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The Atom

Ani DiFranco
Lingua: Inglese


Ani DiFranco

Lista delle versioni e commenti


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da "Red Letter Year" (2008)

atom
the glory of the atom
begs a reverent word
the primary design
of the whole universe
yes, let us sing its praises
let us bow our heads in prayer
at the magnificent consciousness
incarnate there

the smallest unit of matter
with its orbiting electrons
echoing off the solar system
like a hawk in the hills at dawn
the smallest unit of matter
uniting bird and rock and tree
and you and me

oh holy is the atom
the truly intelligent design
to which all of evolution
is graciously aligned
the one single structure
to which everything distills
the air
the wood smoke there
and the hills

leave me here surrounded
by everything that's real
far outside the boundaries
of the digitized ordeal
leave me here awake
leave me here to heal

human beings are a cross
between monkeys and ants
you can see us from your spaceship
melting the polar ice caps
with our arrogance
summon a congress of angels
dressed in riot gear
we got ourselves a serious situation
down here

i have this great uncle
who worked on the atomic bomb
he got a nobel prize in physics
and a place in this song
and i bet there were no windows
and no women in the room
when they applied themselves
to the pure science of
boom

yes, messing with the atom
is the highest form of blasphemy
whether you are making weapons
or simple electricity
someone fashion me a pulpit
i have been called to engage
with the maniacal heretics
of the nuclear age!

let the religious get religion
let consumers get a clue
let scientists get perspective
let activists get their due
let industry get a conscience
let the earth inherit the meek
let the divinity of nature speak

the glory of the atom
begs a reverent word
the primary design
of the whole universe
yes, let us sing its praises
let us bow our heads in prayer
to the magnificent consciousness
incarnate there

4/7/2009 - 23:16



Lingua: Italiano

Versione italiana di Lorenzo Masetti
L'ATOMO

La gloria dell'atomo
domanda una parola riverente
il disegno primario
dell'intero universo
Sì, cantiamone le lodi
chiniamo il capo in preghiera
alla magnifica coscienza
in esso incarnata

la più piccola unità della materia
con gli elettroni che orbitano
e che fanno eco al sistema solare
come un falco sulle montagne all'alba
la più piccola unità della materia
che unisce l'uccello e la pietra e l'albero
e te e me

Oh, benedetto è l'atomo
il vero disegno intelligente
al quale tutta l'evoluzione
è graziosamente allineata
la una e unica struttura
a cui tutto distilla
l'aria
il fumo dal legno
e le colline

Lasciami qui circondata
da tutto ciò che è reale
ben al di là dei confini
della sofferenza digitalizzata
lasciami qui sveglia
lasciami qui a guarire

Gli esseri umani sono un incrocio
tra le scimmie e le formiche
ci vedi dalla tua nave spaziale
come sciogliamo le calotte polari
con la nostra arroganza
convocate un congresso di angeli
in tenuta antisommossa
ci siamo messi in una situazione grave
quaggiù

Ho questo prozio
che ha lavorato alla bomba atomica
ha avuto un premio nobel per la fisica
e un posto in questa canzone
e scommetto che non c'erano finestre
né donne nella stanza
quando si sono dedicati
alla pura scienza del
bum


Sì, pasticciare con l'atomo
è la più alta forma di blasfemia
sia che tu stia facendo armi
o semplice elettricità
qualcuno mi ha forgiato un pulpito
sono stata chiamata ad impegnarmi
con gli eretici maniacali
dell'era nucleare!

Che i religiosi ottengano la religione
i consumatori un'informazione
gli scienziati una prospettiva
gli attivisti quello che gli spetta
Che l'industria ottenga una coscienza
che i miti ereditino la terra
che la divinità della natura parli

La gloria dell'atomo
domanda una parola riverente
il disegno primario
dell'intero universo
Sì, cantiamone le lodi
chiniamo il capo in preghiera
alla magnifica coscienza
in esso incarnata

5/7/2009 - 00:17


Rubbia: "Né petrolio né carbone soltanto il sole può darci energia"
La Repubblica - 2007

GINEVRA - Petrolio alle stelle? Voglia di nucleare? Ritorno al carbone? Fonti rinnovabili? Andiamo a lezione di Energia da un docente d'eccezione come Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica: a Ginevra, dove ha sede il Cern, l'Organizzazione europea per la ricerca nucleare. Qui, a cavallo della frontiera franco-svizzera, nel più grande laboratorio del mondo, il professore s'è ritirato a studiare e lavorare, dopo l'indegna estromissione dalla presidenza dell'Enea, il nostro ente nazionale per l'energia avviluppato dalle pastoie della burocrazia e della politica romana.

