli armeni, colpiva un popolo già sterminato dai turchi. Con la II guerra mondiale, i dašnaks videro quindi nei tedeschi (analogamente a quanto accadde nelle repubbliche baltiche) dei liberatori dall'oppressione russa, che si ripeteva con Stalin così com'era stato con lo Zar. La propaganda nazista aveva promesso un libero stato Armeno nel “nuovo ordine” hitleriano, e le organizzazioni rivoluzionarie armene ci caddero in pieno. L'8 febbraio 1942 fu quindi formata una Legione di undici battaglioni composti esclusivamente da armeni prigionieri di guerra nei campi nazisti, che avevano scelto di combattere coi tedeschi: si trattava della Armenische Legion, inquadrata nelle Waffen-SS coi sui 18.000 effettivi. Altri 1000 armeni andarono invece a formare l' 812° Battaglione Armeno della Wehrmacht, cui fu messo al comando proprio Drastamat “Dro” Kanayan; il Battaglione fu addestrato da ufficiali tedeschi e prese parte all'occupazione della Crimea e del Caucaso.

Dopo la fine della guerra, Drastamat Kanayan, considerato un criminale collaborazionista e condannato a morte, si rifugiò negli Stati Uniti continuando la sua attività politica per la causa armena, ma messo sotto forte accusa anche dalla stessa Federazione Rivoluzionaria Armena. Nel 1947, chiamato al congresso della Federazione per essere, praticamente, processato, si difese con argomenti talmente convincenti e giustificò le sue scelte in modo talmente efficace da essere non solo assolto, ma perdonato e riammesso a pieno titolo nell'organizzazione.

Arrestato negli USA e rilasciato, Drastamat Kanayan si stabilì in Libano, dove viveva una cospicua comunità armena della diaspora; morì a Boston, dove si era recato per delle cure mediche, l'8 marzo 1956. Il 28 maggio 2000 le spoglie mortali del generale Dro furono traslate con tutti gli onori da Boston in Armenia, dove furono seppellite a Aparan in occasione dell'82° anniversario della Repubblica Democratica Armena. Drastamat Kanayan, assieme al suo compagno d'armi Garegin Nzhdeh (o “Niztekh”) è considerato un eroe nazionale da tutti gli armeni.

Fin qui la controversa Storia, con l'avvertenza che questa canzone ha un'origine molto anteriore alla collaborazione di “Dro” con i nazisti; resta da dire le circostanze, abbastanza “pittoresche”, in cui ci sono arrivato per proporla in questo sito nella -ohimè scarna- sezione Armena. Io non conosco minimamente l'armeno, e so a malapena leggere l'alfabeto; lo spunto è stato fornito da uno dei principali artisti greci, Vasilis Papakonstandinou.

Vasilis Papakonstandinou non può essere certo sospettato di simpatie filonaziste, ma è pur sempre un greco e, per i greci, fare qualcosa contro i turchi è quasi nel DNA. Nel 1981, quindi, incise un intero album, intitolato Αρμενία (“Armenia”), composto di canzoni rivoluzionarie armene tradotte in greco da Lefteris Papadopoulos. Le canzoni rivoluzionarie armene si “sposano” bene con analoghe canzoni greche di lotta antiturca; si pensi soltanto a quelle tradizionali cretesi e a quelle della guerra d'indipendenza. In un certo senso, armeni e greci si sentono popoli “fratelli” sia per la comune storia antiturca, sia per la fede cristiana. Questa ed altre canzoni rivoluzionarie armene le ho quindi conosciute nella loro versione greca, non so e non posso sapere quanto fedele; per quanto ne ho capito, però, la traduzione sembra abbastanza conseguente. I testi di tutte queste canzoni si trovano nel “mare magnum” di stixoi.info, fornite -pensate un po'- di traduzioni italiane dovute a tale Gian Piero Testa, uno di cui mi sembra d'aver sentito parlare da qualche parte. Da qui la non comune origine di questa pagina, che poco comune lo è in tutte le sue parti. Un'ultima cosa: comunque la si metta dal punto di vista storico, si tratta di una canzone splendida. [RV]
Արյունոտ դրոշ մեր ազատության,
Ծածանվեց ընդդեմ բռնակալության,
Արյունոտ դրոշ մեր ազատության,
Ծածանվեց ընդդեմ բռնակալության:

Հույսով լցվեցավ սիրտը հայության,
Երկյուղը պատեց կայսեր օսմանյան:
Հույսով լցվեցավ սիրտը հայության,
Երկյուղը պատեց կայսեր օսմանյան:

Բայց մարդասպանը սաստիկ զայրացավ,
Հայեր ջնջելու հրաման տվավ:
Բայց մարդասպանը սաստիկ զայրացավ,
Հայեր ջնջելու հրաման տվավ:

Քանդել Հայաստան, ջնջել հայ անուն,
Որ չկատարվի յուր անկախություն:
Քանդել Հայաստան, ջնջել հայ անուն,
Որ չկատարվի յուր անկախություն:

