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La socialdemocrazia

Claudio Lolli
Lingua: Italiano


Claudio Lolli

Lista delle versioni e commenti


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La vie s'écoule, la vie s'enfuit
(Raoul Vaneigem)
Per questo mi chiamo Giovanni
(Paolo Capodacqua)
La morte della mosca
(Claudio Lolli)


[1977]
Testo e musica di Claudio Lolli
Album: Disoccupate le strade dai sogni

disoccupate


"La socialdemocrazia" reca una data che ora viene detta fatidica. Il 1977, già. Quello che serve a "Repubblica" per fare le gallerie fotografiche. Come dire: ma sì, facciamoci pure l'album dei ricordi, il "come eravamo". Banalizziamo, storicizziamo fintamente, chi ha dato ha dato, chi è morto è morto, chi è stato incarcerato e represso è stato incarcerato e represso, e dimentichiamo. Immagini. Sequenze di immagini. Aux images nous sommes condamnés, come scrisse Raoul Vaneigem in La vie s'écoule, la vie s'enfuit. E così noi, sebbene in maniera imperfetta, preferiamo sempre andarci a situare direttamente in quel 1977. Nei limiti di quel che possiamo fare, ovviamente, e senza nessuna pretesa di "contribuì' ar dibbàttito". Siamo, del resto, un sito di canzoni. Null'altro. "Contro la guerra", certo, ma anche (e forse soprattutto) contro una certa pace. Ed ecco appunto questa canzone di Claudio Lolli, del 1977, che svariati anni prima della Domenica delle Salme individua tutti gli scenari futuri. Già dal titolo dell'album da cui proviene, "Disoccupate le strade dai sogni". E' quello che è successo. Le strade sono state disoccupate dai sogni. I sogni non appartengono più alla vita collettiva, sono rimasti a bivaccare in qualche coscienza che, più o meno genericamente, non si rassegna. Ed anche chi non si è rassegnato deve barcamenarsi con mille cose, prima fra tutte non trasformare questa sua mancata rassegnazione in un mestiere, o in una caricatura, o in isolamento tanto più terribile quanto assaporato quasi fosse il dolore del protagonista del "Corvo" di Edgar Allan Poe di fronte alla morte dell'amata. Sto divagando? Certo. Divagando si torna meglio a bomba.

E allora leggiamola, ascoltiamola, magari cantiamola questa antica canzone di trenta secoli fa. Dove si comincia a imparare che il nemico marcia sempre alla tua testa; basta, che so io, vedere chi marciava spesso in, quei trentamila anni fa, e chi e che cos'è ora. Il mostro senza testa. Allora, perlomeno, lo si poteva chiamare "socialdemocrazia"; ora non si sa neppure più come chiamarlo. Arriva, folgorante, l'immagine di quella che De André chiamò "pace terrificante" e che Lolli definì "santa pace", chiedendosi peraltro che cosa fosse una guerra. Così si scopre una verità semplice e per questo motivo quasi indicibile: il nemico ce lo abbiamo proprio tra chi marcia nelle nostre stesse scarpe. Ora come allora. Chiaro che ci si debba chiedere cosa sia la guerra, quando la parola "pace" oramai non serve altro che ad esprimere il suo contrario (come il "Minipax" orwelliano). Ed è questa una lucidissima canzone che invita a recuperare due cose importantissime: il senso di chi sia il vero nemico, e il senso della lotta. Un appello che Lolli, probabilmente, immaginava inascoltato; così è stato. Il nemico è stato dalla nostra parte e continua ad esserlo. E' quel nemico che si nutre di "democrazia" (oramai più nemmeno "social-"), quel nemico che si rimpalla la "tolleranza" e la "tolleranza zero", quel nemico che invoca la "sicurezza né di destra né di sinistra", quel nemico che va alle parate militari col distintivo antimilitarista attaccato alla giacca.

E allora mi si lasci dire che essere "contro la guerra", ora come ora, significa soprattutto essere contro questa "pace". Santa o terrificante che la si voglia dire. Che, nebbia, che confusione. Che vento di tempesta. [RV]
Il nemico, marcia, sempre, alla tua testa.
Ma la testa del nemico dove è,
che marcia alla tua testa.
Ma la testa del nemico dove è,
che marcia alla tua testa.
Ma che nebbia, ma che confusione,
che aria di tempesta,
la socialdemocrazia è
un mostro senza testa.

Il nemico, marcia, sempre, alla tua testa.
Ma una testa oggi che cos'è?
E che cos'è un nemico?
E una marcia oggi che cos'è?
E che cos'è una guerra?
Si marcia già in questa santa pace
con la divisa della festa.
Senza nemici né scarponi e
soprattutto senza testa!

