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Padre O'Brien

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Language: Italian


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da "Senza Orario senza bandiera" (1968)

sora

(De André - Leva - Di Palo - De Scalzi)

Un vecchio LP del 1968 riscoperto per l’occasione dove, tra i testi quasi tutti (ma non questo) tratti da alcune liriche del poeta genovese Riccardo Mannerini, affiorano personaggi e situazioni le più disparate possibili.

Padre O’Brien è una di quelle figure che di solito rimangono un po’ in ombra, superate come sono dalle figure grandi dei Grandi Capi, i Grandi Condottieri, i Principi, i Re e i Presidenti vari.
Poi ci sono anche loro, i padri O’Brien di ogni possibile religione e credo, che se ne vanno in giro quotidianamente sulle strade di ogni latitudine del mondo a cercare qualcosa da portare ai poveri, agli sfruttati, ai sofferenti che sono sempre tanti, tanti, troppi.
Uomini e donne che forse conoscono bene l’opulenza. lo sfarzo, la ricchezza e lo spreco infame che le nazioni “civilizzate” producono e che - nonostante questo o forse proprio per questo – continuano a percorrere la loro strada solitaria e a portare qualche goccia nel deserto del bisogno, un bisogno alimentato spesso dalle spese per la guerra.
È una canzone molto semplice, ma è per tutti coloro che aiutano davvero gli altri e non solo con le belle parole.

*

«Poi c'è l'accorata perorazione di Padre O'Brien, il missionario a cui il costo di un missile basterebbe per "togliere il dolore /dai lebbrosari della terra".»
(dalle note di copertina dell'album)
Ho chiesto, e non mi han dato,
un quinto del tesoro
sprecato in una lunga guerra.
Un quinto mi bastava
per togliere il dolore
dai lebbrosari della terra.

Ora restate solo voi
che avete l’umiltà
e quella stessa pietà
di chi conosce il dolore
di chi per un gesto d’amore
vi benedirà.

Date l’amore che c’è in voi
non solo la pietà.
Fate che giungano a me
i frutti della bontà
e molte labbra domani
sorrideranno per voi.

Ora restate solo voi
che avete l’umiltà.

Contributed by i fermentivivi - 2005/4/19 - 16:21


Tre milioni all’ora: l’Italia in crisi li spende per la difesa.
Appello di Alex Zanotelli

alex-zanotelli


In tutta la discussione nazionale in atto sulla manovra finanziaria, che ci costerà 20 miliardi di euro nel 2012 e 25 miliardi nel 2013, quello che più mi lascia esterrefatto è il totale silenzio di destra e sinistra, dei media e dei vescovi italiani sul nostro bilancio della Difesa. E’ mai possibile che in questo paese nel 2010 abbiamo speso per la difesa ben 27 miliardi di euro? Sono dati ufficiali questi, rilasciati lo scorso maggio dall’autorevole Istituto Internazionale con sede a Stoccolma(SIPRI). Se avessimo un orologio tarato su questi dati, vedremmo che in Italia spendiamo oltre 50.000 euro al minuto, 3 milioni all’ora e 76 milioni al giorno. Ma neanche se fossimo invasi dagli UFO, spenderemmo tanti soldi a difenderci!!

E’ mai possibile che a nessun politico sia venuto in mente di tagliare queste assurde spese militari per ottenere i fondi necessari per la manovra invece di farli pagare ai cittadini? Ma ai 27 miliardi del Bilancio Difesa 2010, dobbiamo aggiungere la decisione del governo, approvata dal Parlamento, di spendere nei prossimi anni, altri 17 miliardi di euro per acquistare i 131 cacciabombardieri F 35. Se sommiamo questi soldi, vediamo che corrispondono alla manovra del 2012 e 2013. Potremmo recuperare buona parte dei soldi per la manovra, semplicemente tagliando le spese militari. A questo dovrebbe spingerci la nostra Costituzione che afferma :”L’Italia ripudia la guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali…”(art.11) Ed invece siamo coinvolti in ben due guerre di aggressione, in Afghanistan e in Libia. La guerra in Iraq (con la partecipazione anche dell’Italia), le guerre in Afghanistan e in Libia fanno parte delle cosiddette “ guerre al terrorismo”, costate solo agli USA oltre 4.000 miliardi di dollari (dati dell’Istituto di Studi Internazionali della Brown University di New York). Questi soldi sono stati presi in buona parte in prestito da banche o da organismi internazionali. Il governo USA ha dovuto sborsare 200 miliardi di dollari in dieci anni per pagare gli interessi di quel prestito. Non potrebbe essere, forse, anche questo alla base del crollo delle borse? La corsa alle armi è insostenibile, oltre che essere un investimento in morte: le armi uccidono soprattutto civili.

Per questo mi meraviglia molto il silenzio dei nostri vescovi, delle nostre comunità cristiane, dei nostri cristiani impegnati in politica. Il Vangelo di Gesù è la buona novella della pace: è Gesù che ha inventato la via della nonviolenza attiva. Oggi nessuna guerra è giusta ,né in Iraq, né in Afghanistan, né in Libia. E le folle somme spese in armi sono pane tolto ai poveri, amava dire Paolo VI. E da cristiani come possiamo accettare che il governo italiano spenda 27 miliardi di euro in armi, mentre taglia 8 miliardi alla scuola e ai servizi sociali?

Ma perché i nostri pastori non alzano la voce e non gridano che questa è la strada verso la morte?

E come cittadini in questo momento di crisi, perché non gridiamo che non possiamo accettare una guerra in Afghanistan che ci costa 2 milioni di euro al giorno? Perché non ci facciamo vivi con i nostri parlamentari perché votino contro queste missioni? La guerra in Libia ci è costata 700 milioni di euro!

Come cittadini vogliamo sapere che tipo di pressione fanno le industrie militari sul Parlamento per ottenere commesse di armi e di sistemi d’armi. Noi vogliamo sapere quanto lucrano su queste guerre aziende come la Fin-Meccanica, l’Iveco-Fiat, la Oto-Melara, l’Alenia Aeronautica. Ma anche quanto lucrano la banche in tutto questo.

E come cittadini chiediamo di sapere quanto va in tangenti ai partiti, al governo sulla vendita di armi all’estero (Ricordiamo che nel 2009 abbiamo esportato armi per un valore di quasi 5 miliardi di euro).

E’ un autunno drammatico questo, carico di gravi domande. Il 25 settembre abbiamo la 50° Marcia Perugia-Assisi iniziata da Aldo Capitini per promuovere la nonviolenza attiva. Come la celebreremo? Deve essere una marcia che contesta un’Italia che spende 27 miliardi di euro per la Difesa.

E il 27 ottobre sempre ad Assisi , la città di S. Francesco, uomo di pace, si ritroveranno insieme al Papa, i leader delle grandi religioni del mondo. Ci aspettiamo un grido forte di condanna di tutte le guerre e un invito al disarmo.

Mettiamo da parte le nostre divisioni, ricompattiamoci, scendiamo per strada per urlare il nostro no alle spese militari, agli enormi investimenti in armi, in morte.

Che vinca la Vita!

2011/9/13 - 17:01


2020/4/5 - 00:20


2020/11/15 - 21:24


2022/7/24 - 21:02




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