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Classe operaia

Marco Cantini
Lingua: Italiano


Marco Cantini


Nacque dentro a un vizio sociale
La rabbia di un poeta le sue idee
E i vincoli del perbenismo familiare
contro quella sporca perversione che
diceva infetta il mondo
ed un tempo era stata sua
ciò che lui chiamava borghesia

Partì senza soldi nè avvenire
escluso dalle scuole pubbliche
fasciste corrotte e reazionarie
rifiutò l'esilio oltreoceano
La fuga dall'inferno
e restò con la sua poesia
Prestando fede all'Anarchia

Prossimo a quell'umanità
che nasce già soggetta
alla violenza organizzata
o la realtà più precaria
ossia la classe operaia

Forse fu grazie a qualche inghippo clandestino
che divenne presto operaio
un latitante ebreo, un sovversivo
Ma la sua identità rimase ancora sconosciuta
la cosmica ferita per l'insulto e per l'assenza
di chi vive a lungo priva di coscienza

Ma la puzza dell'inferno sa di Cloro
e in fondo lui non era come loro
ma odori caustici e le polveri
ininterrotto sisma cronico
la sua libera scelta di rivolta senza soste
e per gli altri una condanna imposta

Figli di quell'umanità
che nasce già soggetta
alla violenza organizzata
e alla realtà più precaria
ossia la classe operaia

Dove la fabbrica non da mai tregua
nel suo fragore
dolgono i timpani
si perdono le voci
Non basta gridare
sai degli odori nelle narici
mischiati al respiro
arroventati vapori che bruciano
fiamme e fumo

L'uomo è frammento di una materia
a buon mercato
dove una macchina ingoia il suo corpo
Lo rende schiavo



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