Lingua   

La ballata del ciucciocorno

Dario Fo
Lingua: Italiano




Il leone ha scoperto in un libro delle curia
che invece dei capretti si può ben mangiar l'anguria
l'anguria rossa detta anche melone
sarà d'ora in poi il pasto base del lione.

Il lupo è diventato ghiotto di patate
la lince poi alle galline preferisce verze e rape
la iena va pazza per l'insalata ricciolina
pazza per le carote e il sedano in pinzimonio è la faina.

- Quindi non c'è più da temere per te e i tuoi protetti
siamo ormai tutti vegetariani, da te stesso lo potrai vedere
se al congresso dei rapaci e delle fiere tu ti degni di venire. -

L'asino unicorno a quel congresso di briganti s’è avviato
un vecchio caprone lo vide passare, gli disse tra una puzza ed un belato

- Attento ciucciocorno, non ti far fregare;
le corna come a mia non ti far curvare...
Di tutti noialtri tu sei il gran campione
mai senza l'arma del corno devi restare. -

L'asino unicorno si fece una ragliata
e poi lo tranquillizzò - E che so' ciucciu?
ben li conosco io quella masnada
io so' cornuto sì, ma non son becco! -

Quando che fu là in mezzo ai lioni e alle pantere
gli fecero gran festa e poi lo fecero sedere
sopra il seggiolone che era del leone...
e cominciarono a servir la colazione:

melanzane al formaggio, uove sode
zuppa di ceci e fagiolini
la tigre si beveva un cappuccino
con la ricotta dolce in un panino.

Sdraiato languido stava un serpentone
che goloso si succhiava una coppa di gelato fragola limone
Le volpe succhiava polpa di cozze allevate nelle fogne nere
- Meglio il colera – gridava - che nel peccato della carne ricadere. -

Era una cosa da scompisciarsi addirittura
vedere tutte ste bestie sanguinarie mangiar verdura
Il lupo spizzicare i cavolfiori e la ricotta
la iena gustar cavoli marci e frutta cotta.

E tutti avevan l'aria di mangiar con gran piacere
salvo che a turno andavano tutti fuori a vomitare
Finito il pasto chiese il gran leone
- Beh, t'e piaciuta sta parca colazione?

Vedi, da tempo questo è il nostro desinare
che siam animali ormai pacifici ti puoi ben rassicurare
ora sarebbe il caso che tutti insieme si debba stare
si può ben collaborare per un mondo felice costruire. -

- Non c'è più da temere - esclamò la tigre tra le zanne
- Lasciamo ogni rancore - starnazzò il falco lisciandosi le penne
- Deponiamo l'arme i rostri le corna e le criniere
dobbiam fidarci l'un l'altro se un nuovo mondo vogliamo creare.

E tutti l'abbracciavano con passione quasi sincera
l'orso abbracciava il ciucciocorno e pure la pantera
e un pitone poi l'abbrazza con tale stretta
che per poco non lo strozza.

- Beh, dice il leone, ora che ti puoi fidare
quel corno in fronte che lo tieni a fare? -
- Lo tengo per difendermi dalli nemici miei e della gente mia. -
- E ma se stai armato dov'è più la democrazia?

A parte che con quel corno ci tieni tutti in soggezione -
dice la volpe e piagnucolano il coccodrillo e il leone
- sembra quasi che stai con dei nemici in malfidenza
devi fidarti è questione anche di buonacreanza.

Ora che siamo diventati vegetariani
con quel corno è un comportamento da villani
Noi ti diamo la nostra parola d'onore
parola di animali democratici e cristiani
che mai più con l'armi verremo alle mani
parola di vecchi militari... non possiam tradire
parola di preti vescovi e ruffiani
levati sto corno e ti baciam le mani. -

Ma il ciucciocorno non era proprio micco
- Perchè non ti togli tu o falco il becco? -
- Perchè mi serve per l'uva beccare
senza il mio becco non posso restare! -

- E perchè tu non seghi le tue zanne caro leone? -
- E con che cosa poi spacco l'anguria e il melone?
Senza zanne non posso restare
senza l'anguria non mi so sfamare. -

E tutte in coro dissero le fiere
- Armi non sono l'unghie rostri e zanne
sono posate, ci servon per c'imboccare
se ci priviamo, nudi ci fai stare
come i bimbi senza le lor mamme -

Commosso lacrimava l'asino di scorno
piegò il ginocchio e si fece segare
vie dalla fronte il lungo corno...

E quando gli fu tagliato e del corno disarmato
da tutte le fiere si sentì gridare
- Asino! Beccaccione! Ti sei fatto incastrare! -
E giù botte e zampate e gran morsicate
per poco non finì scannato
corse pel bosco fin sulla montagna
dove ci arrivò morto e sfiatato

E di lassù vide leoni tigri lupi e pantere
azzannare pecore e squartare vacche e capretti
vide impotente scannare i suoi figli e la mugghiere
Vide sangue e lacrime colare di tutti li puveretti

- M'hanno tradito – gridava – bastardi tradituri
m'hanno ingannato la volpe prete e il leone generale
e la lupa ruffiana della democrazia cristiana
m'hanno riempito la testa di fanfanate
promesse e lusinghe di quella iena mangiacarogne andreottiana. -

- Non piangere - gli disse il caprone imbestialito
- che d'ora in poi da tutti asino giustamente sarai chiamato
asino becco e pure cornuto
che davanti a sta banda di banditi ti sei disarmato.

Ti sei sciolto a sentir parlare di democrazia
ti sei fatto incastrare come i vecchi socialisti dalla borghesia.
Non meriti nessuna comprensione
un pernacchio meriti, anzi un pernacchione
fatto col mio sedere tremendo di caprone
E ugual pernacchio merita chicchessia
che se ne va disarmato a trattar di collaborazione
con le belve e con la borghesia! -



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