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Leonard Cohen: The Stranger Song

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Lingua: Inglese


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Leonard Cohen, The Stranger Song, 1967, Live, Julie Felix Show.


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(George Michael)
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(Graeme Allwright)


[1966]
Lyrics and Music by Leonard Cohen
Testo e musica di Leonard Cohen
First released as / Pubblicata originariamente come The Traveller [1966]
Album: Songs of Leonard Cohen [1968]


"Disco tra i più influenti di tutti i tempi, "Songs Of Leonard Cohen" è un saggio di come si possa creare il massimo della drammaticità con il minimo necessario di arrangiamenti. Il paesaggio è scarno, freddo, invernale: un grande vuoto popolato di spettri che vagano senza meta o perfino "per sbaglio"("Some girls wander by mistake" in "Teachers"). Eppure in tanta desolazione l'emozione è dietro l'angolo, pronta a sorprenderti e a colpirti al cuore. Perché Cohen, menestrello dalla voce di rasoio, sa come penetrare nei recessi più cupi dell’anima, come scalfire la scorza amara della solitudine e violare l'intimità dei sentimenti. Le sue "Songs" del 1968 (ma anche molte altre di lì a venire) ne sono la testimonianza più sconvolgente." - OndaRock

Un'altra delle cinquanta canzoni della mia vita, forse l'unica che lo è diventata subito dopo che l'ebbi ascoltata per la prima volta, oramai non so nemmeno quanti anni fa. Lo divenne così, per intuito, senza che capissi quasi nemmeno una parola del suo testo; e anche quando ebbi imparato abbastanza d'inglese per capirlo formalmente, ero ancora troppo giovane per afferrare quel che diceva veramente. Sono usualmente piuttosto parco con questo tipo di espressioni, "troppo giovane", "troppo vecchio"; ma nelle profondità di questo testo, impervio, passano delle cose che si possono capire soltanto quando la vita ha fatto passare una quantità sufficiente di cose, e fatto incontrare persone, e situazioni, e vicende, e sconfitte che sono tutte qui dentro. Un ragazzo, com'ero allora, non la poteva comprendere.

Con il suo arpeggio velocissimo, uno dei più densi concentrati di dolore che siano mai stati scritti. Mettere i propri sogni a dormire. Prendere coscienza che si è, comunque, sempre degli strangers, degli estranei. L'attesa che obbedisce come ad un copione, snaturandosi o rivelando la sua vera natura di illusione. Una canzone che, una volta presa nella sua essenza, una volta ritrovatoti solo con un bicchiere di qualcosa in mano e una stanza vuota e piena allo stesso tempo, apre un bivio. Fermarsi o andare avanti. Le forze che presiedono a queste due azioni sono le stesse. Entrambe hanno le loro buone ragioni. Si combattono, si cercano, si oppongono. Sei tu quello che deve decidere, poi. Incontriamoci domani, se ti va; e il ciclo, probabilmente, si ripete in tutta questa bizzarra e meravigliosa partita di poker che si chiama vita. Il sacro gioco del poker.

Nessuna morale. Nessun "bisogna", fermarsi o andare avanti. Bisogna solo saper leggere davvero dentro se stessi, senza più rimandare la cosa a un domani fittizio. La canzone dell'Estraneo è la canzone della Nudità. Espressa in una lingua endofasica, rotta, avvolgente, com'è l'inglese ebraico di Leonard Cohen, quell'inestricabile e elegante miscuglio di tutti i registri linguistici possibili tenuti assieme dalla vita di chi, un giorno o una notte, si è sentito salire dentro quelle parole. [RV]

It's true that all the men you knew were dealers
who said they were through with dealing
Every time you gave them shelter.
I know that kind of man
It's hard to hold the hand of anyone
who is reaching for the sky just to surrender
who is reaching for the sky just to surrender.

