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Lager

Francesco Guccini
Language: Italian


Francesco Guccini

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(Pavel Friedman)
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Nostra signora dell’ipocrisia
(Francesco Guccini)


it.fan.musica.guccini

Testo e musica di Francesco Guccini
Lyrics and Music by Francesco Guccini
מילים המוזיקה של פרנצ’סקו גוצ’יני

Dall'album "Metropolis" (1981)
Metropolis


Mauthausen, 1943.
Mauthausen, 1943.



Commento di Alessandra "Iskra" dal NG it.fan.musica.guccini [IFMG], 10 gennaio 2002
A commentary by Alessandra "Iskra" from the Usenet Newsgroup it.fan.musica.guccini [IFMG], January 10, 2002.


Sono un posto dove la gente muore... o, peggio, nasce... sono un posto dove l'uomo si ritrova costretto dall'uomo-bestia a divenir un animale in balia all'unico istinto che veramente vuol dire vivere... la fame... non gettare la pelle del salame... sono posti dove, nella migliore delle ipotesi, ricorderai a malapena il tuo nome e ciò che era della tua vita "prima" (sì, prima, perché solo in rari casi c'è stato un dopo) diventerà solo un ricordo fastidioso che ti schiaccia e ti avvilisce ancor più di ciò che stai subendo... perché in fondo ci si abitua a tutto, ai cani, ai fucili, alle SS, agli ordini gridati, allo "Wstavac", quell'orribile sveglia che giunge dopo notti di lamenti, di piaghe ai piedi, di dolore nel corpo e nella mente... ma non ci si abitua a nuotare nei ricordi e si preferisce abbandonarsi alla dimenticanza... inghiottiti nel nulla... sommersi... sommersi, come diceva Primo Levi, inghiottiti dalla macchina della morte ancor prima di esser trasformati in volute di fumo, schiacciati perché han rinunciato a lottare e -peggio- a pensare... eppure questi luoghi di dolore ci portano anche delle voci che raccontano di sogni, di vita "normale"... voci che, con la forza propria dell'ingenuità, continuano a narrare una vita a cui sono stati strappati.... sono i bambini di Terezinstadt.

Terezinstadt, una città-fortezza costruita nel 1780 dall'imperatore Giuseppe II e dedicata alla madre Maria Teresa... una città che tra il 1942 ed il 1944 divenne tristemente nota come "ghetto dell'infanzia". Qui, stando a quanto si è potuto ricostruire, furono rinchiusi circa 20.000 bambini (anche se si teme che, come al solito, le cifre siano approssimate per difetto), in maggioranza ebrei, che furono sottoposti ad un regime di vita terribile, per esser poi trasferiti ad Auschwitz, e qui sterminati. "Pezzi" (Stuecke, come venivano definiti dai nazisti i deportati al momento del conteggio) di ricambio della macchina del terrore, costretti a lavori pesantissimi, insostenibili, dannosissimi alla loro salute e compromettenti la crescita di un bambino (stando agli archivi la maggior parte dei bambini di Terezin aveva un'età compresa tra gli 8 ed i 14 anni, anche se ci sono numerosi casi di vite più giovani). Da Terezin il famigerato Dr. Mengele "attingeva" per i suoi biechi esperimenti, da Terezin arrivavano a frequenza settimanale carichi di bambini destinati ad ardere nelle fosse comuni... Elie Wiesel in "La notte" ce ne rende una testimonianza sconcertante nella sua semplicità... eppure proprio a Terezin, luogo dell'annientamento della speranza nell'avvenire, accadde qualche cosa di incredibile... i deportati incaricati di sorvegliare questi bambini (anche se, purtroppo, non si può dire che lo fecero tutti) trovarono il coraggio e la forza interiore di mantenere viva la delicatezza dell'anima dei bambini facendoli studiare, scrivere e disegnare...

Da ciò che è rimasto dei disegni e delle poesie dei bambini di Terezin (circa 4000 disegni ed una cinquantina o poco più di poesie, oggi conservate al museo ebraico di Praga) emerge un quadro sconcertante... il mondo di questi bambini era letteralmente diviso in due... da un lato i ricordi della vita "prima", dall'altro l'orrore quotidiano, la fame e tutto ciò che concerne la non-vita "dentro"... disegni che ritraggono i bambini con i loro familiari, alberi, case uccelli fianco a fianco con immagini di morte, di esecuzioni, di lavoro duro.... parole di saluto a padri, madri, amici e compagni mischiate a parole di dolore, a ricordi di una primavera che non c'è più....