Da qualche mese, Rubbia è stato nominato presidente di una task-force per la promozione e la diffusione delle nuove fonti rinnovabili, "con particolare riferimento - come si legge nel decreto del ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio - al solare termodinamico a concentrazione". Un progetto affascinante, a cui il premio Nobel si è dedicato intensamente in questi ultimi anni, che si richiama agli specchi ustori di Archimede per catturare l'energia infinita del sole, come lo specchio concavo usato tuttora per accendere la fiaccola olimpica. E proprio mentre parliamo, arriva da Roma la notizia che il governo uscente, su iniziativa dello stesso ministro dell'Ambiente e d'intesa con quello dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, ha approvato in extremis un piano nazionale per avviare anche in Italia questa rivoluzione energetica.

Prima di rispondere alle domande dell'intervistatore, da buon maestro Rubbia inizia la sua lezione con un prologo introduttivo. E mette subito le carte in tavola, con tanto di dati, grafici e tabelle.

Il primo documento che il professore squaderna preoccupato sul tavolo è un rapporto dell'Energy Watch Group, istituito da un gruppo di parlamentari tedeschi con la partecipazione di scienziati ed economisti, come osservatori indipendenti. Contiene un confronto impietoso con le previsioni elaborate finora dagli esperti della IEA, l'Agenzia internazionale per l'energia. Un "outlook", come si dice in gergo, sull'andamento del prezzo del petrolio e sulla produzione di energia a livello mondiale. Balzano agli occhi i clamorosi scostamenti tra ciò che era stato previsto e la realtà.

Dalla fine degli anni Novanta a oggi, la forbice tra l'outlook della IEA e l'effettiva dinamica del prezzo del petrolio è andata sempre più allargandosi, nonostante tutte le correzioni apportate dall'Agenzia nel corso del tempo. In pratica, dal 2000 in poi, l'oro nero s'è impennato fino a sfondare la quota di cento dollari al barile, mentre sulla carta le previsioni al 2030 continuavano imperterrite a salire progressivamente di circa dieci dollari di anno in anno. "Il messaggio dell'Agenzia - si legge a pagina 71 del rapporto tedesco - lancia un falso segnale agli uomini politici, all'industria e ai consumatori, senza dimenticare i mass media".

Analogo discorso per la produzione mondiale di petrolio. Mentre la IEA prevede che questa possa continuare a crescere da qui al 2025, lo scenario dell'Energy Watch Group annuncia invece un calo in tutte le aree del pianeta: in totale, 40 milioni di barili contro i 120 pronosticati dall'Agenzia. E anche qui, "i risultati per lo scenario peggiore - scrivono i tedeschi - sono molto vicini ai risultati dell'EWG: al momento, guardando allo sviluppo attuale, sembra che questi siano i più realistici". C'è stata, insomma, una ingannevole sottovalutazione dell'andamento del prezzo e c'è una sopravvalutazione altrettanto insidiosa della capacità produttiva.

Passiamo all'uranio, il combustibile per l'energia nucleare. In un altro studio specifico elaborato dall'Energy Watch Group, si documenta che fino all'epoca della "guerra fredda" la domanda e la produzione sono salite in parallelo, per effetto delle riserve accumulate a scopi militari. Dal '90 in poi, invece, la domanda ha continuato a crescere mentre ora la produzione tende a calare per mancanza di materia prima. Anche in questo caso, come dimostra un grafico riassuntivo, le previsioni della IEA sulla produzione di energia nucleare si sono fortemente discostate dalla realtà.

Che cosa significa tutto questo, professor Rubbia? Qual è, dunque, la sua visione sul futuro dell'energia?
"Significa che non solo il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l'uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni, come del resto anche l'oro, il platino o il rame. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra".

