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Forse da qualche parte...

Horst Fantazzini
Lingua: Italiano


Lista delle versioni e commenti


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Giancarlo e gli altri
(Gianni Siviero)
Fantazzini
(Pardo Fornaciari)
Les soldats ont la jaunisse
(Gaston Couté)


Testo reperito in questa pagina di Marco, compagno livornese.
dopo la lettura di un articolo di Francesco Senia e il commento del fratello di Giancarlo. (Adriana)

Un abbraccio forte a tutti. [RV]




24/02/1974

Firenze, carcere delle Murate

Giancarlo Del Padrone

Detenuto di 20 anni, ucciso da una raffica di mitra delle guardie durante una rivolta pacifica mentre si trovava sui tetti del carcere.

Nel corso di una rivolta carceraria alla Murate un agente di custodia esplode una raffica di mitra contro un gruppo di detenuti che si è arrampicato su un tetto. Giancarlo Del Padrone, venti anni, rimane ucciso sul colpo. Altri quattro detenuti restano feriti, uno in modo grave. La manifestazione era stata inscenata come protesta contro le lungaggini della riforma carceraria.

Di Giancarlo Del Padrone, Francesco Senia parla anche in in post su it.fam.musica.de-andre del 7 agosto 1999, con un errore di anno (il 1973 invece del 1974). Il post è su David e Chiara Riondino e sul "Collettivo Victor Jara".

[...]Nel 1973 il collettivo compone la canzone per Giancarlo del Padrone, detenuto assassinato dalla polizia durante la rivolta delle Murate del 24 febbraio 1973; rivolta cui sarebbe seguita una vera e propria insurrezione nel quartiere fiorentino di Santa Croce, sedata solo la mattina dopo.
[RV]


Ciao

Sono Marco ( http://marco2000.altervista.org )



Volevo dire soltanto che l'autore della poesia per Giancarlo Del Padrone, è stata scritta dal Compagno Horst Fantazzini e pubblicata sul suo sito alla pagina

http://www.horstfantazzini.net/forse_d...

Pensavo che il banner che avevo messo sopra la poesia stessa fosse stato sufficiente ad attribuire la paternità di questa bella poesia.

Niente di male! Tra compagni non ci sono Diritti d'autore... ;-))

Piuttosto...

Mi piacerebbe approfondire l'argomento....

Chi sa qualcosa di più?

Ciao

Marco
(Marco)

Ragazzo,
senti il rumore del tuono?
forse da qualche parte un uomo sta lottando.
Lotta per te, per me, per tutti,
ma pochi sanno dirgli grazie......

Ragazzo,
senti lo stillicidio della pioggia?
forse da qualche parte
una vita si sta spegnendo
e questa pioggia è l'eco di un lontano dolore....

Ragazzo,
senti il peso di questo improvviso silenzio?
forse da qualche parte un uomo è stato vinto,
fucili di venduti fratelli
gli hanno impedito di gridare "Libertà!".

Ragazzo,
il dolore di uno
dovrebbe essere il dolore di tutti
e non è giusto che
mentre tu piangi
altri ridono
e mentre tu ridi
altrove altri si disperano.

Ragazzo,
al prossimo tuono
non spaventarti,
alla prossima pioggia
non chiudere la tua finestra,
al prossimo silenzio
mettiti a gridare con rabbia!

Perugia marzo 1974

inviata da adriana - 10/4/2007 - 20:36




Lingua: Tedesco

Versione tedesca di Riccardo Venturi, 10 dicembre 2007
Deutsche Übersetzung von Riccardo Venturi, 10. Dezember 2007

Horst era nato in Germania, a Altenkessel, da madre tedesca. Altenkessel vuol dire, alla lettera, "vecchia caldaia" in tedesco; e volendo continuare coi significati, ce n'è uno più importante. Su horstfantazzini.net c'è scritto che significa "rifugio", ma propriamente è un tipo particolare di rifugio: significa, infatti, "nido di un uccello rapace, nido dell'aquila". Curiosamente, vuol dire anche "base aerea". Sempre il volo c'è, in questo nome; e Horst ha tenuto fede al suo nome. I signori delle polizie e delle galere ci hanno provato a non farlo volare; quella che segue è stata la risposta costante di Horst:



La prima traduzione di questa cosa non poteva quindi essere che in lingua tedesca. E' dedicata a Pralina, Pralina mit Gemeinsinn gewidmet. Ma senza mai scordare Giancarlo. [RV]
VIELLEICHT, IRGENDWO…

