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Il ragazzo della via Gluck

Adriano Celentano
Lingua: Italiano


Adriano Celentano

Lista delle versioni e commenti


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[1966]
Parole di Luciano Beretta e Miki Del Prete
Musica di Adriano Celentano e Detto Mariano
Singolo che sul lato B recava la canzone “Chi era lui” di Mogol, Miki Del Prete e Paolo Conte. Poi nell’album “La festa” e nel successivo “Il ragazzo della via Gluck”
Canzone di grandissimo successo, nonostante fosse stata eliminata al primo turno al Festival di Sanremo di quell’anno.



Certamente una canzone d’emigrazione o, quanto meno, di forzato abbandono dei luoghi natali, nonchè inerente il percorso sulla “Guerra alla Terra”. Uno dei brani più rappresentativi della cosiddetta “linea verde” di attenzione ecologista percorsa da diversi artisti negli anni 60 e 70.



Celentano “è stato anche un vero e proprio anticipatore dei temi dell'ecologia e dell'ambiente, in quegli anni '60 nei quali il progresso si misurava in numero di impianti siderurgici (magari costruiti in luoghi altrimenti splendidi come Bagnoli o Gioia Tauro) e di centrali nucleari costruite per paese, e in espansione edilizia, tra il consenso generale proveniente da ogni parte ideologica.
Lui invece aveva intuito i limiti di quel progresso "mangia-risorse" e l'aveva efficacemente denunciato in una delle sue canzoni più celebri, Il ragazzo della Via Gluck, proseguendo poi negli anni con coerenza questo suo impegno.” (da Musica & Memoria)



Una canzone cui sono personalmente molto legato, forse la prima che ho ascoltato e inteso da bambino, e di cui conservo gelosamente il 45 giri originale.
Questa è la storia
di uno di noi
anche lui nato per caso in Via Gluck
in una casa fuori città
gente tranquilla che lavorava.
Là dove c'era l'erba ora c'è
una città
e quella casa
in mezzo al verde ormai
dove sarà?

Questo ragazzo della Via Gluck
si divertiva a giocare con me
ma un giorno disse
“Vado in città”
e lo diceva mentre piangeva
io gli domando, “Amico
non sei contento?
Vai finalmente a stare in città
là troverai le cose che non hai avuto qui
potrai lavarti in casa senza andar
giù nel cortile”.

“Mio caro amico”, disse
“qui sono nato,
e in questa strada
ora lascio il mio cuore.
Ma come fai a non capire
ch’è una fortuna per voi che restate
a piedi nudi a giocare nei prati
mentre là in centro respiro il cemento.
Ma verrà un giorno che ritornerò
ancora qui
e sentirò l'amico treno
che fischia così
wa wa!".

Passano gli anni
ma otto son lunghi
però quel ragazzo ne ha fatta di strada
ma non si scorda la sua prima casa
ora coi soldi lui può comperarla.
Torna e non trova gli amici che aveva
solo case su case
catrame e cemento.
Là dove c'era l'erba ora c'è
una città
e quella casa in mezzo al verde ormai
dove sarà?

Eh ya ya ya
Eeh
non so, non so
perché continuano
a costruire le case
e non lasciano l'erba
non lasciano l'erba
non lasciano l'erba
non lasciano l'erba
Eh no
se andiamo avanti così
chissà
come si farà,
chissà...

inviata da Bernart Bartleby - 25/3/2015 - 18:37




Lingua: Inglese

Molte le cover de “Il ragazzo della via Gluck”. Lascio perdere quella, pur bella, della splendida Françoise Hardy, intitolata “La maison où j’ai grandi”, perchè nel testo non ha nulla della denuncia socio-ecologista dell’originale. Meglio, sotto questo punto di vista, la cover di Verdelle Smith, cantante afroamericana di Brooklyn nota pressochè soltanto per questa versione (a cura di Paul Vance e Lee Pockriss) della canzone di Celentano (le trascrizioni presenti in Rete sono quasi tutte approssimative e/o scorrette. Sono dovuto andare a prendere quella giusta su di un sito croato!):


Tar and Cement
TAR AND CEMENT

The town I came from was quiet and small
we played in the meadows where the grass grew so tall
in summer the lilacs would grow everywhere
the laughter of children would float in the air

And I can see it all so clearly now
still going on
Yes, I can see it oh so clearly now
though all of it's gone

As I grew older I had to roam
far from my family, far from my home
into the city, where lives can be spent
lost in the shadows of tar and cement.
In to the city where I had my eye
on all the pleasures that money can buy

And every night I'd sit alone and learn
what loneliness meant
up in my rented room above a world
of tar and cement.

