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Изгнаници [Креће се лађа француска]

Branislav Milosavljević / Бранислав Милосављевић
Language: Serbian


Branislav Milosavljević / Бранислав Милосављевић

List of versions


Related Songs

Тaмо дaлеко / Tamo daleko
(Đorđe Marinković / Ђорђе Маринковић [Georges Marinkovitch])
Lasse-moi passer, sentinelle
(Dominique Grange)
Mio angelo di cenere
(Fabio Turchetti)


Izgnanici [Kreće se lađa francuska]
[1922]

Песма / Poesia / A Poem by / Poème / Runo :
Branislav Milosavljević [Бранислав Р. Милосављевић]

Музика / Musica / Music / Musique / Sävel:
Анонимоус / Anonimo / Anonymous/ Anonyme/ Nimetön

изводе / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1. Željko Panonac (Izgnanici)
2. Ivana Peters, Mari Mari i Ana Štajdohar (Kreće se lađa francuska)
3. Sasa Petrović (Kreće se lađa francuska)
4. Danica Crnogorčević [ Даница Црногорчевић] (Kreće se lađa francuska)
5. Sekstet Skadarlija (Kreće se lađa francuska)

Imbarco della 3a Armata serba da parte della nave francese a Govino, Corfù
Imbarco della 3a Armata serba da parte della nave francese a Govino, Corfù


Durante la I Guerra Mondiale la campagna di Serbia fu combattuta nella fase iniziale tra l’impero austro-ungarico e la Serbia, coadiuvata dal Montenegro. L’esercito austro-ungarico scatenò la prima offensiva il 29 Luglio 1914 . Seguirono altre due offensive sino a Dicembre. La Serbia riuscì a resistere e a infliggere forti perdite all’esercito avversario: 227mila morti, feriti e prigionieri. Maggiori dettagli si possono trovare in Марш На Дрину. Anche l’esercito serbo subì perdite consistenti: 170mila morti e feriti.

Per buona parte del 1915 l’impero austro-ungarico fu costretto a impegnarsi sia sul fronte occidentale, dopo l’entrata in guerra dell’Italia, sia sul fronte orientale, nella Polonia meridionale contro i russi. Gli insuccessi delle offensive italiane sull’Isonzo e la ritirata dei russi dopo l’offensiva di Gorlice consentirono agli imperi centrali di spostare truppe consistenti nei Balcani.

Ad aggravare la situazione per i Serbi contribuì una grave epidemia di tifo in Serbia con 360mila vittime (fonte: Demographic losses of Serbia in the WWI). Un terzo fattore fu il cambio della linea di comando avversario. IL generale austriaco Oskar Potiorek, ritenuto responsabile delle sconfitte, fu destituito il 1° gennaio 1915. Il comando supremo della campagna di Serbia passò ai tedeschi, al feldmaresciallo August von Mackensen, lo stratega di Gorlice–Tarnów. Nelle narrazioni di tali vicende militari rimane sullo sfondo l’apporto dell’intelligence tedesca nel 1915. Un nucleo di agenti tedeschi monitorò la situazione in Serbia: l'equipaggiamento dei militari serbi, il morale e le malattie. Allo Stato Maggiore tedesco non sfuggiva il nesso tra le epidemie e la capacità bellica dei Serbi. Inoltre lo staff di von Mackensen studiò con attenzione le cause delle disfatte delle tre offensive austriache.

Il quarto fattore, l’intervento della Bulgaria a fianco degli austro-tedeschi il 22 Settembre 1915, fu decisivo nel capovolgere la situazione. Per convincere i bulgari a schierarsi con gli Imperi Centrali questi promisero territori serbi di confine, la Macedonia, parte della Tracia, oltre a consistenti aiuti economici e militari. Mentre le potenze dell’Intesa si affannavano a escogitare proposte ai bulgari per portarli dalla loro parte, sfuggiva loro l’evolversi dell’indebitamento bulgaro verso la Germania. La banca tedesca Disconto Gesellschaft aveva erogato prestiti agevolati consistenti già dal 1914. A fine 1915 aggiunse un prestito di 200 milioni di franchi d’oro. La Bulgaria inoltre subordinò il suo intervento in guerra al conferimento del comando delle operazioni all’esercito tedesco.

L’unica possibilità dei serbi per contrastare l’offensiva degli imperi centrali sarebbe stato un contingente anglo-francese di rinforzo proveniente da sud, dalla Grecia. Purtroppo lo sbarco delle truppe alleate fu autorizzato dal governo greco in ritardo, il 5 Ottobre, a causa dei dissidi interni con il re Costantino filotedesco.