And sweeping up the jokers that he left behind
you find he did not leave you very much, not even laughter.
Like any dealer he was watching for the card
that is so high and wild
he'll never need to deal another.
He was just some Joseph looking for a manger
He was just some Joseph looking for a manger.

And leaning on your window sill
he'll say one day you caused his will
to weaken with your love and warmth and shelter.
And then taking from his wallet
an old schedule of trains, he'll say
I told you when I came I was a stranger
I told you when I came I was a stranger.

But now another stranger seems
to want you to ignore his dreams
as though they were the burden of some other.
O you've seen that man before
his golden arm dispatching cards
but now it's rusted from the elbows to the finger
And he wants to trade the game he plays for shelter
Yes he wants to trade the game he knows for shelter.

Ah you hate to watch another tired man
lay down his hand
like he was giving up the holy game of poker.
And while he talks his dreams to sleep
you notice there's a highway
that is curling up like smoke above his shoulder
And suddenly you feel a little older.

You tell him to come in sit down
but something makes you turn around
The door is open you can't close your shelter.
You try the handle of the road
It opens do not be afraid
It's you my love, you who are the stranger
It's you my love, you who are the stranger.

Well, I've been waiting, I was sure
we'd meet between the trains we're waiting for
I think it's time to board another.
Please understand, I never had a secret chart
To get me to the heart of this or any other matter
When he talks like this, you don't know what he's after
When he speaks like this, you don't know what he's after.

Let's meet tomorrow if you choose
upon the shore, beneath the bridge
that they are building on some endless river.
Then he leaves the platform
for the sleeping car that's warm
You realize, he's only advertising one more shelter
And it comes to you, he never was a stranger
And you say, Ok the bridge or someplace later.

And sweeping up the jokers that he left behind
you find he did not leave you very much, not even laughter.
Like any dealer he was watching for the card
that is so high and wild
he'll never need to deal another.
He was just some Joseph looking for a manger
He was just some Joseph looking for a manger.

And leaning on your window sill
He'll say one day you caused his will
To weaken with your love and warmth and shelter.
And then taking from his wallet
An old schedule of trains, he'll say:
I told you when I came I was a stranger
I told you when I came I was a stranger.

inviata da Riccardo Venturi - 9/12/2007 - 18:22




Lingua: Italiano

Impervia, durissima traduzione italiana di Riccardo Venturi
9 dicembre 2007
1983-2007 evit ma mab dianavez


CANZONE DELL'ESTRANEO

Certo, tutti gli uomini che conoscevi
erano giocatori che dicevano di farla finita
col gioco, ogni volta che davi loro riparo.
Lo conosco, quel tipo d'uomini,
è difficile tenere le mani di qualcuno
che le mette in alto solo per arrendersi,
che le mette in alto solo per arrendersi.

Poi, raccattando tutti i jolly che s'è lasciato dietro,
scopri che non t'ha lasciato molto, neanche le risate.
Da buon giocatore stava cercando quella carta
così alta da esser buona per ogni giocata,
da non dover mai più giocarne un'altra:
non era che un Giuseppe in cerca di una mangiatoia,
non era che un Giuseppe in cerca di una mangiatoia.

E poi, sporgendosi al tuo davanzale,
un giorno ti dirà che sei stata tu
a indebolirlo col tuo amore, e il calore, e il rifugio.
Tirerà fuori dal portafoglio
un vecchio orario dei treni, e ti dirà:
Te l'avevo detto, al mio arrivo, che ero un estraneo
Te l'avevo detto, al mio arrivo, che ero un estraneo.

Ma ora sembra che un altro estraneo
voglia che tu ignori i suoi sogni
come fossero il fardello addosso a un altro.
L'hai già visto prima, quell'uomo
che dava le carte col suo braccio d'oro
ora arrugginito dal gomito alle dita,
vuole scambiare la sua mano di carte con un rifugio,
scambiare la mano di carte conosciuta con un rifugio.

