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Pitou lit “La Guerre Sociale”

Gaston Couté
Language: French


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Un bon métier
(Gaston Couté)
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(Gaston Couté)


[1911]
Versi di Gaston Coutè pubblicati sul settimanale socialista rivoluzionario ed anarchico “La Guerre Sociale”, numero dell’11-17 gennaio.
Sull’aria de “L'anatomie du conscrit”, fonoscena (un breve filmato cinematografico muto sincronizzato con un’incisione fonografica) diretta nel 1905 da Alice Guy, con il cantante Polin (Paul Marsalés, 1863-1927) che intona un pezzo “comique troupier” nei panni del “pitou”, termine che normalmente viene usato ad indicare un cane bastonato ma che all’epoca designava anche il soldatino di fanteria, la carne da cannone.
Testo trovato su “L’Intégrale du Vent du Ch’min”, pubblicazione integrale delle opere di Couté.



Canzone, per così dire, pubblicitaria in favore de “La Guerre Sociale”, settimanale socialista, rivoluzionario, anarchico e antimilitarista fondato nel 1906 da Gustave Hervé, Miguel Almereyda (nome di battaglia dell’anarchico Eugène Bonaventure Vigo, il padre di Jean Vigo) ed Eugène Merle. Su “La Guerre Sociale” Gaston Couté pubblicò quasi tutte le canzoni composte nei suoi ultimi anni di vita.
Il buon Couté non poteva sapere che già pochi anni dopo la sua morte, all’inizio della Grande Guerra, “La Guerre Sociale” avrebbe tradito completamente la sua ispirazione originaria passando al campo nazionalista e mutando il nome ne “La Victoire”. Gustave Hervé, da socialista ed antimilitarista, sarebbe diventanto interventista, nazionalista e quindi fascista, secondo una parabola comune a molti estremisti di ogni epoca e luogo. Miguel Almereyda, invece, morì ammazzato in carcere nel 1917 dopo essere stato arrestato per via della sua irriducibile attività contro la guerra. Eugène Merle continuò l’attività giornalistica fondando “Paris-Soir” nel 1923.



Nella canzone il soldatino Pitou vede il colonnello dare in escandescenza dopo la lettura de “La Guerre Sociale”. Incuriosito, chiede ad un sotto-ufficiale di cosa si tratti: “Mi prendi in giro? Come, non lo sai, pezzo di cretino?!? E’ la bandiera nel fuoco! E’ il comunismo! E’ L'Internationale!”. Da quel momento Pitou comincia a leggere di nascosto, voracemente, tutti i numeri de “La Guerre Sociale”, prendendo coscienza della proprio condizione di sfruttato, “chair à canon”: “E dire che è colpa del colonnello se oggi leggo sempre La Guerre Sociale!!!”
Aussi vrai que j'm'appell' Pitou
Je n'm'en r'sens pas pour les lectures
Et j'lisais trois fois rien du tout
Avant qu'arriv' c'tt'aventure :
Gesticulant, grinçant les dents
L'autr' jour v’là l'colon qui s'emballe
Et qui pari' comm' çà d'foutr' dedans
Les ceuss's qu'auraient la « Guerr' Sociale »

La «Guerr' Social'?» — que j'réfléchis —
Ké qu' c'est qu'ce fourbi délétère ?...
J'saisis 'cor pas tous les chichis
De c'sacré métier militaire !
J'fourr' le doigt d’la perplexité
Au plus creux de mes foss's nasales,
Sans pouvoir me représenter
C'que pouvait êtr' « la guerr' sociale » !

De cett' gymnastiqu' ne gardant
Qu'un' migraine carabinée,
Le lendemain, j'vois l'adjudant
Qui rapplique dans la chambrée :
Là ! v’là-t-y pas c'bougr' de cochon
Qui fait prendr' l'air à notr' ling' sale
Et qui chahut' nos polochons
Afin d'trouver la « Guerr' Sociale »

« Au fait — que j'lui dis, timid'ment —
Mon adjudant, voulez-vous m'faire
La grâce d'un p'tit renseign'ment :
Ké qu' c'est donc enfin qu'cett' affaire?
— Foutez-d'moi ? L'drapeau dans l'fumier !
S'pèc' d'andouille !... Internationale !...
Comprenez pas ! Bêt' comm' vos pieds —
Nom de dieu ! quoi ! la Guerr' Sociale !