Soldati tedeschi attraversano Paracin verso Belgrado, 1915
Soldati tedeschi attraversano Paracin verso Belgrado, 1915


La III armata austro-ungherese del feldmaresciallo Kövess e l’XI armata tedesca del generale Gallwitz attaccarono da nord mentre la I armata bulgara avanzò nella Serbia centrale da est e la II armata occupò la Macedonia. Quest’ultima manovra isolava l’esercito serbo dalle truppe anglo-francesi stanziate a Salonicco. Nel volgere di due mesi la strategia dello Heeresgruppe Mackensen dispiegò tutta la sua efficacia. L’esito della campagna di Serbia fu disastroso per i Serbi.

Ritirata serba da Peć a Andrijevica, 1915 (credit: Samson Ćerkov)
Ritirata serba da Peć a Andrijevica, 1915 (credit: Samson Ćerkov)


A nulla valsero i tentativi di resistenza del comando serbo in Kosovo per assicurarsi un corridoio di fuga a sud. Per evitare l’accerchiamento e la resa totale rimaneva soltanto una possibilità ardita: la ritirata verso i porti dell’Adriatico in Albania. Nella memoria storica dei Serbi la ritirata è rimasta l’ Albanska golgota, il Golgota albanese. Fu così che il 25 Novembre 2015 una massa di disperati composta da oltre 200mila soldati serbi, 23mila prigionieri ( fonte: World War I by H. P. Willmott e decine di migliaia di civili (stime attendibili indicano 200mila) intrapresero una marcia in condizioni proibitive di 1.000 chilometri attraverso i monti dell’Albania verso i porti di Lezhë / Alessio e Durazzo.

Colonne di disgraziati , circa 400 mila, furono in preda ai ghiacci, alla mancanza di viveri su piste fatiscenti, bersaglio di incursioni e massacri da parte di albanesi irregolari. In merito è opportuno precisare che in parte l’astio degli albanesi verso serbi e montenegrini covava dopo i crimini di guerra perpetrati nella precedente guerra balcanica nel 1912 e alla propaganda antialbanese dei serbi come risposta alle accuse della commissione internazionale. Le fonti citate attestano 78mila morti soltanto tra i militari. 11mila sopravvissuti inoltre morirono nelle settimane seguenti a Corfù. Per avere un’idea dell’ecatombe basti pensare che il tasso di mortalità fu tale che non si poterono effettuare ulteriori sepolture a terra. 7mila cadaveri furono sepolti nel tratto di mare antistante l’isolotto di Vido. Fu chiamato Cimitero blu. Milutin Bojić, poeta e soldato che prese parte alla ritirata scrisse il poema omonimo Plava Grobnica prima di morire venticinquenne di tubercolosi nel 1917 a Salonicco.

Lyricstranslate riporta il testo serbo e la traduzione inglese. La poesia si può ascoltare recitata da Dragan Nikolić e in un clip:



I profughi che riuscirono a raggiungere i porti albanesi furono 260mila, di cui 150mila soldati serbi. Furono evacuati da 45 navi italiane, 25 francesi e 11 inglesi rispettivamente in 202,101 e 19 viaggi. I soldati serbi furono trasferiti a Corfù per essere dislocati a Salonicco nella Armata alleata in Oriente che combatté nei Balcani contro gli eserciti bulgaro e tedesco sino alla fine dalla I Guerra mondiale. Fu la più grande evacuazione della storia prima di Dunkerque. Dall’inizio della guerra i Serbi contarono 400mila vittime su una popolazione di 4.730.000 abitanti.

Rifugiati serbi a Uskut, Crimea, assistiti dalla Croce Rossa Americana, 1917.
Rifugiati serbi a Uskut, Crimea, assistiti dalla Croce Rossa Americana, 1917.


La canzone

E’ un lamento famoso insieme a Тaмо дaлеко / Tamo daleko e alla canzone epica Марш На Дрину , tutti riferiti alla campagna di Serbia. Il testo fu scritto dal colonnello serbo Branislav Milosavljević nel 1917 a Mikra, 15 km a sud di Salonicco. La poesia fu intitolata Изгнаници [Izgnanici] cioè "Esiliati". Fu pubblicata nella raccolta “Mač i lyra” / Spada e lira nel 1922. In un disco pubblicato in Francia, il titolo della canzone era Chanson serbe cantata dal soldato Živan Vasić. Già all’epoca circolava un versione diversa ; la canzone con tale testo si sarebbe imposta all’attenzione con il titolo Kreće se lađa francuska. E’ la versione che di fatto venne e viene eseguita. L’esecuzione della canzone originale è ormai rara.

La canzone fa riferimento al trasporto di migliaia di militari serbi feriti dopo la grande ritirata verso Biserta. 60mila è la stima dei serbi trasferiti durante la guerra. Furono trattati con riguardo sia dai francesi che dalla popolazione locale in Tunisia. 3mila di loro furono sepolti In 24 cimiteri dislocati nel NordAfrica. L’insidia di cui parla la canzone nel Mediterraneo erano gli U-boot tedeschi.