"L'ultima, proprio l'ultima,
di un giallo così intenso,
così assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla !

l'ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.

Fra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere del castagno
nel cortile.

Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell'altra volta fu l'ultima:
le farfalle non volano nel ghetto"

Così scriveva Pavel Friedmann, morto nel 1944 a 21 anni dopo circa otto mesi di Lager... faceva parte del Block edilizio (eh sì, esistevano anche a Terezin....) e sognava le farfalle... sacchi di cemento contro il verde del prato in cui giocava fino a poco prima della deportazione.... la voce dei sommersi, le urla di dolore di bambini e ragazzi costretti a portare al petto una stella di cui capivano a malapena il significato....

In fondo al nido il topolino
Si cerca una pulce nel pelo fino
Si dà da fare, fruga e rifruga,
ma non la trova, non ha fortuna.

Gira di qui, gira di là,
ma la pulcetta non se ne va.
Ed ecco arriva il papà topo,
che al suo pelo fa un sopraluogo.

Ecco che acciuffa quella pulcetta
e poi nel fuoco lesto la getta.
Il topolino corre diretto
Ad invitare il suo nonnetto:

"Menu del giorno
pulcetta al forno".

(poesia firmata da tre ragazzini tra gli undici ed i tredici anni, datata 26.2.44.... i giovani autori sono morti con la "spedizione" ai forni del 04/10/44)

Si ride a Terezin... si ride per non piangere, si inventano rime per non pensare all'orrore... la gioia di vivere che scaturisce dai cantieri, dai block in cui si dorme nel fango, nei gabinetti senza acqua corrente.... si lotta per un pezzo di pane ed una patata marcia e si ride su di una pulce al forno.... perché anche se si tratta del lager dei bambini, pur sempre di un lager si tratta... un tempo Terezin era una dei famosi "luoghi di guarigione", dove venivano mandati i bambini con menomazioni fisiche o problemi mentali per essere "guariti".... guariti con iniezioni di fenolo nel cuore, utilizzati per "ricerca scientifica", per esperimenti di fronte ai quali la vivisezione pare un vaccino antinfluenzale... piccole vite strappate alla vita, carne da macello, piccoli germogli della stirpe semita da estirpare ad ogni costo....

In una sera di sole, sotto l'azzurro del cielo,
sotto le gemme fiorite di un robusto castagno,
me ne sto seduto, nella polvere del cantiere.
È un giorno come ieri, un giorno come tanti.

Bellissimi gli alberi fioriscono,
nella loro legnosa vecchiaia, così belli
che io quasi non oso alzare gli occhi
lassù, al loro verde splendore.

Un velo tessuto d'oro solare
A un tratto fa trasalire il mio corpo
Mentre il cielo mi lancia un grido azzurro,
e certo, ne sono sicuro, mi sorride.

Ogni cosa fiorisce e senza fine sorride.
Vorrei volare, ma come, ma dove ?
Se tutto è in fiore, oggi mi dico,
perché io non dovrei ? E per questo resisto

(Anonimo, datata 1944)

Eccola la vita dei bambini di Terezin... la voce di coloro che da 20.000 furono ridotti a meno di un centinaio... un manipolo di giovani eroi che.. "per questo resisto".... dal loro destino di sommersi -per ironia della sorte- con i loro disegni, le loro poesie e la loro volontà di lottare e di non arrendersi all'evidenza... diventarono "salvati", consegnando a noi che restiamo e che viviamo "al sicuro nelle nostre case" la tremenda testimonianza dell'orrore.

Shalom.
Un lager. Cos'è un lager?
E una cosa nata in tempi tristi,
dove dopo passano i turisti
occhi increduli agli orrori visti
(non buttar la pelle del salame!)
Cos'è un lager?
È una cosa come un monumento,
e il ricordo assieme agli anni è spento
non ce n'è mai stati, solo in quel momento,
l'uomo in fondo è buono,
meno il nazi infame!
Cos'è un lager?
Ma ce n'è, ma c'è chi li ha veduti,
o son balle di sopravvissuti?
Illegali i testimoni muti,
non si facciano nemmen parlare!
Cos'è un lager?