La socialdemocrazia non va
a caccia di farfalle.
Il nemico marcia in testa a te
ma anche alle tue spalle.
Il nemico marcia con i piedi
nelle tue stesse scarpe.
Quindi anche se le tracce non le vedi
è sempre dalla tua parte.

La socialdemocrazia è
un mostro senza testa.
La socialdemocrazia è
un gallo senza cresta.
Ma che nebbia, ma che confusione
che vento di tempesta.
La socialdemocrazia è
quel nano che ti arresta.

inviata da Riccardo Venturi - 4/9/2007 - 22:28




Lingua: Croato

Traduzione croata di Jasna Tkalec dal sito del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia
SOCIJALDEMOKRACIJA

Neprijatelj uvijek maršira na čelu.
Ali gdje je neprijatelja čelo
Što ti po glavi stupa?
Gdje je neprijatelja čelo,
Misao glavom ti lupa?
Koliko magle, koliko pometnje
Vrijeme naviješta buru
I čudne osjećaš smetnje,
Što ti ih misli prave:
Socijaldemokracija je čudovište bez glave.

Neprijatelj uvijek maršira na čelu,
A danas gdje mu se djela glava?
Što danas neprijatelj znači?
Što znači marš?
Što znači rat?
Kad vele da mu je slomljen vrat?
I ti u svetom stupaš miru.
U prazničnom odijelu, praznična košulja prava,
Neprijatelja nema, ni cipele nisu ti teške
Nedostaje ti glava: inače sve je bez greške!

Socijaldemokracija ne lovi leptire:
Neprijatelj maršira na čelu kolone!
I po glavi te gazi, jer ste na istoj stazi.
I iza tvojih pleća sakriven se pravi,
Neprijatelj stupa i tvojim nogama lupa:
Neprijatelj je s tobom u istim cipelama,
Tako ni tragovi njegovi nisu ti znani:
Socijaldemokracija tvrdi,
Da je na tvojoj strani!

Socijaldemokracija je čudovište bez glave
Ona je pijevac kome nedostaje kresta.
Al' za smijeh uopće nema mjesta:
Ona je prava prijetnja.
Kolika magla, kolika pometnja,
Zbog vremena što naviješta buru:
Socijaldemokracija je kepec,
Koji te trpa u buturu.

inviata da Bernart - 9/6/2013 - 21:49




Lingua: Inglese

Versione inglese di marco
SOCIAL DEMOCRACY

The enemy. Always. Marches. At your head.
But where is the head of the enemy
that marches at your head?
What a fog, what a confusion,
what a storm in the air.
Social democracy is
a monster without a head.

The enemy. Always. Marches. At your head.
But what is a head today?
And what is an enemy?
And what is a march today?
And what is a war?
We are already marching in this holy peace
dressed up in our Sunday uniforms
without enemies or boots and
above all without our heads.

Social democracy doesn't waste its time
chasing butterflies.
The enemy marches at your head
but behind your back, too.
The enemy marches with its feet
in your own shoes.
So even if you can't see its footprints
it's always on your side.

Social democracy is
a monster without a head.
Social democracy is
a rooster without a crest.
What a fog, what a confusion,
what a storm in the air.
Social democracy is
the dwarf who puts you under arrest.

inviata da marco - 16/5/2014 - 11:41


Ricordo perfettamente il momento: ecco, questa era la canzone di chi era contro il compromesso storico. Eravamo in Italia. Sono passati tanti anni d'accordo ma perchè ho l'impressione che siano passati secoli?!

Flavio Poltronieri

Flavio Poltronieri - 17/5/2014 - 21:36




Lingua: Francese

Version française - LA SOCIAL-DÉMOCRATIE – Marco Valdo M.I. – 2014
Chanson italienne – La socialdemocrazia - Claudio Lolli – 1977

Texte et musique de Claudio Lolli
Album: Disoccupate le strade dai sogni

Social-démocratie est un mot-valise, un mot fourre-tout et le reste. Donc, Lucien l'âne mon ami, dans social-démocratie, il y a social et démocratie. Pour le social, passe encore, avec un peu de bonne volonté, on peut envisager la chose – et il y en a quand il faut apaiser les gens. Alors, on fait du social, on fait dans le social. C'est un genre, en politique ; il complète l'éventail. Mais le vrai problème, c'est la démocratie, le pire système qui soit...

Quoi ? Qu'est-ce que tu dis, Marco Valdo M.I. mon ami, tu renies la démocratie ? Je n'aurais jamais cru ça... Je te croyais opposé à toute forme de dictature, je te croyais libertaire et je croyais que tu ne méprisais pas les gens...

Mais tu as raison, Lucien l'âne mon ami, tu as raison sur tout cela. Je suis en effet , pour reprendre tes mots : « opposé à toute forme de dictature, libertaire et je ne méprise pas les gens (sauf évidemment, ceux qui se comportent de façon méprisable)... » et c'est précisément pour ces raisons-là, et d'autres encore, que je suis à tout le moins sceptique en ce qui touche à la démocratie. En fait, je la considère comme le plus énorme attrape-nigaud qu'on aie jamais inventer. C'est un piège, un fameux narcotique et dans certains cas, une potion létale, un piège mortel.