Junge,
hörst du das Dröhnen des Donners?
Vielleicht, irgendwo, kämpft ein Mann gerade.
Er kämpft für dich, für mich, für alle,
wenige aber wissen ihm zu danken…

Junge,
hörst du das Tröpfeln des Regens?
Vielleicht, irgendwo,
erlischt ein Leben
und dieser Regen ist das Echo eines fernen Schmerzes…

Junge,
fühlst du das Gewicht dieses plötzlichen Schweigens?
Vielleicht, irgendwo, ist ein Mann besiegt worden.
Gewehre gekaufter Brüder
ihm verhindert haben, "Freiheit!" zu schreien.

Junge,
das Schmerz eines
sollte das Schmerz aller sein.
Ungerecht ist,
dass andre lachen
während du weinst,
dass andre anderswo jammern
während du lachst.

Junge,
beim nächsten Donner
erschrecke nicht,
beim nächsten Regenfall
mach dein Fenster nicht zu,
beim nächsten Schweigen
mach dich daran, mit Wut zu schreien!

Perugia, März 1974.

10/12/2007 - 09:28




Lingua: Francese

La seconda versione di questa cosa sarà in lingua francese, ed anche questa è una cosa a suo modo logica, per mille motivi. La vorremmo illustrare con un'immagine che, credo, non sarebbe dispiaciuta affatto a Horst Fantazzini:

PEUT-ÊTRE QUELQUE PART…

Jeune homme,
entends-tu le grondement du tonnerre?
Peut-être y a-t-il quelque part un homme qui lutte.
Il lutte pour toi, pour moi, pour tous,
mais il n'y a que peu de gens qui savent le remercier…

Jeune homme,
entends-tu le bruit de la pluie qui tombe?
Peut-être y a-t-il quelque part
une vie qui s'éteint
et cette pluie est l'écho d'une peine lointaine…

Jeune homme,
sens-tu le poids de ce silence inattendu?
Peut-être y a-t-il quelque part un homme vaincu,
les fusils de ses frères vendus
lui ont empêché de crier "Liberté!"

Jeune homme,
la peine d'un seul
devrait être la peine de tous
et il n'est pas juste
qu'il y ait quelqu'un qui rit
au moment où tu pleures
et qu'il y ait quelqu'un qui désespère
au moment où tu ris.

Jeune homme,
n'aie pas peur
si tu entends encore la tonnerre qui gronde,
et si la pluie recommence à tomber
ne ferme pas ta fenêtre,
et si tu entends encore le silence
mets-toi à crier toute ta rage!

Pérouse, mars 1974

inviata da Ahmed il Lavavetri, detto l'Eliminafave - 10/12/2007 - 22:14


Ciao Marco, e grazie per avere scritto.

In effetti hai ragione, presi dall'aver trovato la poesia (che vorremmo divenisse una canzone, e credo che ci adopereremo perché possa diventarlo), non ce ne eravamo accorti. Abbiamo rimediato costruendo questa pagina che spero dia ancora più spazio alla memoria sia di Giancarlo che di Horst.

Per approfondire l'argomento ti consigliamo di andare sul blog di Francesco Senia, sul cui post dedicato anche a Giancarlo Del Padrone è stata da me riportata tutta la cosa. Ti segnaliamo che sul post in questione è intervenuto anche il fratello di Giancarlo Del Padrone stesso.

Saluti, abbracci e un saluto particolare alla mia Livorno...e grazie per il tuo sito. Se vuoi anche contattarmi di persona puoi telefonarmi al numero 339.4723095 [Riccardo]

10/4/2007 - 22:31


Ho già manifestato personalmente a Francesco Senia e a Marco di Livorno, la mia più profonda gratitudine nel ricordare mio fratello Giancarlo Del Padrone e lo farei anche con Horst Fantazzini, che ha avuto peggiore sorte, gia che la sua, non gli ha lasciato la Libertà che lui tanto desiderava per gli altri oltre che per se stesso. L'invito e che chiunque abbia conosciuto Giancarlo lasci un ricordo di lui, e se non vuole farlo pubblicamente, puo inviare e-mail a c.genovesi@alice.it dove risponderò in attesa di fare un blog.Ringraziandovi ancora rivolgo un saluto a tutti voi certi di leggervi come ogni giorno sul web. Gianfranco.

