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La sepoltura dei morti

Stormy Six
Lingua: Italiano


Stormy Six

Lista delle versioni e commenti


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Un biglietto del tram
(Stormy Six)
La Fabbrica
(Stormy Six)
Odysseus
(Francesco Guccini)


[1975]
Testo e musica degli Stormy Six
Lyrics and music by Stormy Six
Ora e sempre: Resistenza!
Now and Always: Resistance!
Maintenant et Toujours: Résistance!
Τώρα και πάντα: Αντίσταση!


Stormy Six, 1974.
Stormy Six, 1974.


Anni caldi questi. Siamo a metà degli anni settanta ed esattamente nel ’75 esce questo disco che è il più bell’esempio di “musica politica” mai prodotto in Italia. L'album “Un biglietto del tram” è il primo vero album decisamente originale e con forti contenuti politici degli Stormy Six. Forse è storia o forse è leggenda che a Milano alcune frange del “movimento” abbiano accusato gli Stormy Six di deviazionismo, la colpa: incidere dischi e, soprattutto, venderli! Questo è stato lo scotto di una notorietà costruita concerto dopo concerto, piazza dopo piazza. La grandezza di questo “progetto” è stata nella capacità di saper raccontare attraverso le “immagini”, un’Italia in guerra.

bigtramIl disco apre con quello che diventerà uno dei loro portabandiera, la bellissima Stalingrado (…sulla sua strada gelata la croce uncinata lo sa d'ora in poi troverà Stalingrado in ogni città) canzone di forte spessore che rievoca l’omonimo assedio. La Fabbrica (…e corre qua e là un ragazzo a dar la voce si ferma un'altra fabbrica, altre braccia vanno in croce) ci restituisce l’atmosfera di paura e fervore che precede il grande sciopero del marzo del 1943 nelle fabbriche del nord. Arrivano gli americani (…arrivano gli americani, garibaldini marziani, Vergine Santa, hai sentito le nostre preghiere!) testo ironico e di facile riff che rimane nella mente, imperniato sulla “liberazione americana (?)”. Otto Settembre (…ammazzati come cani, un cartello appeso al collo: ’PARTIGIANI’) probabilmente il brano più intenso dove i testi e la musica si intrecciano in un tutt’uno canzone carica e profonda ed espressione di una grande tragedia. Nuvole a Vinca (…dove sono i giovani, prigionieri in Africa, deportati a Buchenwald o sui monti, liberi...) rende palpabile la paura provocata dalla polvere che si solleva e da quella moto con sidecar che sgomma sulla piazza prima del massacro. La bellissima Dante Di Nanni (…e cento volte l'hanno ucciso, ma tu lo puoi vedere: gira per la città, Dante di Nanni) affronta naturalmente la resistenza e diviene una figura quasi mitica, il simbolo di una battaglia che, trent’anni dopo, non doveva cessare. Gianfranco Mattei (…e se per di più sei un comunista ed un ebreo, dalle mani dei nazisti ti salvi il tuo Dio!) brano a ricordare tutte quelle persone che hanno speso la propria vita in cambio della nostra libertà. In La sepoltura dei morti (…la morte non vale nemmeno il giornale che leggi e che poi butti via) c’è l’amara riflessione di quello che è avvenuto in seguito ai fatti cruciali del ‘900 e delle sue conseguenze. Un biglietto del tram (…non bastava un biglietto, un biglietto del tram per tornare in piazzale Loreto?) conclude amaramente l’album.

Ora più che mai questo disco risuona attuale, in un momento che i giovani sembrano incapaci di stare a sentire un ragionamento politico per più di cinque minuti, sarebbe l’occasione giusta per ascoltare questo disco. Disco che, sia chiaro pur essendo “politico” nei suoi testi, rimane musicalmente parlando ricco di spunti e di idee. Gli strumenti creano un tappeto sonoro che non fa da supporto ma, è parte integrante alle parole stesse, un disco quindi dove anche la Musica ha un valore non secondario. - Appunti Novalis, 23/10/2008.
Il mese d'aprile tra tutti è crudele,
sui morti fiorisce il lillà.
L'inverno ha sepolto la loro memoria,
lasciando soltanto pietà,

E adesso una vita è una faccia ingiallita
è solo una fotografia,
la morte non vale nemmeno il giornale
che leggi e che poi butti via.