E detesti vedere un altro uomo stanco
posare giù le sue carte
come abbandonasse il sacro gioco del poker.
E mentre dice ai suoi sogni di andare a dormire
ti accorgi che c'è una specie di autostrada
che si snoda come fumo sopra la sua spalla,
e all'improvviso ti senti un po' più vecchia.

E gli dici di entrare, di mettersi a sedere
ma c'è qualcosa che ti fa voltare,
la porta è aperta e non puoi chiudere il tuo rifugio.
Provi la maniglia della strada,
si apre, non avere paura,
e sei tu, amore mio, che sei l'estranea,
e sei tu, amore mio, che sei l'estranea.

Bene, ti aspettavo, ero sicuro
che ci saremmo incontrati tra i treni che attendevamo,
credo sia tempo di salire su un altro.
Ti prego di capire, non ho mai avuto una mappa segreta
per arrivare al cuore di questa o quella cosa;
e quando ti parla così non sai che stia cercando,
non t'importa nulla di che cosa stia cercando.

Incontriamoci domani, se ti va,
in riva al mare, sotto il ponte
in costruzione su qualche fiume infinito.
Poi lascia il binario
per il calore d'un vagone letto
e capisci che non fa che réclame a un altro rifugio,
e capisci che non era mai stato un estraneo,
e dici, Va bene il ponte o un altro posto, dopo.

Poi, raccattando tutti i jolly che s'è lasciato dietro,
scopri che non t'ha lasciato molto, neanche le risate.
Da buon giocatore stava cercando quella carta
così alta da esser buona per ogni giocata,
da non dover mai più giocarne un'altra:
non era che un Giuseppe in cerca di una mangiatoia,
non era che un Giuseppe in cerca di una mangiatoia.

E sporgendosi al tuo davanzale,
un giorno ti dirà che sei stata tu
a indebolirlo col tuo amore, e il calore, e il rifugio.
Tirerà fuori dal portafoglio
un vecchio orario dei treni, e ti dirà:
Te l'avevo detto, al mio arrivo, che ero un estraneo
Te l'avevo detto, al mio arrivo, che ero un estraneo.

9/12/2007 - 19:19




Lingua: Francese

L'adattamento francese di Graeme Allwright
Adaptation française de Graeme Allwright
CHANSON DE L'ÉTRANGER

Tous les hommes que tu as connus
Te disaient qu'ils ne voulaient plus
Donner les cartes pris comme dans un piège.
C'est dur de retenir la main d'un
Homme qui cherche plus loin,
Qui veut atteindre le Ciel pour se livrer.
Et qui veut atteindre le Ciel pour se livrer.

Puis, ramassant les cartes
Qui sont restées là sur la table,
Tu sais qu'il t'a laissé très peu, pas même son rire.
Comme tous les joueurs, il cherchait la carte
Qui est si délirante,
Qu'il n'aura plus jamais besoin d'une autre.
Qu'il n'aura plus jamais besoin d'une autre.

Un jour, penché à ta fenêtre,
Il te dira qu'il veut renaître,
Au monde que ta tendresse lui cache.
Puis, sortant de son portefeuille
Un vieil horaire de train,
Il dit "Je t'avais prévenu, je suis étranger".
"Je t'avais prévenu, je suis étranger".

Maintenant, un autre étranger
Semble vouloir que tu ignores ses rêves,
Comme s'ils étaient le fardeau de quelqu'un d'autre.
Tu as vu cet homme déjà
Donner les cartes avec son bras en or,
Et maintenant, tu vois, sa main est figée.
Oui, maintenant, tu vois sa main est figée.

Mais tu n'aimes pas regarder
Un autre homme fatigué
Déposer toutes ses cartes comme une défaite.
Tandis qu'il rêve jusqu'au sommeil,
Dans l'ombre, tu vois comme une fumée,
Une route qui monte derrière sa tête.
Une route qui monte derrière sa tête.