Bon, admettons. Et comment expliques-tu un tel point de vue ?

En fait, si on veut comprendre la vraie nature de la démocratie - Ainsi pensait Pierre-Joseph Proudhon (et il n'est pas le seul) : « La démocratie n'est autre chose que la tyrannie des majorités ...: elle a pour base le nombre, et pour masque le nom du Peuple. » ( Pierre-Joseph Proudhon, La Démocratie (1848))
, mais s'agissant de la démocratie socialement bien tempérée, le tyran majoritaire a beau être cauteleux, il n'en reste pas moins un tyran. Dès lors, il faut la replacer dans son contexte qui est la Guerre de Cent Mille Ans que les riches et les puissants font aux pauvres... Une fois remise dans son contexte, on comprend immédiatement sa nature... La démocratie, c'est l'appât que les riches et les puissants jettent aux pauvres pour leur faire accroire l'égalité par le vote... Quelle blague ! La démocratie est une serve, elle est entièrement acquise au pouvoir des riches et des puissants et le jour où elle se rebiffe, le voile tombe et on dissout ces institutions de dix sous. Cela dit, revenons à notre mot-valise, à cette social-démocratie, à cette étrange configuration qui est apparue au moment où il a fallu lâcher du lest face aux exigences des populations – notamment urbaines et ouvrières et canaliser les mouvements révolutionnaires en gestation. Par la suite, il a fallu y rallier la population rurale ; ce fut moins simple. En fait, par ses origines socialistes, d'une part et son ralliement au pouvoir, d'autre part, la social-démocratie est assise entre deux chaises et se voit perpétuellement contrainte au grand écart ; elle est un agent double. Par sa nature, elle se doit de dire ceci et de faire cela. Elle vit avec un agenda caché. C'est Tartuffe en politique, lequel disait (on transposera) : « Ah ! pour être dévot, je n'en suis pas moins homme » (acte III, scène 3, vers 966). Et comble de l'histoire, elle n'y réussit pas trop mal. La social-démocratie a ce côté patelin, paternaliste, ses fausses colères, ses vraies compromissions qui la tiennent comme l'église au milieu du village ; elle tient avec maestria la carotte et le bâton. En somme, fondamentalement, elle vise à la paix sociale. Pour un peu, lorsque les résultats électoraux ne lui sont pas (assez) favorables, elle se sent comme une maîtresse trompée, elle se lamente et déclarerait presque : « Si le peuple n'est pas d'accord, qu'on élise un autre peuple », paraphrasant on ne sait plus trop qui.

Certes, Marco Valdo M.I. mon ami, je pense comme toi que dans la Guerre de cent Mille Ans, la social-démocratie a sa place, son rôle à jouer et qu'en effet, elle l'a joué et continue à le faire. Elle est le préservatif du système, elle lui sert d'amortisseur social et met de l'huile dans les engrenages de l'exploitation. La seule chose que nous puissions faire – et c'est le minimum, c'est de ne jamais collaborer, c'est le sens profond de Non Mollare et de Ora e sempre : resistenza !. Et bien évidemment de tisser, inlassables, le linceul de ce vieux monde démocrate, tartuffe, social, électoral et cacochyme.

Heureusement !

Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
LA SOCIAL-DÉMOCRATIE

L'ennemi, marche, toujours, à votre tête.
Mais la tête de l'ennemi où est-elle,
Qui marche sur votre tête.
Mais la tête de l'ennemi où est-elle,
Qui marche sur votre tête.
Mais quel brouillard, mais quel tourniquet,
Quel vent de tempête,
La social-démocratie est
Un monstre sans tête.

L'ennemi, marche, toujours, à votre tête.
Mais qu'est une tête aujourd'hui ?
Et qu'est un ennemi ?
Et aujourd'hui qu'est une marche?
Et qu'est une guerre ?
On marche déjà dans cette sainte paix
Avec l'uniforme de la fête.
Sans ennemis ni bottines
Et surtout sans tête !

La social-démocratie ne chasse pas
Les papillons dans les bois.
L'ennemi vous marche sur la tête
Mais aussi sur les épaules.
L'ennemi marche avec ses pieds
Dans vos chaussures.
Donc même si vous ne le voyez pas
Il est toujours là.

La social-démocratie est
Un monstre sans tête.
La social-démocratie est
Un coq sans crête.
Mais quel brouillard, mais quel tourniquet,
Quel vent de tempête,
La social-démocratie est
Ce nain qui vous arrête.

inviata da Marco Valdo M.I. - 26/5/2014 - 23:03




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