Sono mille e mille occhiaie vuote,
sono mani magre abbarbicate ai fili
son baracche e uffici, orari, timbri, ruote,
son routine e risa dietro a dei fucili
sono la paura l'unica emozione,
sono angoscia d'anni dove il niente è tutto
sono una follia ed un'allucinazione
che la nostra noia sembra quasi un rutto
sono il lato buio della nostra mente,
sono un qualche cosa da dimenticare
sono eternità di risa di demente,
sono un manifesto che si può firmare
è un lager.

Cos'è un lager?
Il fenomeno ci fu. È finito!
Li commemoriamo, il resto è un mito!
l'hanno confermato ieri al mio partito,
chi lo afferma è un qualunquista cane.
Cos'è un lager?
È una cosa sporca, cosa dei padroni,
cosa vergognosa di certe nazioni
noi ammazziamo solo per motivi buoni,
quando sono buoni?
Sta a noi giudicare.

Cos'è un lager?
È una fede certa e salverà la gente,
l'utopia che un giorno si farà presente
millenaria idea, gran purga d'occidente,
chi si oppone è un giuda
e lo dovrai schiacciare.
Cos'è un lager?

Son recinti e stalli di animali strani,
gambe che per anni fan gli stessi passi
esseri diversi, scarsamente umani,
cosa fra le cose, l'erba, i mitra i sassi
ironia per quella che chiamiam ragione,
sbagli ammessi solo sempre troppo dopo
prima sventolanti giustificazione,
una causa santa, un luminoso scopo
sono la consueta prassi del terrore,
sempre per qualcosa, sempre per la pace
sono un posto in cui spesso la gente muore,
sono un posto in cui, peggio,
la gente nasce.

E un lager.
Cos'è un lager?
E una cosa stata, cosa che sarà,
può essere in un ghetto, fabbrica, città
contro queste cose o chi non lo vorrà,
contro chi va contro o le difenderà
prima per chi perde e poi chi vincerà,
uno ne finisce ed uno sorgerà
sempre per il bene dell'umanità,
chi di voi kapò, chi vittima sarà
in un lager.

Contributed by Riccardo Venturi




Language: Hebrew

Versione ebraica di Riccardo Venturi
Hebrew version by Riccardo Venturi
ריקרדו ונטורי תרגם בעברית
15 settembre 2005 / September 15, 2005
ספטמבר 2005.15
לגר
פרנצ’סקו גוצ’יני, 1981
מהאלבום “מטרופוליס”

לדר אחד. מה לדר אחד?
זה דבר עצוב אהד שנולד בזמנים בעצובים
איפה אחר-כך עוברים התירים
עם עינים נוטים לפקפק להאימות שריתו
(אל זרק את העור של הסלמי!)
מה לדר אחד?
זה דבר אהד כמו מצבה,
והמזכרת התכבה יחד עם השנות,
לא היה קים לעולם, בודד ברגע בההיא,
האדם טוב בתחתת,
למעט-הנצי הרע!
מה לדר אחד?
אבל יש, יש מישהו שראה,
או גם שקרי נשארים בחיים?
העדים האלמים לא-חקיים,
גם לא צריכים לדבר!
מה לדר אחד?

אלף ואלף מבטים חללים
ידים רזים םדבקים להוטים
צריפים ולשכות, שעות, חותמות, גלגלים,
רוטין וצחוקים אחרי רובים
הפחד הרגשה היחידה,
חרדת שנות איפה שום דבר הכל
שגעון ומקסם-שוה
ושעמומנו דומה כמעט גהוק אחד
הצד החשוך של שכלנו
משהו שיש לשכח
הנצח של צחוקי מטומטם
כרוז אחד שאפשר לחתם,
זה לדר אחד.

מה לדר אחד?
הדבר היה. גמר!
אנחנו זוכרים אותם, העדף אגדה!
זה אשר אתמול ממפלגתי,
הוא אומר את הזה פשיסט וכלב.
מה לדר אחד?
זה דבר מלכלך אחד, דבר הבעלים,
זה דבר בושי של איזה לאם
אנחנו הורגים יחיד לנמוקים לטובים,
מתי אלה טובים?
המשפט יש לנו.

מה לדר אחד?
זה אמונה בטוחה שויציל את האנשים,
האוטופיה שהיה קים ביום באחד
רעיון רבבת שנות, תרופה גדולה של המערב,
המתנגד הוא בוגד אחד
שעליך למעך אותו.
מה לדר אחד?