Tu lui dit d'entrer et de s'asseoir,
Mais, en te retournant, tu vois
Que la porte de ta chambre reste ouverte.
Et, quand tu prend sa main,
Il dit "N'ai pas peur, ma tendre amie
Ce n'est plus moi, ô mon amour, l'étranger".
"Ce n'est plus moi, ô mon amour, l'étranger".

J'ai attendu, toujours certain
De te revoir entre les trains.
Bientôt, il va falloir en prendre un autre.
Oh, je n'ai jamais eu, tu sais,
Pas le moindre plan secret,
Ni personne pour me conduire.
Et tu te demandes ce qu'il cherche à dire.
Oui, tu te demandes ce qu'il veut dire.

En bas, au bord du fleuve, demain,
Je t'attendrai, si tu veut bien,
Là, tout prés du pont qu'ils construissent.
Puis, il quitte le quai pou un wagon-lit.
Tu sais qu'il cherche un autre abri,
Qu'il n'avait jamais été un étranger.
Qu'il n'avait jamais été un étranger.
Et tu dis "D'accord, le pont
Ou bien ailleurs, je viendrai".

Un jour, penché à ta fenêtre,
Il te dira qu'il veut renaître,
Au monde que ta tendresse lui cache.
Et, sortant de son portefeuille
Un vieil horaire de train,
Il dit "Je t'avais prévenu, je suis étranger".
"Je t'avais prévenu, je suis étranger".

inviata da Riccardo Venturi - 10/12/2007 - 12:20




Lingua: Spagnolo

Versione spagnola da Botellero de palabras
CANCION DEL EXTRAÑO

Es cierto que todos los hombres que conocías
eran jugadores de cartas que decían que habían acabado
con el juego cada vez que tú les dabas refugio.
Conozco esa clase de hombre.
Es duro sostener la mano de alguien
que está buscando alcanzar el cielo sólo para rendirse,
que está buscando alcanzar el cielo sólo para rendirse.

Y entonces, buscando rápidamente los monos que él ha dejado detrás,
descubres que no te dejó mucho, ni siquiera el que se ríe.
Como cualquier jugador, iba buscando la carta que es tan alta y salvaje;
él nunca necesitará repartirse otra.
El era sólo como otro José buscando un pesebre,
él era sólo como otro José buscando un pesebre.

Y entonces, apoyándose en el quicio de tu ventana,
él te dirá un día que tú causaste su deseo
de debilitarse con tu amor y calor y refugio,
y entonces, sacando de su cartera
un viejo horario de trenes te dirá:
"Ya te dije cuando vine que era un extraño,
ya te dije cuando vine que era un extraño".

Pero ahora otro extraño
parece querer ignorar sus sueños
como si fueran la carga de algún otro.
Oh, tú has visto esa clase de hombre antes,
su brazo dorado repartiendo cartas,
pero ahora está oxidado del codo hasta los dedos.
Sí, quiere cambiar el juego que conoce por refugio.

Tú odias observar a otro hombre cansado
dejar caer la mano como si estuviera
renunciando al sagrado juego del póker,
y mientras manda a sus sueños a dormir
tú notas que hay una autopista
que se enrosca como humo alrededor de su hombro,
que se enrosca como humo alrededor de su hombro.

Tú le dices que entre y se siente,
pero algo hace que te des la vuelta.
La puerta está abierta, no puedes cerrar tu refugio.
Intentas con el picaporte de la carretera,
se abre, no te asustes.
Eres tú, mi amor, tú quien es el extraño.
Eres tú, mi amor, tú quien es el extraño.

Bueno, he estado esperando, estaba seguro
que nos encontraríamos entre los trenes que estamos esperando.
Creo que es tiempo de subirse a otro.
Por favor, entiéndelo, nunca tuve un mapa secreto
que me llevara al corazón de éste o de cualquier otro asunto.
Cuando él habla así, tú no sabes lo que busca,
cuando él te habla así, tú no sabes lo que persigue.

