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Spartaco

Alessio Lega
Lingua: Italiano


Alessio Lega


Dicono fosse alto, bello,
un pezzo di manzo, il Tracio
e che quando scoccava un pugno
suonasse come un bacio.
Disertore alla macchia
poi schiavo e gladiatore,
generale e ribelle
e liberatore.

Ottanta legioni col vento nella chioma,
li crocifissero nudi dalla Lucania a Roma,
ma dal momento che il suo corpo
non lo seppero trovare,
mi autorizzo a pensare
che stia lì lì per tornare.

Spartaco
Spartaco
Spartaco
con tutti i suoi spartachisti...

Era un'anatra zoppa, una rosa feroce
le ali nel cappello, il vento nella voce,
era un'anatra polacca
dagli occhi di stagnola,
artigliata all'amore come quando si vola.
L'arco sopraccigliare le fu spaccato sulla fronte
una fucilata in bocca e poi, hop, giù dal ponte.
Irriconoscibile rosa ripescata il mese appresso,
credo risalga il fiume, penso che torni adesso.

Con Spartaco...

E poi storia di catene tutte scosse
dal fantasma dell'Europa con la tosse,
col rumore che fa il nulla mentre sale,
questi turni sempre più mettono male.
Con i camion scaricati nel mercato,
le cassette a botte di caporalato,
le caselle del lavoro interinale,
e gli eterni turni
e pausa all'orinale.

Come un bacio che non sai se sia una tregua
se preceda l'amore o se lo segua
quando è troppo è troppo,
e un calcio nel sedere
dato al soprastante, al satrapo, al cantiere.
Così se ne va come i giornali al vento,
i giornali gratuiti beninteso,
però è contento.
Tanto uguale che non fu riconosciuto
ma la riconoscenza inizia dal rifiuto
così se ne va col vento giornaliero
nel cartoccio bisunto di un pensiero

Fa pensiero una rivolta nuova nuova
lo dicevo, lo sapevo che tornava...

Spartaco....
Spartaco....



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