גדרים ורפות של היות מוזרות,
רגלים שעושים צעדים שוים
ישויות מבדילות, לא מספיק אנושיות,
דבר בין-הדברים, העשב, המקלעות, האבנות
אירוניה לזה שאנחנו קורים תבונה,
טעויות מסכימות תמיד יותר מדי בפגור
ומנוערות קדם הצרקה אחת
סבה קדושה אחת, מטרה נהירה אחת
וזה הנסיון רגיל של הבעתה,
תמיד למשהו, תמיד לשלום,
זה מקום איפה האנשימ לעתים קרובות מתו,
זה מקום איפה, יותר גרוע,
האנשימ האנשימ נולדו.

זה לגר אחד.
מה לגר אחד?
זה דבר שהיה, זה דבר שיהיה,
זה יכול להיות בגטו, בבית-חרשת, בעיר,
נגד הדברים האלה א גם נגד הוא שלא ירצהם
נגד השמנגד א גם נגד ההוגן אותם
קדם לאובד ואחרה למנצח,
אחד גומר ואחד ילד
תמיד לחבת האנושות,
מי יהיה הקפו, מי יהיה הקרבן
בלגר באחד.

2005/9/15 - 14:26




Language: Hebrew

Trascrizione in caratteri latini della versione ebraica
Romanized Hebrew Version
LAGER
frants'esko guts'ini, 1981
maàlbum "metròpolis"

làger ekhàd. ma làger ekhàd?
ze davàr ‘atsùv elhàd shenòlad bezmanìm b’atsuvìm
èyfo akhar-kàkh ‘overìm hatayarìm
‘im àynayim notìm lefàkpek laeymòt sheràytu
(al zkor et ha’òr shel hasalàmi!)
ma lager ekhad?
ze davàr ekhàd kmo matsèva,
vehamazkàret hitkìba yakhàd ‘im ha shonòt,
lo hàya kayàm le’olàm, bòded barèga bàhi,
haadàm tov betàkhtit,
lemà’et-hanàtsi harà!
ma làger ekhad?
avàl yesh, yesh mishèhu sherà,
o gam shakrèy nishrìm bekhàyim?
ha’edìm hailmìm lo-khukiyìm,
gam lo tsrikhìm ledàber!
ma làger ekhàd?

èlef veèlef mabtìm khlalìm
yadàyim razìm mudbakìm lahutìm
tsrifìm velishkòt, sha’òt, khotemòt, galgalìm,
rutìn vetskhokìm akhàre rovìm
hafkhàd haragashà hayakhidà,
kharàdat shonòt èyfo shum davàr hakòl
shiga’òn umiksàm-shavè
veshi’amumènu domè kim’àt gihùk ekhàd
hatsàd sheyèsh lishkòkh
hanatsàd shel tskhokèy metumtàm
kerùz ekhàd sheefshàr likhtòm.
ze làger ekhàd.

ma làger ekhàd?
hadbàr hàya. gamar!
anàkhnu zokhrìm otàm, ha’odèf agadà!
ze ushàr etmòl memiflagàti,
hu sheomèr et hazè fashìst vekèlev.
ma làger ekhàd?
ze dàvar melukhlàkh, dbar haba’alìm,
ze dàvar bùshi shel èyze leòm
anàkhnu horgìm yàkhid lenimukìm letovìm,
matày èle tovìm?
hamishpàt yesh lànu.

ma làger ekhàd?
ze emunà batukhà sheyatsìl et haanàshim
hautòpya shehàya kayàm beyòm bekhàd,
hamitnàged hu bòged ekhàd
she’alèkha lim’òkh òto.
ma làger ekhàd?

gadrìm verefòt shel hayòt muzròt,
raglàyim she’osìm tsa’adìm shavìm
yeshuyòt mavdilòt, lo maspìk enoshiyòt,
dàvar ben-hadbarìm, ha’èsev, hamakle’òt, haevenòt
irònya lazè sheanàkhnu korìm tevunà
te’uyòt maskimòt tamìd yotèr midày bfigùr
vemeno’erìm kodèm hatsrakà akhàt,
sibà kdoshà akhàt, matarà nehirà akhàt
uzè hanisayòn haràgil shel habe’atà,
tamìd lemashèhu, tamìd lashalòm,
ze makòm èyfo haanàshim le’itìm krovòt mètu,
ze makòm èyfo, yotèr garua’,
haanàshim nòldu.

ze làger ekhàd.
ma làger ekhàd?
ze dàvar shehàya, ze dàvar sheihyè,
ze yakhòl lihyòt begèto, bebèyt-haròshet, be’ìr,
nèged hadbarìm haèle o gam nèged hu shelò irtsèm,
nèged hamenùgad o gam nèged hehògen otàm
kòdem laòbed vaakharè lamenatsèakh,
ekhàd gòmer veekhàd ilòd
tamìd lehibàt haenoshùt,
mi ihyè hakapò, mi ihyè hakarbàn
belàger bekhàd.

