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Tetãgua sapukái

Víctor Montórfano
Lingua: Guarani (Avañe'ẽ)


Lista delle versioni e commenti


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Letra: Víctor Montórfano
Música: Félix Pérez Cardoso

Testo: Víctor Montórfano
Música: Félix Pérez Cardoso

Alfredo Stroessner. Asunción, 14 maggio 1962.
Alfredo Stroessner. Asunción, 14 maggio 1962.


Nell'intera America del Sud, il Paraguay è forse il paese meno conosciuto, più particolare e per certi versi "misterioso". Da questo paese ci proviene questa canzone, scritta in quella che è la sua vera lingua nazionale: il Guaraní, o Avañe'ẽ ("lingua del popolo"). Perché il Paraguay ha anche questa, di particolarità: è l'unico paese dell'America del Sud in cui un'antica lingua indigena (del ceppo Tupí-Guaraní), una volta scomparso del tutto il popolo che l'aveva come lingua originaria, è stata assimilata dai colonizzatori ed immigrati di ogni provenienza (lo stesso autore di questa canzone ha un cognome chiaramente di origine italiana) che l'hanno preferita al castigliano, rimasta karaiñe'ẽ ("lingua dei dominatori"). E' un caso unico non solo nell'America del Sud, ma forse anche al mondo.

Il Paraguay è un paese agricolo e rovente; non ha alcuno sbocco al mare. Nella sua capitale, Asunción (che però, in guaraní, si chiama come il paese intero: Paraguái), è raro che la temperatura scenda sotto i 35 gradi. Paese di allevamento e di grandissime distese; per la maggiore di queste distese, il Chaco, il Paraguay sostenne attorno al 1930 una durissima ed inutile "guerra fra poveri" con la Bolivia, guerra che però è alla base di buona parte dell'epos popolare del paese.

Paese di forte emigrazione, specialmente dalla Germania, il Paraguay, nel dopoguerra (mondiale) iniziò il suo autentico calvario. Una dittatura militare tra le più lunghe, repressive ed oscurantiste che ma si siano viste, non solo in Sudamerica, per mano del figlio di un immigrato tedesco, Alfredo Stroessner. Dal 1954 al 1989 il Paraguay cadde nelle tenebre. La repressione, la tortura sistematica, le sparizioni, gli assassinii, le condanne al confino e all'esilio sono state in quel periodo il pane quotidiano dei paraguayani, stretti nella morsa del regime poliziesco.

Formalmente rimasta una "repubblica parlamentare", il Paraguay vide una serie di elezioni-farsa in cui il partito di Stroessner, il Partido Colorado agiva in realtà da partito unico e da strumento di controllo civile. Ammiratore riconosciuto di Hitler, Stroessner trasformò il Paraguay nel rifugio naturale per centinaia di nazisti sfuggiti alla cattura; ma vi passò anche il "fior fiore" del terrorismo fascista di casa nostra, compreso Stefano Delle Chiaie, che vi ricevette sovvenzioni e addestramento.

Nel 1989 Stroessner fu rovesciato da un colpo di stato (sostenuto dagli USA che vollero così sbarazzarsi di quel personaggio oramai impresentabile, ovviamente dopo esserne serviti come ferreo "baluardo anticomunista" –fin dal 1960 il Paraguay aveva rotto le relazioni diplomatiche con Cuba). Nel 1992 Martín Almada, un ex oppositore della dittatura, scoprì i cosiddetti Archivos del Terror, per mezzo dei quali fu dimostrato che il governo di Stroessner aveva partecipato alla Operación Cóndor, un accordo militare anticomunista per la persecuzione degli esiliati, cui prendevano parte tutte le dittature militari degli altri paesi sudamericano (Bolivia, Cile, Argentina, Uruguay, Brasile, Perú e Ecuador). Migliaia di paraguayani e di cittadini di altri paesi furono torturati, sequestrati e assassinati.

Dal Paraguay viene questa canzone che inizia con le parole: Pyhare ku ijapyra'ÿva. "Notte senza fine", ed in cui i paraguayani sono invitati a svegliarsi. Perché uno degli effetti delle tenebre della dittatura, è il sonno. Il sonno malato, cronico, della gente. Il sonno rotto soltanto dal sangue della gente. Da qualche parte però, qualcuno gridava, e voleva che anche la gente gridasse; il nostro augurio è che il Paraguay, come ogni altro paese al mondo, non abbia mai più a addormentarsi.

