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Kabul

Flavio Oreglio e Luf
Langue: italien


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2008
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Testo e musica di Flavio Oreglio e Dario Canossi

Breve nota su Malalai Joya
Nel 2003 Malalai Joya, a soli 26 anni, fu eletta dai suoi concittadini come delegata alla Loya Jirga (Grande Assemblea) che doveva stilare la carta costituzionale del paese. Già allora Malalai prese la parola e, in un coraggioso discorso divenuto poi celebre, denunciò i crimini dei 'signori della guerra' che controllavano, e ancora oggi controllano, la Loya Jirga e i posti di comando del paese. Da quel giorno Malalai vive sotto scorta, è oggetto di continue minacce di morte e ha già subito vari attentati.

Nel settembre del 2005 si tennero le elezioni parlamentari afghane e, grazie al suo indiscusso radicamento nel territorio, alla sua attività di sostegno concreto alla popolazione, al suo impegno a favore delle donne, alla sua lotta per la democrazia e i diritti, Malalai fu eletta con largo consenso per rappresentare Farah, la sua provincia, nella Wolesi Jirga (la Camera dei Deputati afghana).

Malalai Joya è stata attivista di OPAWC (Organization of Promoting Afghan Women's Capabilities), una ONG che si occupa della promozione dei diritti delle donne e dei bambini organizzando gratuitamente corsi di alfabetizzazione, di formazione professionale, attività di microimprenditoria, orfanotrofi e ambulatori medici.

Il costante impegno civile e democratico di Malalai Joya è presto riconosciuto formalmente a livello nazionale ed internazionale, prima con il premio afghano "Malalai of Maiwand" nel 2001, poi con il premio "Donna dell’anno" assegnatole dalla Regione Val d’Aosta nel 2004 e con il premio per la pace coreano "Gwangju Human Rights Award" nel 2006.

Il 21 maggio 2007 la giovane deputata, con un atto del tutto illegale, è stata espulsa dal parlamento afghano per averne criticato la natura antidemocratica e fondamentalista e denunciato la presenza in esso di 'signori della guerra', trafficanti di droga e violatori dei diritti umani.

Nel luglio 2007 il Comune di Firenze ha conferito a Malalai Joya il "Giglio d'Oro" come riconoscimento al suo impegno contro il fondamentalismo e per la democrazia e i diritti. Nel settembre 2007 viene nominata per il premio Sakharov dal Parlamento Europeo. Nel febbraio 2008 le viene assegnato il premio "International Human Rights Film Award" a Berlino. Nell'ottobre 2008 Malalai riceve il premio "Anna Politkovskaya" a Londra e la "Medaglia d'Oro" dalla Regione Toscana.


da http://malalaijoyaitalia.blogspot.com/
(DonQuijote82)

Avevano gli occhi grandi delle donne vere
Le mani sventolavano come bandiere
Parole che uccidevano più di un fucile
Parole che sparavano per non morire

A Kabul, a Kabul

Una farfalla vola sopra la memoria
Leoni troppo vecchi che non san la storia
Si può tagliare un fiore non la primavera
Poi spegnere la luce ma non viene sera

A Kabul, a Kabul

Ma gli uomini col turbante di Kabul
Han detto che non deve più parlare
Ma gli uomini con la barba di Kabul
Han detto che oramai deve morire

Ma la neve non si può fermare
Perché ogni lacrima diventa un fiore
Per ogni petalo un bimbo nasce
Per ogni sparo un bimbo muore

Ma la neve non si può fermare
Perché ogni lacrima diventa un fiore
Per ogni petalo un bimbo nasce
Per ogni sparo un bimbo muore

A Kabul, a Kabul

Se le rovine poi potessero parlare
I monti griderebbero per il dolore
Hamid che veste Armani mani nelle mani
Non muove un solo dito contro i talebani

A Kabul, a Kabul

Perché la guerra è guerra e non ha colore
Perché la terra è terra e non ha bandiere
La religione è l'oppio e l'oppio è religione
per chi col burka ha cancellato la ragione

Ma gli uomini col turbante di Kabul
Han detto che non deve più parlare
Ma gli uomini con la barba di Kabul
Han detto che oramai deve morire

Ma la neve non si può fermare
Perché ogni lacrima diventa un fiore
Per ogni petalo un bimbo nasce
Per ogni sparo un bimbo muore

Ma la neve non si può fermare
Perché ogni lacrima diventa un fiore
Per ogni petalo un bimbo nasce
Per ogni sparo un bimbo muore

A Kabul, a Kabul

envoyé par DonQuijote82 - 20/1/2009 - 14:08



Langue: anglais

"Kabul", an Italian song by Flavio Oreglio and Dario Canossi dedicated to Malalai Joya (with English subtitles)

To Malalai Joya,
We wrote the song Kabul after reading by chance an article talking about you. We took interest in your story and searched news concerning you in internet. In every line we read, we found in you the only real novelty in the new story of Afghanistan, the only sign of a possible change, the only path leading out of the dark ages.

Your bravery in facing openly power, of the Taliban and of those who sat next to you in the Loya Jirga, has filled our hearts.

The price you are now paying deserves more than a song but this is the only way we have to make people know your dreams and your story. If this may help you, you must know that we are standing by you.

Flavio Oreglio and Dario Canossi
http://www.flaviooreglio.com

Per la storia e gli approfondimenti:
http://malalaijoyaitalia.blogspot.com/
KABUL

Her eyes were big as those of real women
Hands waving as flags
Her words killed more than guns
Her words fired to not die

In Kabul, in Kabul

A butterfly flying over memory
Lions too old who don't know history
You can cut a flower but not the spring
You can shut a light but the night will not come

In Kabul, in Kabul

The men with turbans in Kabul
Have said that she must speak no longer
The men with beards in Kabul
Have said that she must die

But you can't stop snow
And every tear becomes a flower
For every petal a child is born
For every shot a child dies

But you can't stop snow
And every tear becomes a flower
For every petal a child is born
For every shot a child dies

In Kabul, in Kabul

If ruins could speak
The mountains would cry for pain
Hamid that wears Armani on his hands
Doesn't move a finger against the talebans

In Kabul, in Kabul

War is war and it has no colour
Earth is earth and it has no flag
Religion is opium and opium is religion
Burqa has cancelled reason

In Kabul, in Kabul

The men with turbans in Kabul
Have said that she must speak no longer
The men with beards in Kabul
Have said that she must die

But you can't stop snow
And every tear becomes a flower
For every petal a child is born
For every shot a child dies

But you can't stop snow
And every tear becomes a flower
For every petal a child is born
For every shot a child dies

In Kabul, in Kabul

envoyé par DonQuijote82 - 28/11/2010 - 18:51




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