Eppure, dagli Stati Uniti all'Europa e ancora più nei Paesi emergenti, c'è una gran voglia di nucleare. Anzi, una corsa al nucleare. Secondo lei, sbagliano tutti?
"Sa quando è stato costruito l'ultimo reattore in America? Nel 1979, trent'anni fa! E sa quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l'uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie".

Ma non si parla ormai di "nucleare sicuro"? Quale è la sua opinione in proposito?
"Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo".

In che cosa consiste?
"Nella possibilità di usare il torio, un elemento largamente disponibile in natura, per alimentare un amplificatore nucleare. Si tratta di un acceleratore, un reattore non critico, che non provoca cioè reazioni a catena. Non produce plutonio. E dal torio, le assicuro, non si tira fuori una bomba. In questo modo, si taglia definitivamente il cordone fra il nucleare militare e quello civile".

Lei sarebbe in grado di progettare un impianto di questo tipo?
"E' già stato fatto e la tecnologia sperimentata con successo su piccola scala. Un prototipo da 500 milioni di euro servirebbe per bruciare le scorie nucleari ad alta attività del nostro Paese, producendo allo stesso tempo una discreta quantità di energia".

Ora c'è anche il cosiddetto "carbone pulito". La Gran Bretagna di Gordon Brown ha riaperto le sue miniere e negli Usa anche Hillary Clinton s'è detta favorevole...
"Questo mi ricorda la storia della botte piena e della moglie ubriaca. Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell'umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l'anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso".

E allora, professor Rubbia, escluso il petrolio, escluso l'uranio ed escluso il carbone, quale può essere a suo avviso l'alternativa?
"Guardi questa foto: è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell'elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità".

Ma noi, in Italia e in Europa, non abbiamo i deserti...
"E che vuol dire? Noi possiamo sviluppare la tecnologia e costruire impianti di questo genere nelle nostre regioni meridionali o magari in Africa, per trasportare poi l'energia nel nostro Paese. Anche gli antichi romani dicevano che l'uva arrivava da Cartagine. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l'energia necessaria all'intero pianeta. E un'area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell'Italia, un'area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma".

Il sole, però, non c'è sempre e invece l'energia occorre di giorno e di notte, d'estate e d'inverno.
"D'accordo. E infatti, i nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l'energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l'acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente".

Se è così semplice, perché allora non si fa?
"Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com'è accaduto del resto per il computer vent'anni fa".

15/3/2011 - 23:56


Forse è provinciale continuare a discutere della piccola Italia di fronte alla tragedia giapponese. Certo che in Italia abbiamo da una parte Rubbia che, per quanto chi ha avuto occasione di lavorare con lui racconti che non brilla per simpatia, ha saputo spiegare con competenza scientifica perché il ritorno al nucleare sia insostenibile, dall'altra questo individuo:



"Pur essendo noi la patria di Enrico Fermi, creatore della [pausa imbarazzata] possibilità di creare dalla scomposizione delle cellule l'energia nucleare".

16/3/2011 - 00:11


Io non dimentico quando, nei primi anni Sessanta, il PCI - del quale ero allora fresco adepto - erudiva i suoi pupi sulla bontà dell'energia atomica e li incantava con le avventure strabilianti di Atomino, eroe positivo del "Pioniere", l'inserto dell'Unità dedicato ai bambini...
Vedi qui:http://www.lfb.it/fff/fumetto/pers/a/a...

Gian Piero Testa - 16/3/2011 - 08:21


Belle, le avventure di Atomino. E ancora, per colpa di qualcuno, siamo così.. all'avventura..!

Sandro - 16/3/2011 - 09:44


"Consiros vei la passada folor"...(D.C. 2, XXVI,v.143). Purtroppo, non la vedono molti altri, e si sa che ogni generazione di centrali è sempre la più sicura che si possa concepire...fino alla successiva. E ai morti e agli ammalati non si fanno neppure le scuse, perché quei maleducati non hanno l'abitudine di accettarle.

Gian Piero Testa - 16/3/2011 - 13:45


Krzysiek - 16/7/2016 - 01:18




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