Cett' lumineuse explication,
En mon entend'ment difficile,
N'apporta pas un' solution,
Mais l'dimanch' promenant en ville,
Chez le marchand d'journaux du coin
J'vois un p'tit canard qui s'étale,
J’l’achète et je l'zieut', sans témoin...
Tiens, tiens... C'est ça la « Guerr' Sociale » !

« Foi d'Pitou ! y a d’la vérité !
Et cett' machin'-là m'intéresse — » :
Depuis j'trouv' moyen d'dégoter
Tous les numéros qui paraissent ;
Je m'imbib' comm' ça, tout du long
D'tout's les idé's qui s'en exhalent...
Dir' que c'est la faut' du colon
Si j'lis maint'nant « la Guerr' Sociale ».

Contributed by Bernart Bartleby - 2015/6/9 - 09:07



Language: Italian

Traduzione italiana / Traduction italienne / Italian translation / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 19-03-2020 22:35
PIERINO LEGGE « LA GUERRA SOCIALE »

Com'è vero che mi chiamo Pierino,
non è che ci sento tanto per la lettura,
e non leggevo un bel niente di niente
prima che accadesse quanto segue :
l'altro giorno, il colonnello incazzato
gesticolava e digrignava i denti,
e giurava, eccome, di sbattere dentro
chi avesse la « Guerra Sociale ».

La « Guerra Sociale » ? Ci penso su,
che sarà 'sto coso deleterio...?
Ancora non le capisco tutte le storie
di questo benedetto mestiere militare !
M'infilo il dito della perplessità
nel più profondo delle mie narici,
senza riuscire proprio a figurarmi
quel che può essere 'sta “guerra sociale” !

Non serbando di questo esercizio
che un mal di testa terrificante,
il giorno dopo vedo il maresciallo
entrare in camerata:
Ecco! O questo porco di stronzo
non ci fa arieggiare la biancheria zozza
e non ci sbatacchia i cuscini
per trovare la “Guerra Sociale”...?

« Insomma”, gli dico timidamente,
“Maresciallo, vorreste farmi il favore
d'informarmi un pochino?...
Ma in fin de' contri, di che si tratta...?”
“Mipiglipeiccùlooo...? La bandiera smerdata !
Popo' di demente...! L'Internazionale!
'Unticèntra niccapino, testinappinòòlo...?
Ma porcama?*!@#...! La Guerra Sociale!”

Cotale luminosa esplicazione
e il mio comprendonio durello
non addivennero a una soluzione;
ma la domenica, passeggiando in città,
al chiosco di giornali all'angolo
o non ti vedo esposta una rivista [1]..?
La compro e la sbircio di nascosto...
Ma guarda un po'...è la “Guerra Sociale” !

« Boia dé, Pierino! Ma dice cose vere !
E questa cosa qui m'interessa...!”
Poi trovo il modo di scovare
tutti i numeri che escono,
e m'imbevo così interamente
di tutte le idee che ne scaturiscono...
E dire che è colpa del colonnello
se ora leggo “La Guerra Sociale” !
[1] Nel gergo giornalistico, canard significa perlopiù “falsa notizia” (quella che oggi si chiamerebbe fake news...), accezione derivatale dal suo antico significato gergale di “frottola” (dal “qua qua” delle anatre, cioè il “bla bla”). Da qui anche il nome del Canard Enchaîné, la famosa rivista satirica francese. Ma, sempre da qui, anche il fatto che canard sia diventato un termine popolare generico spregiativo per “giornale”, “periodico”: uno “sparaballe”, insomma, per antonomasia. Come dar torto a tutto questo...?

2020/3/19 - 22:35




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