Gianfranco - 15/4/2007 - 12:04


Sono la compagna di Horst, grazie per questa bella pagina! Per qualsiasi chiarimento, informazione e collaborazione, potete mettervi in contatto con il nostro sito horstfantazzini.net oppure con la mia e.mail

Un forte abbraccio,

Pralina (Patrizia Diamante)

Pralina - 10/12/2007 - 01:13


Mi ricordo perfettamente di quella sera. Davanti al carcere delle Murate c'ero anch'io a protestare insieme a molti compagni. La polizia era in assetto di guerra davanti alle mura del carcere e i manifestanti la fronteggiavano.E' partito qualche insulto ai poliziotti. Quando iniziò la carica io e le mie amiche ci siamo date prontamente alla fuga riparandoci in un portone con una fifa terribile. Il giorno dopo in piazza Santa Croce e dintorni c'erano le barricate e in effetti alcuni manifestanti avevano un po' spaccato tutto.... era all'ordine del giorno. Ora penso che se non ci fossero stati questi eccessi e non ci fossero state Brigate rosse etc. forse sarebbe nata un'Italia migliore, perché gli ideali di allora erano molto sentiti dalla gente e non c'era ancora questa indifferenza diffusa e questa chiusura nel privato... forse no, forse parlo così solo perché allora ero giovane.

Silva - 10/12/2007 - 09:50


Carissima Silva, non credo, sai, che "se non ci fossero stati eccessi" o "Brigate Rosse" sarebbe nata un'Italia migliore o peggiore. "Eccessi" e Brigate Rosse io non li vedo come qualcosa di slegato da alcunché sia accaduto in quel periodo. Sono state delle scelte, e, se non lo hai già fatto, forse dovresti leggerti quel bellissimo libro di Tassinari che si chiama "L'amore degli insorti". Quel che rimane adesso è soltanto l'assoluta incapacità e l'altrettanto assoluta mancanza di volontà di farci i conti, con quel periodo, e in tutte le sue componenti. Si preferisce una "giustizia infinita", come la chiama Oreste Scalzone, si consegna tutto quanto ad un meccanismo di "giustizia" che è soltanto vendetta, soltanto cecità strumentale. Si vedano i casi, ad esempio, di Cesare Battisti, di Paolo Persichetti, di Marina Petrella. L' "Italia migliore" di cui parli sarebbe potuta nascere soltanto da una seria volontà storica e politica di confrontarsi con tutte le istanze nate da quel periodo; si è invece risposto con le leggi speciali, con la repressione, con le galere, con la diffusione della droga, con l'addormentamento delle coscienze. Non è mia intenzione "difendere" gli "eccessi e le Brigate Rosse", ma non ho neppure la minima voglia di emettere giudizi e condanne. Dico soltanto questo: anche tu, probabilmente, quando ti trovavi assieme alle tue compagne e ai tuoi compagni in certe situazioni, parlavi di rivoluzione. Beh, la rivoluzione non è un pranzo di gala. Alcuni hanno scelto di farla nel modo in cui la si fa di solito: con le armi in pugno (non credo nelle "rivoluzioni di velluto" e in altre simili cose). Su questo sarebbe necessario discutere e agire, ora più che mai. Non accadrà, naturalmente. Si continuano ad agitare (e, a volte, ad autoagitarsi) spauracchi, spauracchi che coincidono alla perfezione con le istanze e con le esigenze del potere. Si può ovviamente pensarla come si vuole, ma è bene averla presente, questa cosa. E, forse, anche che non nascono paesi "migliori" o "peggiori", ma nascono soltanto conseguenze di atti e di fatti. Saluti oltremodo cari da Riccardo.

