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Canzone per Mario

Sergio Bonato
Language: Italian


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(Fabrizio De André)


Ripresa da Cimbri dei Sette Comuni - De Zimbar von Siban Komaün, una canzone dedicata a Mario Rigoni Stern. L'autore del Sergente nella neve (1953), una delle più celebri opere (autobiografiche) di un militare italiano dell'ARMIR durante la ritirata dalla Russia dopo la disgraziata spedizione mussoliniana, era nato a Asiago il 1° novembre 1921 e vi è morto il 16 giugno 2008.

Mario Rigoni Stern (1921-2008)
Mario Rigoni Stern (1921-2008)


Certo, nella canzone di Sergio Bonato quel che colpisce particolarmente è la citazione diretta di un'intera strofa della Guerra di Piero di Fabrizio De André. Asiago, come tutti sanno, è il capoluogo dei "Sette Comuni" dell'altopiano tra il Veneto e il Trentino dove si parla un antico idioma germanico di origine bavarese, il cimbro (Zimbrisch). A mo' di curiosità, si parlava cimbro anche a Lusiana, il paese dove è nata Edvige Antonia Maino, divenuta in seguito Sonia Gandhi. Oggi, secondo le stime, nei Sette Comuni non rimangono che un migliaio di parlanti dell'antico cimbro, il cui nome non sembra comunque avere niente a che fare coi Cimbri, i germani sconfitti dai Romani assieme ai Teutoni nel II secolo d.C. Nel XVII secolo pare che il cimbro fosse parlato da circa ventimila persone.

Luserna / Lusern
Luserna / Lusern
Forse vi starete chiedendo perché stia parlando del cimbro. Il fatto è che, ieri sera, un amministratore del sito, vale a dire DonQuijote 82 (o "DQ82"), stava cercando canzoni cimbre. Quando l'ho saputo, mi sono lanciato (nella chat interna del sito) in un pippone a base di lontani ricordi, quando, durante una fugace love story con una fanciulla che frequentava quei posti, la trascurai alquanto per imparare a pattinare sul ghiaccio (cosa che feci direttamente sul lago di Lavarone gelato, con notevole sprezzo del pericolo), per tentare di imparare a fare lo sci di fondo (tentativo miseramente fallito, mentre coi pattini me la cavavo) e, soprattutto, per mettere a ferro e fuoco il paese di Luserna, dove si parla ancora il cimbro (cosa che, ehm, un filologo germanico sa bene, per non parlare del non lontano mòcheno). Dopo l'invasione manu militari della locale biblioteca (aperta il 26 dicembre!) del Kulturinstitut Lusérn, tenuta da una gentile signora che feci letteralmente ammattire mescolando il fiorentino di campagna al tedesco, ne uscii fuori con una carrettata di opuscoli, libriccini, glossari, la grammatichetta scritta in tedesco (22 pagine) e novellieri tutti rigorosamente in cimbro (ivi compresa una favoletta dove si parlava di un pietrone magico che si trasformava in lupo, o forse era un lupo che si trasformava in pietrone). La love story con la fanciulla, la quale aveva constatato che ero completamente grullo e che ebbe pesantemente a sospettare che fossi andato a trovarla da quelle parti non per passare notti di fuoco, ma per andare a Luserna a saccheggiare tutto quel che si trovava sul cimbro, terminò dopo poco -come è facile immaginare; restano però i pattini e il cimbro (nella sua variante lusernese, che a dire il vero è un po' "aberrante" rispetto al cimbro degli altri comuni. Però è quella che si è meglio conservata e modernizzata, tanto che a Luserna lavano i panni con la bèschmaschì, vale a dire la Waschmaschine, la lavatrice insomma). Insomma, è stato così che ho imparato un po' di cimbro (che non è poi così difficile se si conosce il tedesco).

Insomma, tornando alla nostra canzone dedicata a Mario Rigoni Stern (e al Piero di De André), tutto questo era per dire che, sì, è in italiano; però il sito di provenienza ne fornisce una traduzione rigorosamente in cimbro asiaghese. E non è roba da poco. Disgraziatamente non sono riuscito a reperire notizie sull'autore della canzone, Sergio Bonato; su Google, il primo Sergio Bonato che viene fuori è un dentista di Prato. Ma sull'autore della traduzione cimbra, Remigius Geiser, sì. E' un sociobiologo che lavora all'università di Salisburgo e che ha un sito pentalingue (o quinquilingue, non so come si dica): tedesco, inglese, italiano, latino e cimbro. Sic. [RV]
Il tuo ricordo viene da lontano,
viene dal cuore del tuo altopiano:
altopiano di guerra e di fatica,
altopiano, terra per tanti amica.

Con le nevi di novembre tu sei nato,
dalle nevi della Russia sei tornato:
ti sei salvato da quella guerra atroce,
per dare ai morti amici la tua voce.

“Mentre marciavi con l’anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle,
che aveva il tuo stesso identico umore,
ma la divisa di un altro colore.”

Un poeta genovese così cantava,
pace e libertà in cuor sognava:
hai sognato anche tu un mondo bello,
per trovare in ogni uomo un fratello.

Hai amato i tuoi monti e la tua gente,
hai portato tante storie nella mente.
Caro Mario, continua a raccontare.
Tutto passa, ma tu lo fai durare.

Tu fai durare il canto della vita,
con la sua gioia e la sua pena infinita.
Ci hai lasciati in una dolce primavera,
finendo con speranza la tua sera.

Contributed by Riccardo Venturi - 2020/2/21 - 06:54



Language: German (Cimbro / Zimbrisch)

Gakhèart in zimbrisch vomme / Traduzione cimbra / Cimbrian translation / Traduction cimbre / Zimbrischkielinen käännös: Remigius Geiser
Fonte / Source: Cimbri dei Sette Comuni - De Zimbar van Siban Komaün

Remigius Geiser.
Remigius Geiser.


Nota. Come specificato nell'introduzione, il testo della canzone italiana scritta da Sergio Bonato e tradotta in cimbro da Remigius Geiser contiene una strofa della "Guerra di Piero" di De André. La quale finisce diritta anche nella relativa pagina: una briciola di De André in cimbro non va lasciata perdere.
Liid vor in Mario

Von baitame pist-to von allen gadenkhet,
z hèertze me hòoch-lante hat-tich gaschènkhet:
hooch-lant von maatarn, von khriighen an hella,
hooch-lant, von sòveln loiten an khsella.

Fan hòolikh-maanot met snebe gabùart,
vom-me sneebe dar Russien èersinkh gavùart:
ganiiset von dèmme krighe met nòat,
ghist de dain rufe in khsellen fan toat.

“Bail du haikhaltest, af d aksel in sinn,
sachtast-to an man in-me taale deninn,
ba hatte z dain selbe galaiche galust,
badar andarst gavèrbet z garùst.”

An singar kan Genova sankh von dèmme,
az vriide und vraikhot vom hèertzen khèmme:
du och hast gatròomet an belt schondar hanne,
zo vénnan an prudar in ilcharme manne.

Hast galiibet de pèrghe, de loite voròan,
hast gatràt in dar minte asòveldar schòan.
Liibatar Mario, prècht-uz nòch sòvel veerte.
Allez dorghèet, ma met diar naltet-z heerte.

Met diar haltet heerte me leeban dez bòart,
gafròant un och màartanten schiar ane oart
Am-me langhese, suuzen, du hast-us galàzzet,
z dain maal met-ten lesten gadìnghen gavàzzet.

Contributed by Riccardo Venturi - 2020/2/21 - 07:40




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