Sala macchine di un U-Boot tedesco, I guerra mondiale.
Sala macchine di un U-Boot tedesco, I guerra mondiale.
Сиње је море широко, [1]
широко, хладно, дубоко.
Креће се лађа француска
са пристаништа солунска.

Одлазе моји другови,
другови српски витези,
у земљу даљну Африку;
сви носе тугу велику.

Из своје земље прогнани,
по свету блуде млађани;
Туђино мајко – маћијо,
збогом занавек Србијо!

Па кад се море заљуља,
махнито силно удара,
сви моле Светог Николу,
његову силу на мору!

Многи ће од њих бити плен,
кад дође швапски сумарен,
много је Срба пропало
у мору хладном остало.

Шта ли је Србин згрешио?
Богу се увек молио;
седам се лета борио;
у рову славу славио.

Узалуд чекаш мајко ти,
да ти се војно жив врати,
море је сито – мирује;
јединца твога – милује!
[1] Romanization of the original version Izgnanici

Sinje je more široko,
široko, hladno, duboko.
Kreće se lađa francuska
sa pristaništa solunska.

Odlaze moji drugovi,
drugovi srpski vitezi,
u zemlju daljnu Afriku;
svi nose tugu veliku.

Iz svoje zemlje prognani,
po svetu blude mlađani;
tuđino majko - maćijo,
zbogom za navek, Srbijo!

Pa kad se more zaljulja,
mahnito silno udara,
svi mole Svetog Nikolu,
njegovu silu na moru!

Mnogi će od njih biti plen,
kad dođe švapski sumaren,
mnogo je Srba propalo,
u moru hladnom ostalo.

Šta li je Srbin zgrešio?
Bogu se uvek molio;
sedam se leta borio;
u rovu slavu slavio.

Uzalud čekaš, majko ti,
da ti se vojno živ vrati,
more je sito - miruje;
jedinca tvoga - miluje!

Contributed by Riccardo Gullotta - 2024/3/22 - 00:13




Language: English

English translation / Енглески превод / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
lyricstranslate
EXILED

So blue is the wide sea,
So wide, cold, deep.
There goes the French boat,
from the piers of Thessaloniki.

My comrades are leaving,
my comrades, Serbian knights,
for Africa, the far land,
carrying great sorrow.

Banished from their land,
young they wander the world;
Anothers' mother - not my own,
goodbye forever, Serbia!

When the sea starts to rock,
with uncontrolled, powerful hits,
they all pray to St. Nickolas,
to his power on the seas.

Many of them will fall prey
to the coming German ships,
many Serbs were left to rot,
on the bottom of the cold sea.

What did Serb do wrong?
He's always prayed to God;
seven years he's fought;
his saint, in the trench he's celebrated.

Mother, your waiting is in vain,
he won't come back alive and well,
for the sea is full - it's still,
your only son - in its lap.

Contributed by Riccardo Gullotta - 2024/3/22 - 00:15




Language: Italian

Traduzione italiana / Италијански превод / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös :
Riccardo Gullotta

Bivacco notturno, da The Sphere. Di Fortunino Matania (1881-1963)
Bivacco notturno, da The Sphere. Di Fortunino Matania (1881-1963)
ESILIATI

Il mare azzurro è vasto ,
vasto, freddo, profondo.
Eccola muoversi la nave francese
dai moli di Salonicco.

I miei compagni se ne vanno
I miei compagni , cavalieri serbi,
in Africa terra lontana;
portano con sé una grande pena.

Banditi dalla loro terra,
giovani vagano nel mondo;
Matrigna, non madre,
addio per sempre, Serbia!

Così, quando il mare comincia a oscillare,
battendo freneticamente forte,
tutti pregano San Nicola,
il suo potere in mare!

Molti di loro saranno prede
dei sottomarini tedeschi in agguato,
molti serbi furono abbandonati per marcire
nel fondo del mare freddo.

In cosa ha sbagliato il serbo?
Ha sempre pregato Dio;
ha combattuto per sette anni;
ha festeggiato in trincea il suo santo.

Mamma, aspetti invano,
lui non tornerà sano e salvo,
il mare è pieno - è calmo;
il tuo unico figlio nel suo grembo!

Contributed by Riccardo Gullotta - 2024/3/22 - 00:16




Language: Serbian

Преовлађујућа верзија / Versione prevalente / Prevailing version / Version dominante / Vallitseva versio : Wikipedia
КРЕЋЕ СЕ ЛАЂА ФРАНЦУСКА

Силно је море дубоко, [1]
Дубоко, плаво, широко.
Нигде му краја видети,
Не могу мисли поднети.