2005/9/15 - 14:33


Mi pare che la prima incisione di "Lager" risalga al 1979 nel disco dell'Assemblea Musicale Teatrale intitolato "Il sogno di Alice". Guccini è stato infatti il produttore di quello e forse di altri lavori del gruppo guidato da Giampiero Alloisio...

The Lone Ranger - 2010/8/6 - 09:19




Language: French

Version française – LAGER – Marco Valdo M.I. – 2016
Chanson italienne – Lager – Francesco Guccini – 1981

  Qu’est-ce qu’un lager ? <br />
Une chose née en des temps tristes, <br />
Où plus tard passent les touristes
Qu’est-ce qu’un lager ?
Une chose née en des temps tristes,
Où plus tard passent les touristes
LAGER

Un lager.
Qu’est-ce qu’un lager ?
Une chose née en des temps tristes,
Où plus tard passent les touristes
Aux yeux incrédules face aux horreurs vues
(Ne pas jeter la peau du saucisson !)
Qu’est-ce qu’un lager ?
C’est une chose comme un monument,
Et le souvenir au fil des années s’éteint
Il n’y en avait jamais eu, seulement à ce moment,
L’homme au fond est bon,
Excepté le nazi infâme !
Qu’est-ce qu’un lager ?
Oui, il y en a, il y a celui qui les a vus,
Ou sont-ce des inventions de survivants ?
Illégaux les témoins muets,
Ils ne savent même pas parler !
Qu’est-ce qu’un lager ?

Ce sont mille et mille orbites vides,
Ce sont des mains maigres accrochées aux fils
Ce sont des baraques et des bureaux, des horaires, des timbres, des roues,
Ce sont des routines et des rires derrière des fusils
Il y a la peur l’unique émotion,
Il y a l’angoisse des années où le rien est tout
C’est une folie et une hallucination
Telles que notre ennui semble presque un rot
C’est le côté sombre de notre esprit,
C’est une chose à oublier
C’est une éternité de rire de dément,
Il y a une pétition qu’on peut signer
C’est un lager.

Qu’est-ce qu’un lager ?
Le phénomène fut. C’est fini !
Nous les commémorons, le reste est un mythe !
Ils l’ont confirmé hier mon à parti,
Celui qui l’affirme est un chien indifférent .
Qu’est-ce qu’un lager ?
C’est une chose sale, une chose des patrons,
Une chose honteuse de certaines nations
Nous, nous tuons seulement pour de bonnes raisons,
Quand sont-elles bonnes ?
C’est à nous de juger.

Qu’est-ce qu’un lager ?
Il y a une foi certaine et elle sauvera les gens,
L’utopie qui un jour viendra
Une idée millénaire, la grande purge de l’occident,
Qui s’oppose est un judas
Et l’écraser, il faudra.
Qu’est-ce qu’un lager ?

Ce sont des clôtures et des stalles d’animaux étranges,
Des jambes qui font les mêmes pas depuis des années
Des êtres différents, à peine humains,
Chose parmi les choses, l’herbe, les mitraillettes et les cailloux
Une ironie pour ce que nous nommons raison,
Des erreurs admises toujours trop tard
Au début, on avance une justification,
Une cause sainte, un but lumineux
Il y a l’habituelle pratique de la terreur,
Toujours pour quelque chose, toujours pour la paix
C’est une place où souvent les gens meurent,
C’est une place où, pire,
Les gens naissent.
C’est un lager.
Qu’est-ce qu’un lager ?
C’est une chose qui fut, une chose qui sera,
Ce peut être un ghetto, une fabrique, une ville
Contre ces choses ou qui ne le voudra pas,
Contre qui va à l’encontre ou qui les défendra
D’abord pour qui perd et ensuite qui vaincra,
Un y finit et un en ressortira
Toujours pour le bien de l’humanité,
Qui de vous sera kapò, qui victime sera
Dans un lager.

Contributed by Marco Valdo M.I. - 2016/1/22 - 22:42




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