Reunámonos mañana, si lo quieres, en la playa,
bajo el puente que están construyendo sobre algún río infinito.
Entonces él deja el andén por el coche cama que está caliente
y tú te das cuenta que él está sólo anunciando un refugio más.
Y llega a ti diciendo que él nunca fue un extraño.
Y tú dices: "Vale, el río u otro sitio más tarde".

Y entonces, apoyándose en el quicio de tu ventana,
él te dirá un día que tú causaste su deseo
de debilitarse con tu amor y calor y refugio.
Y entonces, sacando de su cartera un viejo horario de trenes te dirá:
"Ya te dije cuando vine que era un extraño,
ya te dije cuando vine que era un extraño".

inviata da Riccardo Venturi - 9/12/2007 - 19:21




Lingua: Polacco

Versione polacca di Maciej Karpiński e Maciej Zembaty
Tłumaczenie Maciej Karpiński i Maciej Zembaty
Piosenki Leonarda Cohena
PIOSENKA OBCEGO

Wszyscy mężczyźni znani ci
To byli gracze, którzy gry
Wyrzekli się, gdy dałaś im schronienie
Ja mężczyzn takich dobrze znam
I wiem, jak ciężko przy nich trwać
Sięgając nieba idą na stracenie
Dżokery zmieciesz po nim i
Stwierdzisz, że nie zostawił ci
Niczego, nawet śmiechu czy piosenki
Jak każdy szuler szukał kart
Tak mocnych, by nie mówić pas
On był jak Józef w drodze do stajenki

Przy oknie stojąc powie ci
Że wszystkich go pozbawiasz sił
Miłością swą, schronieniem oraz troską
Wyjmując stary rozkład jazd
Mruknie: mówiłem ci nie raz
Mówiłem od początku, jestem obcy

Lecz już kolejny obcy chce
Byś traktowała jego sen
Tak jakby to nie było jego brzemię
Widziałaś go już kiedyś wszak
On złote ręce miał do kart
Nim rdza od łokci przeżarła je po dłonie
I chciałby grę zamienić na schronienie
On chciałby grę zamienić na schronienie

Zmęczonych mężczyzn dosyć masz
Gestów mówiących, że już czas
Na zawsze skończyć z Świętą Grą w Pokera
I gdy zasypia mówiąc tak
Nad jego głową widzisz znak
Dym gęsty w kształcie drogi tam się zbiera
Zapraszasz go, by wszedł i siadł
Lecz czujesz, że coś jest nie tak
Otwarte drzwi nie dają już schronienia
Wchodzisz więc na drogę tę
I coś ci mówi: nie bój się
Ty jesteś obca, właśnie ty, kochanie

Czekałem i wierzyłem w cud
Że spotkam ciebie właśnie tu
Na tym peronie, nim odejdzie pociąg
Chyba już nadszedł czas, by wsiąść
Lecz plan był inny, uwierz, to
Tak jakoś samo wyszło, daję słowo
On mówi, ale nie znasz jego myśli
Gdy mówi, nie dbasz już, co ma na myśli

Spotkajmy znów jutro się
Na brzegu rzeki, tam gdzie wiesz
Nad rzeką pod kamiennym przęsłem mostu
To rzekłszy do wagonu wsiadł
Który schronieniem mu się stał
Pojęłaś wreszcie - nigdy nie był obcy
I mówisz: dobrze, jeśli chcesz, pod mostem
Lub równie dobrze w jakimś innym miejscu

Przy oknie stojąc powie ci
Że wszystkich go pozbawiasz sił
Miłością swą, schronieniem oraz troską
Wyjmując stary rozkład jazd
Mruknie: mówiłem ci nie raz
Mówiłem od początku, jestem obcy.

inviata da Riccardo Venturi - 7/1/2008 - 16:34





La versione greca di Riccardo Venturi - 27 giugno 2009
Ελληνική απόδοση από τον Ριχάρδο Βεντούρη - 27 Ιούνιου 2009
ΤΡΑΓΟΥΔΙ ΤΟΥ ΞΕΝΟΥ