Բայց զենք ի ձեռին՝ ոտքի կանգնեցան
Քաջ ֆիդայիններ, առյուծի նման,
Բայց զենք ի ձեռին՝ ոտքի կանգնեցան
Քաջ ֆիդայիններ, առյուծի նման:

Կռիվ կմղեր հերոս Անդրանիկ,
Սարսափը տիրեց օսմանյան զորքին:
Կռիվ կմղեր հերոս Անդրանիկ,
Սարսափը տիրեց օսմանյան զորքին։:

Արի՜ք, հայկազունք, գոչենք միաձայն,
Սրտագին գոչենք կեցցե՜ Հայաստան
Արի՜ք, հայկազունք, գոչենք միաձայն,
Սրտագին գոչենք կեցցե՜ Հայաստան:

Կեցցե Հայաստան և ազատություն,
Հայրենյաց պաշտպան քաջ ֆիդայություն,
Կեցցե Հայաստան և ազատություն,
Հայրենյաց պաշտպան քաջ ֆիդայություն!

inviata da Riccardo Venturi - 17/6/2013 - 12:16




Lingua: Armeno

La trascrizione del testo originale.

E' la prima trascrizione in assoluto che faccio dall'armeno. Chiedo scusa per eventuali errori, nonostante la revisione. La trascrizione è quella usata classicamente per la lingua armena. [RV]
ARYOWNOT DROŠ

Aryownot droš mer azatowt'yan
Cacanvec' ənddem brnakalowt'yan,
Arywnot droš mer azatowt'yan
Cacanvec' ənddem brnakalowt'yan

Howsov lc'vec'av sirtə hayowt'yan,
Erkyowłə patec' kayser ôsmanyan.
Howsov lc'vec'av sirtə hayowt'yan,
Erkyowłə patec' kayser ôsmanyan

Bayc' mardaspanə sastik zayrac'av,
Hayer ǰnǰelow hraman tvav,
Bayc' mardaspanə sastik zayrac'av,
Hayer ǰnǰelow hraman tvav

K'andel Hayastan, ǰnǰel hay anown,
Or č'katarvi yowr ankaxowt'yown,
K'andel Hayastan, ǰnǰel hay anown,
Or č'katarvi yowr ankaxowt'yown

Bayc' zenk' i jeȓin՝ otk'i kangnec'an
k'aǰ fidayinner, aȓyowci nman,
Bayc' zenk' i jeȓin՝ otk'i kangnec'an
k'aǰ fidayinner, aȓyowci nman,

Kȓiv kmłer heros Andranik,
Sarsap'ə tirec' ôsmanyan zork'in
Kȓiv kmłer heros Andranik,
Sarsap'ə tirec' ôsmanyan zork'in

Ari՜k', haykazownk', goč'enk' miajayn,
Srtagin goč'enk' kec'c'e՜ Hayastan,
Ari՜k', haykazownk', goč'enk' miajayn,
Srtagin goč'enk' kec'c'e՜ Hayastan

Kec'c'e Hayastan ew azatowt'yown,
Hayrenyac' paštpan k'aǰ fidayowt'yown,
Kec'c'e Hayastan ew azatowt'yown,
Hayrenyac' paštpan k'aǰ fidayowt'yown!

inviata da Riccardo Venturi - 17/6/2013 - 14:47





La versione greca di Lefteris Papadopoulos.
Eseguita da Vasilis Papakonstandinou nell'album Αρμἐνια (1981)

Ελληνικοί στίχοι: Λευτέρης Παπαδόπουλος
Ερμηνεία: Βασίλης Παπακωνσταντίνου
'Αλμπουμ: Αρμενία (1981)

ΜΑΤΩΜΕΝΟ ΛΑΒΑΡΟ

Πρόσταξε ο φονιάς, πρόσταξε με οργή
τούτο το λαό, σβήστε απ’ τη γη.
Πρόσταξε ο φονιάς, πρόσταξε με οργή
τούτο το λαό, σβήστε απ’ τη γη.

Μα οι φενταΐ, γίνανε φωτιά
κάψαν τους εχθρούς μας, κάψαν τη νυχτιά.
Γεια σας φενταΐ, ζήτω το Ντασνάκ
ζήτω η Αρμενία και η λευτεριά

Λάβαρο ακριβό, του τρανού Ντασνάκ
όχι στο ζυγό, όχι στη σκλαβιά.
Λάβαρο ακριβό, του τρανού Ντασνάκ
όχι στο ζυγό, όχι στη σκλαβιά.

'Aσπλαχνοι εχθροί, μας ποδοπατούν
και στις αλυσίδες, χρόνια μας κρατούν.
Γεια σας φενταΐ, ζήτω το Ντασνάκ
ζήτω η Αρμενία και η λευτεριά

Όλοι στη γραμμή, κι όλοι μας μαζί
μόνο μια φορά, ο καθένας ζεί.
Όλοι στη γραμμή, κι όλοι μας μαζί
μόνο μια φορά, ο καθένας ζεί.