Креће се лађа француска
Са пристаништа солунска,
Транспорт се креће србади,
Ратници, браћа, болесни.

Сваки се војник борио,
У рову славу славио,
Срећан се Богу молио,
Да би се кући вратио.

Радости нема ни за трен,
Наиђе швапски сумарен,
Сви моле светог Николу,
Његову силу на мору

Полазим тужан, болестан,
Помислиm: Боже, нисам сам,
И моја браћа путују,
Да са мном скупа тугују.
[1] Latinica / Romanization

KREĆE SE LAĐA FRANCUSKA

Silno je more duboko,
Duboko, plavo, široko.
Nigde mu kraja videti,
Ne mogu misli podneti.

Kreće se lađa francuska
Sa pristaništa solunska,
Transport se kreće srbadi,
Ratnici, braća, bolesni.

Svaki se vojnik borio,
U rovu slavu slavio,
Srećan se Bogu molio,
Da bi se kući vratio.

Polazim tužan, bolestan,
Pomislim: Bože, nisam sam,
I moja braća putuju,
Da sa mnom skupa tuguju.

Radosti nema ni za tren,
Naiđe švapski sumaren,
Svi mole svetog Nikolu,
Njegovu silu na moru

Contributed by Riccardo Gullotta - 2024/3/22 - 11:56




Language: Italian

The prevailing version / Преовлађујућа верзија / Versione prevalente / Version dominante / Vallitseva versio
English translation / Енглески превод / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
Wikipedia
THE FRENCH SHIP IS DEPARTING

Mighty is the deep sea
Deep, blue and wide
Its end is nowhere in sight
I cannot bear the thought.

The French ship is departing
From the harbor of Salonika
Transport of Serbs moves
Warriors, wounded brothers

Every soldier fought
And celebrated his slava in the trench
Happy was praying to the God
Hoping to return home

I depart sad and ill
Thought: "God, I am not alone"
My brothers are traveling too
To mourn, together, with me

There is no joy even for a moment
For a Kraut sub is approaching
And all pray to St. Nicholas
For his force at sea

Contributed by Riccardo Gullotta - 2024/3/22 - 11:58




Language: Italian

Versione prevalente / Преовлађујућа верзија / The prevailing version / Version dominante / Vallitseva versio
Италијански превод / Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös :
Riccardo Gullotta
LA NAVE FRANCESE STA SALPANDO

Poderoso è il mare profondo
Profondo, blu e vasto
La sua fine non puoi vederla da nessuna parte
Non riesco a capacitarmene.

La nave francese sta salpando
Dal porto di Salonicco
Il trasferimento dei serbi inizia
Guerrieri, fratelli feriti

Ogni soldato ha combattuto
E ha celebrato la sua slava [1] in trincea
Contento pregava Dio
Sperando di tornare a casa

Parto triste e malato
Un pensiero: "Dio, non sono solo"
Anche i miei fratelli sono in viaggio
Per un lamento funebre, insieme, con me

Non c'è gioia nemmeno per un momento
Perché un sottomarino crucco [2] si sta avvicinando
E tutti pregano San Nicola
Per la sua possenza in mare
[1] festività ortodossa annuale in famiglia per onorare il patrono

[2] švapski sumaren, letteralmente sommergibile ( più esattamente “sottomarino”) svevo. La sineddoche Švapski ha una connotazione ironica. Nell’Europa orientale Shvab, Szwab é connotazione decisamente dispregiativa. La sineddoche è di natura storica. I primi coloni tedeschi nella penisola provenivano dalla Svevia

Contributed by Riccardo Gullotta - 2024/3/22 - 12:00


@ Riccardo Gullotta

Bellissimo lavoro e bellissima pagina. Nella traduzione inglese fornita da Lyricstranslate c'era, all'inizio, una curiosa ripetizione del verso "There goes the French boat"; dev'essere sfuggita al traduttore. Ho provveduto a ripristinare una dizione corretta. Saluti carissimi!

Riccardo Venturi - 2024/3/22 - 06:26


@ Sempre per Riccardo Gullotta

Riccardo, nelle intestazioni delle tue traduzioni italiane hai messo "traduzione italiana" in russo anziché in serbo. Ho già corretto. Saluti e grazie ancora!

Riccardo Venturi - 2024/3/22 - 13:42


@ Riccardo Venturi
grazie a te e della tua apprezzata revisione puntuale.
Dalla mia inclinazione verso i Balcani mi verrebbe da pensare che tra i miei lontani antenati, oltre a francesi, normanni, sefarditi, ci siano stati anche un greco e un serbo. Purtroppo non ho potuto apprendere le due lingue.
Све најбоље / οι θερμοί χαιρετισμοί !

Riccardo Gullotta - 2024/3/22 - 14:14




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