Σίγουρα, όλοι οι άντρες που τους γνώρισες
ήταν παίχτες που λέγανε ότι θα τελείωναν
να παίζουν καθε φορά που τους έδινες καταφύγιο.
Τον γνωρίζω αυτόν τον τύπο ανθρώπων,
δύσκολο να κρατάεις τα χέρια κάποιου
που τα σηκώνει ψηλά μόνο για να παραδωθεί,
που τα σηκώνει ψηλά μόνο για να παραδωθεί.

Μετά, μαζεύοντας όλα τα μπαλαντέρ που ξέχασε
βλέπεις πως δε σου άφησε πολύ, ούτ'ένα γέλιο.
Καθότι καλός παίχτης ζητούσε ένα χαρτί
τόσο ψηλό ώστ' είναι καλό γιά κάθε παίξιμο,
ώστε να μη πρέπει να μην παίξεις άλλο ποτέ πια·
ήταν μόνο άλλος Ιωσήφ που 'ψαχνε μια φάτνη,
ήταν μόνι άλλος Ιωσήφ που 'ψαχνε μια φάτνη.

Κι έπειτα, ξεπροβάλλοντας στο περβάζι σου
θα σου πει μια μέρα πως τον έχεις αδυνατίσει
με την αγάπη σου, τη θέρμη σου, το καταφύγιο.
Και θα τραβήξει από το πορτοφόλι του
ένα παλιό σιδηροδρομικό ωράριο και θα σου πει·
σου το είπα αυτό όταν ήρθα πως είμαι ξένος,
σου το είπα αυτό όταν ήρθα πως είμαι ξένος.

Μα τώρα φαίνεται ότι αλλος ξένος
θέλει να αγνοείς τα όνειρα του
σαν να έφερε το βάρος κάποιου άλλου.
Τον έχεις δει κιόλας, αυτόν τον άντρα
που μοίραζε τα χαρτιά με το χρυσό του μπράτσο
τώρα σκουριασμένο από τ'αγκώνα ως τα δάχτυλα,
θέλει ν'αλλάξει το χέρι του με καταφύγιο,
θέλει ν'αλλάξει το χέρι του με καταφύγιο.

Και μισάς να δεις άλλον κουρασμένον άντρα
που βάζει κάτω τα χαρτιά του σαν να
παρατήσει το ιερό παιχνίδι του πόκερ.
Κι όταν λέει στ'όνειρά του να πάν' να κοιμηθούνε
βλέπεις πως υπάρχει μιας λογής αυτοκινητόδρομος
που ξετυλίγεται σαν καπνός πάνω στον ώμο του
κι έξαφνα αισθάνεσαι λίγο γερασμένη.

Και του λέεις ας μπει και ας καθίσει
μα υπάρχει κάτι που σε κάνει να γυρίσεις,
η πόρτα είναι ανοιχτή, δε μπορείς να κλείσεις το καταφύγιο.
Τότε δοκιμάζεις με το πόμολο της είσοδου,
και ανοίγει, μη φοβάσαι,
κι είσαι συ, αγάπη μου, που 'σαι η ξένη,
κι είσαι συ, αγάπη μου, που 'σαι η ξένη.

Καλά, σε περίμενα, ήταν σίγουρος
ότι θα συναντιόμαστε μες στα τρένα που τα περιμέναμε,
θαρρώ πως είναι καιρός ν'ανέβουμε σ'ένα άλλο.
Κατάλαβες, δεν έχω κατάσχει ποτέ κανένα μυστικό χάρτη
για να μπω στην καρδιά των πραγμάτων·
κι όταν μιλάει έτσι, δε ξέρεις τι ζητάει,
κι αδιαφορείς ο,τι ζητάει.