Ήρθε ο καιρός του ξεσηκωμού
της στερνής μας πάλης και του λυτρωμού.
Γεια σας φενταΐ, ζήτω το Ντασνάκ
ζήτω η Αρμενία και η λευτεριά.

inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ - 17/6/2013 - 13:42




Lingua: Italiano

La traduzione italiana (della versione greca) di Gian Piero Testa
stixoi.info © 14-10-2012

armpapa
STENDARDO INSANGUINATO

L'assassino ordinò, ordinò con ira
a questo popolo, sparite dalla terra.
L'assassino ordinò, ordinò con ira
a questo popolo, sparite dalla terra.

Ma i fedayyin si fecero di fuoco
bruciarono i nemici nostri, bruciarono la notte.
Salve feday viva il Dashnàk
viva l'Armenia e la libertà

Stendardo prezioso, del grande Dashnàk
mai sotto il giogo, mai in schiavitù.
Stendardo prezioso, del grande Dashnàk
mai sotto il giogo, mai in schiavitù.

Nemici spietati ci calpestano
e da anni ci tengono in catene.
Salve feday viva il Dashnàk
viva l'Armenia e la libertà

Tutti in fila, e tutti insieme,
solo una volta ognuno vive.
Tutti in fila, e tutti insieme,
solo una volta ognuno vive.

E' giunta l'ora della sollevazione
della nostra lotta finale e del riscatto.
Salve feday viva il Dashnàk
viva l'Armenia e la libertà!

inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ - 17/6/2013 - 13:50


Riccardo, lo sai che in questo preciso momento sto seduta sul terrazzo della Biblioteca delle Oblate e sto traducendo un libro, e pensa un po', il capitolo su cui sto lavorando ora parla proprio del genocidio degli armeni. Cose da non credere..
Tanto per fare una pausa guardo cosa c'è di nuovo sul sito CCG e vedo il tuo contributo. Mah, certe volte la casualità...
E riesci anche a trascrivere l'alfabeto armeno..! Incredibile.. Complimenti!

Stanislava - 17/6/2013 - 15:19


Cose da non credere, Stanislava, ma forse vanno credute quando -con tutta probabilità- si sentono (percepiscono, intuiscono, traspirano...) le stesse cose. Almeno così mi piace pensare, lasciando ovviamente ogni strada alla casualità. Quel che sto facendo in questo momento con l'alfabeto armeno è una delle mie "uscite", chiamiamole così; l'ho imparato alla bell'e meglio circa un'ora e mezzo fa, ma pensa che quando avevo 12 anni uno dei miei divertimenti era trascrivere su un quaderno tutti gli alfabeti "strani" che trovavo, e impararmeli un po'; e allora non c'era Internet. In compenso garantisco e ribadisco la mia totale ignoranza della lingua armena; ora che ho imparato l'alfabeto vo a comprarmi subito una grammatica... :-)

Riccardo Venturi - 17/6/2013 - 15:37


Sì, anch'io a volte ho la stessa sensazione...
Quanto agli alfabeti, io mi sono fermata a quello greco e quello cirillico (che nel frattempo mi sto dimenticando perché il greco sta prendendo sopravvento :-))
Allora buon tuffo nella lingua armena!

Stanislava - 17/6/2013 - 15:52


Grazie per il tuffo, ma mi sa che prima o poi mi verrete tutti a trovare al manicomio :-) Portatemi un dolce e le croste di parmigiano fritte nell'olio che mi piacciono tanto... :-)

Riccardo Venturi - 17/6/2013 - 15:57


In margine: così a occhio, a traslitterazione fatta, mi sbaglierò ma mi sa che il traduttore greco, Lefteris Papadopoulos, si sia...preso qualche comprensibile libertà. Probabile anche che si sia servito di una traduzione dell'armeno in una qualche lingua...e la cosa è più che comprensibile.

Riccardo Venturi - 17/6/2013 - 16:04


Bene a sapersi :-) scherzo..! Ci sta che un giorno ci si ritrovi lì. Le croste di parmigiano te le lascio ma il dolce lo devi dividere con me :-)

Stanislava - 17/6/2013 - 16:07


Poi la versione greca è in rima, ed è difficile mantenere sia la rima che la fedeltà letterale all'originale. Magari anche per quello Papadopoulos si sarà preso qualche libertà..

17/6/2013 - 16:11


Il dolce mi sa che te lo mangi quasi tutto, perché, ohimé, io sarei ufficialmente diabetico anche se dalle ultime analisi sembra mi stia calando l'emoglobina glicata (chissà come si dice "emoglobina glicata" in armeno...). Dura ma logica punizione per un goloso scientifico quale sono stato!

Riccardo Venturi - 17/6/2013 - 16:17


Non ti posso essere d'aiuto su "emoglobina glicata" in armeno..:-) Non mi spaventare, anch'io a golosità non scherzo!

Stanislava - 17/6/2013 - 16:27




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