Riccardo Venturi - 10/12/2007 - 12:02


non intendevo dare giudizi storici di quel periodo, anche perché non mi sento sufficientemente documentata per farlo; volevo solo ricordare un frammento della mia vita che mi è tornato davanti agli occhi leggendo questa pagina. se ripenso a quei tempi devo dire che avevo, insieme a tanti altri, una visione un po' ingenua delle cose. all'inizio non nego che le Brigate rosse esercitarono su tutti un certo fascino, (parlo dell'epoca del rapimento Sossi)...ma ai primi fatti di sangue (parlo ovviamente di quelli che io frequentavo) quasi tutti presero le distanze, chi li chiamava "compagni che sbagliano", chi pensava all'ennesimo complotto per gettare in cattiva luce tutto il movimento. Personalmente la cosa che al tempo mi dava più fastidio erano le divisioni interne al movimento. Ricordo l'amarezza nel vedere ad una manifestazione (mi pare dopo piazza della Loggia) gli attacchi ad un gruppo di giovani democristiani: non era giusto secondo me prendersela con gente che in quel momento era comunque dalla nostra parte (anche se aveva sbagliato idea!). Ricordo anche che dopo i fatti di Primavalle la prima reazione fu di incredulità: non è possibile, un compagno non l'avrebbe mai fatto! Quello che c'era di buono però era che tutti parlavamo delle stesse cose con grande partecipazione. Se incontravi qualche sconosciuto in treno prima o poi, dopo aver offerto o accettato una sigaretta, si parlava di politica..... e noi eravamo i buoni.

Silva - 10/12/2007 - 14:06


Guarda, Silva, avevo deciso di risponderti in privato ma poi non mi è parso giusto visto che la discussione si tiene in pubblico; e in pubblico deve rimanere.

Non ho ovviamente nulla da dire sui tuoi ricordi e sui frammenti della tua vita. Così come non ho, e non posso avere niente da dire sul modo in cui, ingenuamente o meno, affrontasti e affrontaste le problematiche legate alla lotta armata. Per questo preferisco sempre parlare di conseguenze di atti e di fatti; ognuno ha tratto le proprie.

Non so chi tu frequentassi esattamente, però una cosa te la devo dire in tutta franchezza e fuori dai denti. Va bene la reazione, più che comprensibile, al rogo di Primavalle; perdiana, l'immagine di quei due fratelli carbonizzati alla finestra ce l'ho anch'io negli occhi, e uno era un bambino di otto o nove anni. Vanno bene i fastidi per le divisioni interne. Ma mi dovresti davvero spiegare da che cosa ti/vi promanasse l' "amarezza" per aver visto attaccare un gruppo di democristiani dopo una strage di stato ascrivibile, come tutte le altre, a un sistema di potere di cui il partito-stato di cui facevano parte era attore protagonista. "Al momento era dalla vostra parte"? "Aveva sbagliato idea"? Non aveva per nulla "sbagliato idea", aveva sbagliato posto dove andare e qualcuno, magari, e assai opportunamente, glielo ha fatto presente. Spero anche con qualche manata nel muso. No, sai; i giovini rappresentanti del partito di Andreotti, di Fanfani, di tutto il peggiore merdaio di quel periodo che, a un certo punto, dopo una bomba in piazza, "va dalla vostra parte". Va bene la gioventù e va bene l'ingenuità, ma -a mio modestissimo avviso- un pochino di capacità di ragionare ce la dovreste pur avere avuta, almeno quella sufficiente per non provare nessuna "amarezza" nel vederli cacciati via.

Non posso ovviamente pronunciarmi su come, con quale spirito e con quale idealità tu abbia vissuto quel periodo. Dico solo che non esistevano, né esistono, né "buoni" e né "cattivi". Sono esistite delle istanze, sono esistite delle lotte, sono esistiti slanci e errori, sono esistiti unioni e divisioni, è esistito tutto quel che poteva esistere. E con questo chiudo scusandomi magari con te per un certo tono che ho tenuto in questa risposta; ma mi ritengo per sempre coinvolto (e non mi sono mai, né voglio essere, creduto assolto).

Saluti!

Riccardo Venturi - 11/12/2007 - 02:27



Avviso

A tutti i buontemponi che mandano strofette idiote, comunicano indirizzi e numeri di telefono eccetera eccetera: Non ho e non abbiamo nulla da dirvi e qui dentro per voi non c'è nessuno spazio. I vostri indirizzi, i vostri nomi, i vostri numeri di telefono, le vostre facce, la vostra storia e tutto il resto non ci interessano minimamente. Avete i vostri posti: andateci e restateci. Quindi, come dire, mandate tutto quel che vi pare: non sarete considerati nemmeno di striscio. Per quel che mi riguarda, ci sono più che abituato e quel che blaterate non mi fa né caldo e né freddo; quindi su, da bravi, tornatevene a cuccia e risparmiatevi la fatica.

Riccardo Venturi - 11/12/2007 - 01:59



Ormai è fatta
Liberamente ispirato dall'omonimo racconto autobiografico di Horst Fantazzini.


adriana - 2/8/2010 - 14:46




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