Ας συναντηθούμε αύριο, αν θέλεις
στο περιγιάλι, κάτω απ'τη γέφυρα
που τη χτίζουν πάνω σε κάποιον άπειρο ποταμό.
'Υστερα αφήνει την τροχιά
για τη θέρμη ενός βαγκόν-λι
και κατάλαβες πως διαφημίζει μόνο άλλο καταφύγιο,
και κατάλαβες πως δεν είχε υπάρξει ξένος ποτέ,
λαι λέεις, Εντάξει, στη γέφυρα ή άλλοτε, ύστερα.

Και ξεπροβάλλοντας στο περβάζι σου
θα σου πει μια μέρα πως τον έχεις αδυνατίσει
με την αγάπη σου, τη θέρμη σου, το καταφύγιο.
Και θα τραβήξει από το πορτοφόλι του
ένα παλιό σιδηροδρομικό ωράριο και θα σου πει·
σου το είπα αυτό όταν ήρθα πως είμαι ξένος,
σου το είπα αυτό όταν ήρθα πως είμαι ξένος.

27/6/2009 - 20:17


A proposito della emozionante versione di Graeme Allwright (che essendo bilingue ne offrì una traduzione perfetta), vorrei ricordare che nei concerti del 1993 era solito iniziarla e chiuderla in francese ma cantare tutti gli altri versi in malgascio (nella traduzione di Erick Manana). Una delizia ulteriore. Mi fa piacere ricordare questo oggi che Leonard Cohen compie 81 anni.

Flavio Poltronieri - 21/9/2015 - 12:59


Ho trovato su YT soltanto quest'unico video in cui viene cantata la versione italiana di una canzone di Leonard Cohen nella traduzione italiana di Flavio.
Vorrei unirmi con questo contributo agli auguri al grande maestro canadese.
Un sito polacco dedicato alla poesia di Cohen.
Grazie Flavio
Un abbraccio forte


Krzysiek Wrona - 21/9/2015 - 19:43


L'indirizzo del sito polacco dedicato a Leonard Cohen, visto che il vecchio link non funziona più.
Saluti

Krzysiek Wrona - 21/9/2015 - 19:50



The Traveller, la versione primitiva della Stranger Song



New York City, 1966.

Riccardo Venturi - 26/12/2016 - 18:09


Purtroppo ieri se n'è andato Graeme Allwright, aveva 93 anni, lo ringrazio di cuore ancora una volta per le sue versioni delle canzoni di Cohen in francese che valevano gli originali, soprattutto questa:


Flavio Poltronieri - 17/2/2020 - 10:24


...e non solo per quelle, direi. Ad esempio, dalla relativa pagina scorporo le sue Passers-by, la perfetta versione inglese delle Passantes di Brassens.



Mi dispiace immensamente...e che la terra gli sia lieve, anche se purtroppo è solo un modo di dire. La terra è sempre molto, troppo pesante. Ciao Graeme, neozelandese di Francia, un abbraccio!

Riccardo Venturi - 17/2/2020 - 10:52


Eh già, con quella voce e con quella faccia......

Flavio Poltronieri - 17/2/2020 - 12:25


Il mio video della canzone con testo e traduzione di Riccardo Venturi

Corrado - 11/3/2022 - 12:36




Lingua: Italiano

Versione di Rocco Rosignoli – Musica Straniera. Le canzoni di Leonard Cohen (Autoprodotto, 2022)