In mezzo al biliardo tre morti ammazzati:
tu segna otto punti per te,
continui a parlare di cronaca nera
che leggi bevendo il caffè.

«Nel '64 era tutto più bello,
ma quello era l'anno del boom,
Guidavo nel vento la nostra '600
E i morti restavano giù».

In mezzo alla gente che sfila al mattino,
sotto l'insegna del tram
ho riconosciuto un nostro vicino
che gioca a biliardo nel bar.

«Quel corpo che tiene sepolto in giardino
di fiori ne dà o non ne dà?
Tenga lontano il suo cagnolino:
se scava lo ritroverà.»

inviata da CCG/AWS Staff - 18/3/2009 - 19:18



Lingua: Francese

Version française – LA SÉPULTURE DES MORTS – M arco Valdo M.I. – 2009
Chanson italienne – La sepoltura dei morti – Stormy Six – 1975
LA SÉPULTURE DES MORTS

Le mois d'avril entre tous est cruel
Sur les morts fleurit le lilas.
L'hiver a enterré leur mémoire
Laissant seule la pitié,

Et à présent une vie est un visage jaune
C'est seulement une photographie,
La mort ne vaut même pas le journal
Que tu lis et qu'ensuite, tu jettes.

Au milieu du billard, trois morts abattus :
Tu marques huit points pour toi,
Tu continues à parler des faits divers
Que tu lis en buvant ton café.

« En 1964, tout était plus beau,
Mais c'était l'année du boom.
Je conduisait dans le vent notre 600
Et les morts restaient à leur place. »

Au milieu des gens qui filent le matin
Sous l'enseigne du tram
J'ai reconnu notre voisin
Qui joue au billard au bar.

« Ce corps qui est enterré dans le jardin
Donne-t-il ou non des fleurs ?
Il tient son chien à l'écart :
S'il creuse, il le retrouvera. »

inviata da Marco Valdo M.I. - 7/6/2009 - 22:17


C'è un riferimento alla "Terra desolata" di Eliot: anch'io ho scritto una sorta di "delirio" sotto forma di canzone (ancora senza musica, purtroppo) intitolato "La terra desolata", ispirandomi liberamente a Eliot
(Andrea)

E con questo siamo a tre, aggiungendo anche quello nella "Canzone dei dodici mesi" di Francesco Guccini; più precisamente proviene dal Lamento di James Prufrock. Ma vista la bella giornata d'aprile che è oggi, io continuo a dire che sono più crudeli dicembre o gennaio. Fuck winter! [RV]

4/4/2009 - 12:03


non ho capito il collegamento tra "la canzone dei 12 mesi" e il "lamento di J.A. Prufrock". O meglio, con il "canto d'amore di J.A-P", visto che non ho trovato da nessuna parte traccia del "lamento" ho ipotizzato fosse una diversa traduzione, seppur bizzarra, di "the love song of J.A. Prufrock".

vic - 22/5/2009 - 01:57


il collegamento tra la canzone dei dodici mesi e Elliot è nel passaggio

"Con giorni lunghi al sonno dedicati il dolce Aprile viene,
quali segreti scoprì in te il poeta che ti chiamò crudele, che ti chiamò crudele..."

The Waste Land

bo - 14/4/2019 - 17:13


April is the cruellest month, breeding
Lilacs out of the dead land, mixing
Memory and desire, stirring
Dull roots with spring rain.
(...)

Aprile è il mese più crudele, genera
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera.
(...)

(Trad. Roberto Sanesi)

L.L. - 18/3/2020 - 23:20




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