Durante la dittatura di Stroessner, l'uso ufficiale del guaraní era proibito. Solo il castigliano, la "lingua dei dominatori" aveva uso ufficiale; per un certo periodo, Stroessner accarezzò persino l'idea di rendere seconda lingua ufficiale del paese non il guaraní, ma il tedesco. Da notare che soltanto il 4% della popolazione paraguayana parla esclusivamente il castigliano; il restante 96% parla o soltanto guaraní, o è bilingue a vari livelli. Adesso il guaraní è seconda lingua ufficiale dello stato, parificata al castigliano. [RV]

Sulla storia del Paraguay si veda questa interessante Pagina del Liceo Berchet di Torino.
Pyhare ku ijapyra'ỹva,
aretéma niko oiko
ñane retamíme oñuva
ha pytumbýpe oguereko.

Marõpa nipo ku osêta
kuarahy, pe amo ñu pahápe
ñande jopévo hatãpe,
ñane mombaymi haguã?

Purahéi pyahu ndojejokovéi,
yvytu jurúpe ipotypaite.
Opárupi oike ñane mbohory
ñane mo'ãgui,
ja'evo ojúpe peteî ñe'ême
jaikopa haguã.

Tavy, tyre'ỹ, mboriahu,
ñembyahýi pepoguýpe
aretéma jaiko,
ha akói oñoirû ondie
ñorairõ reípe ñande ruguypa.

Ha'evemante jake,
ha maymáva Paraguái,
japaymi ha ñapu'ã,
ha upéi jasapukái
iñapysê ko'etî,
pytã, morotî, hovy,
ñande poyvi joguaha
osêma pe kuarahy
hesãkãmba poraitéma
ñande rape pyahurã.

Pehendúke tetãgua:
ñapu'ã jasapukái
opahápema pytû:
¡Viva el nuevo Paraguay!

inviata da Riccardo Venturi - 25/4/2007 - 00:23




Lingua: Spagnolo

Versione castigliana di Salvador Núñez-Estigarribia
Ripresa da questa pagina
GRITO DEL PUEBLO

Noche sin fin
hace tanto tiempo
que arrasa nuestro pais
y lo tiene a oscuras
¿Cuándo saldrá
el sol en el horizonte
que nos acaricie con su calor
y nos despierte?

Un himno nuevo no se puede detener,
florece en boca del viento,
entra en todas partes y nos alegra
nos acerca, decimos...
Vivir hablando un solo idioma
bajo las alas de la ignorancia, la orfandad,
la pobreza y el hambre.

Hace tanto tiempo vivimos entre hermanos
en peleas vanas nos desangramos
basta de dormir, y todos los paraguayos
¡despertemos, y levantémonos, y después gritemos!
Se asoma un nuevo amanecer, rojo, blanco y azul
que se parece a nuestra bandera.

Sale el sol,
brilla nuestro nuevo camino.
Escuchen compatriotas, levantémonos a gritar,
ya es hora que termine la oscuridad.
¡viva el nuevo Paraguay!

inviata da Riccardo Venturi - 25/4/2007 - 00:25




Lingua: Italiano

Versione italiana di Riccardo Venturi
(dalla versione castigliana)
25 aprile 2007
GRIDO DEL POPOLO

Notte senza fine
è ormai tanto tempo
che avvolge il nostro paese
e lo tiene nel buio.
Quando uscirà
il sole all'orizzonte
ad accarezzarci col suo calore
e a svegliarci?

Un nuovo inno non può esser trattenuto,
fiorisce in bocca al vento,
entra da ogni parte e ci rallegra,
ci si avvicina, diciamo...
Vivere parlando una sola lingua
sotto le ali dell'ignoranza, della privazione,
della povertà, della fame.

Da tanto tempo viviamo dissanguandoci
in lotte vane tra fratelli.
Basta dormire! Noi tutti paraguayani
svegliamoci! Alziamoci! E poi gridiamo!
Giunge una nuova alba, rossa, bianca e azzurra
che assomiglia alla nostra bandiera.

Spunta il sole,
brilla il nostro nuovo cammino.
Ascoltate, compatrioti, alziamoci e gridiamo:
è ora che l'oscurità abbia fine.
Viva il nuovo Paraguay!

25/4/2007 - 01:15




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