Si prosegue con “Canzone Dello Straniero” (“The Stranger Song”) che probabilmente non si riferisce solamente alla sfera dell’estraneità affettiva di Cohen ma ne descrive l’identità nomade, l’individuo ebreo è storicamente esiliato per discendenza stessa. Il Levitico, terzo libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana, sottintende come anche l’Eterno si dichiari “straniero”, anzi lo straniero assoluto, figura paradigmatica dell’altro da sé. La canzone è un salmo metà biblico e metà picaresco in cui il gioco d’azzardo diventa rituale sacro, indispensabile per l’espiazione. L’immagine del gioco delle carte con le sue tensioni, la sua drammaturgia permanente, i suoi sviluppi psicologici dalla dinamica dubbiosa, si addice perfettamente all’allegoria amorosa. E la fortuna in amore non potrà che restare inevitabilmente delusa per un giocatore alla ricerca della carta vincente, se altro non è se non un buon “Giuseppe in cerca di una mangiatoia”.
Per Cohen, l’amore dunque non è letizia, viene rappresentato in tutto il suo pericolo, il giocatore deve stare sempre all’erta, essere pronto a barare o a fuggire, superando le proprie emozioni ingannatrici e il desiderio di una qualsiasi stabilità, poiché il rischio di perdere la propria creatività prima e la propria volontà poi, è sempre incombente.
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Canzone dello straniero
CANZONE DELLO STRANIERO

È vero che ogni uomo che
hai amato è stato un baro che
diceva di aver chiuso ormai col gioco,
conosco il tipo d'uomo,
è dura stringere la mano
di chi l'alza al cielo supplicando invano,
di chi l'alza al cielo supplicando invano.

Poi raccoglierai le carte che
il tuo baro lascia dietro
e troverai ben poco, neanche le risate.
Come ogni giocatore
aspettava la partita
con cui chiudi il gioco già alla prima mano,
come un san Giuseppe in cerca di riparo,
come un san Giuseppe in cerca di riparo.
E poi, fumando sporto al davanzale
ti dirà che hai fatto male
un giorno a offrirgli il tuo riparo,
e guardando un foglio spiegazzato
sceglierà il suo treno,
ricordandoti che è solo uno straniero.
Te l'ho detto, sono solo uno straniero.
Ma ecco uno straniero bussa
alla tua porta e lascia i sogni
sulla soglia a far da carta morta.
Hai visto la sua mano
dar le carte, e il braccio d'oro
che ora è ruggine dal gomito al suo palmo.
E rinuncia al gioco pur di restar calmo,
vuole rinunciare al gioco per star calmo.
Ti fa schifo un altro uomo stanco
che alza il braccio bianco,
rinunciando a un'altra mano al sacro gioco.
Ma mentre lascia il sacco
dei suoi sogni sulla soglia
vedi illuminargli il volto un nuovo fuoco,
e i tuoi anni verdi in fiamme un altro poco.
E gli dici “vieni, siediti,”
ma poi, girandoti, la porta
resta aperta, e pure il tuo riparo.
Il fuoco sul suo volto
resta acceso, non aver timore,
qui l'intruso è solo il vostro amore.
Lo straniero è proprio il vostro amore.
Ho atteso, ero convinto che
un bel giorno avrei incontrato te
fra i treni che ora aspetto, e non ci spero.
Ti prego di capirmi, non ho
mai saputo dove
sia il binario per il cuore del mistero.
Lo dice, e tu non sai se sia sincero.
Te lo dice, e tu non sai se sia sincero.

T'incontrerò domani se vorrai
tra spiagge e ponti
sulle rive di quel fiume senza fine.
Poi dal binario va al vagone letto
e tu capisci che era
solo un uomo in cerca di un riparo,
e t'accorgi che non era uno straniero.
E alla spiaggia un giorno aspetterà davvero.
Poi raccoglierai le carte che
il tuo baro lascia dietro
e troverai ben poco, neanche le risate.
Come ogni giocatore
aspettava la partita
con cui chiudi il gioco già alla prima mano,
come un san Giuseppe in cerca di riparo,
come un san Giuseppe in cerca di riparo.
E poi, fumando sporto al davanzale
ti dirà che hai fatto male
un giorno a offrirgli il tuo riparo,
e guardando un foglio spiegazzato
sceglierà il suo treno,
ricordandoti che è solo uno straniero.
Te l'ho detto, sono solo uno straniero.

inviata da Dq82 - 19/11/2022 - 11:25




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