Each day I'd wake up and look at the sky
think of the meadows where I used to lie
then I'd remember all of that's gone
you're in the city, you better push on
get what you came for, before it's too late
get what you came for, the meadows can wait.

So every night I'd sit alone and learn
what loneliness meant
up in my rented room above a world
of tar and cement.

Many years later, tired at last
I headed for home to look for my past
I looked for the meadows, there wasn't a trace
six lanes of highway had taken their place
where were the lilacs and all that they meant
nothing but acres of tar and cement.

Yet I can see it there so clearly now
where has it gone?
Yes I can see it there so clearly now
where has it gone?

Where are the meadows? (tar and cement)
Where are the lilacs? (tar and cement)
And where is the tall grass? (tar and cement)
The laughter of children? (tar and cement)
Nothing but acres (tar and cement)
Acres and acres (tar and cement)...

inviata da Bernart Bartleby - 25/3/2015 - 18:39




Lingua: Svedese

La Via Gluck diventa “Strada Felice” nella versione svedese di Anna-Lena Löfgren (1944-2010), cantante originaria di Stoccolma. Le parole sono di Britt Lindeborgsgatan e da questa pagina apprendo che sono autobiografiche almeno quanto quelle di Celentano. L’autrice svedese si ispirò infatti a “Il ragazzo della via Gluck” per raccontare della sua casa natale a Gamla Hagalund, un sobborgo storico a pochi chilometri da Stoccolma che negli anni 60, fagocitato dalla periferia della capitale svedese, venne abbattuto per far posto ad un moderno quartiere in stile razionalista.



Lyckliga gatan
LYCKLIGA GATAN

Minnena kommer så ofta till mig
nu e' allt borta jag fattar det ej
Borta e' huset där murgrönan klängde
borta e' grinden där vi stod och hängde

Lyckliga gata
du som varje dag hörde vårt glam
En gång fanns rosor här
där nu en stad fort växer fram

Lyckliga gatan du finns inte mer
du har försvunnit med hela kvartért
Tystnat har leken tystnat har sången
Högt över marken svävar betongen
När jag kom åter var allt så förändrat
trampat och skövlat fördärvat och skändat

Skall mellan dessa höga hus en dag
stiga en sång
lika förunderlig och skön som den
vi hört en gång

Ja allt är borta det e' bara så
Ändå så vill jag nog inte förstå
att min idyll som ju alla vill glömma
nu e' en dröm som jag en gång fått drömma
Allting är borta huset och linden
och mina vänner skingrats för vinden

Lyckliga gata
det är tidens som här dragit fram
Du fått ge vika nu
för asfalt och för macadam

Lyckliga gatan du finns inte mer
du har försvunnit med hela kvartért
Tystnat har leken tystnat har sången
Högt över marken svävar betongen
När jag kom åter var allt så förändrat
trampat och skövlat fördärvat och skändat

Skall mellan dessa höga hus en dag
stiga en sång
lika förunderlig och skön som den
vi hört en gång

inviata da Bernart Bartleby - 25/3/2015 - 18:40





La versione in lingua creola incisa dallo stesso Celentano insieme a Cesária Évora nell’album “C’è sempre un motivo” del 2004. Il testo è di Teófilo Chantre (1964-), musicista del Capo Verde.
(Ho provato a correggere l’accentazione - sempre mancante in ogni trascrizione del brano reperibile in Rete - direttamente dal libretto del CD)




Quel casinha
QUEL CASINHA

Quel casinha naquel ladera
na meio di sol e ventania
era un paloce di pedra e cal
costruido na meio di luta

'M ta lembra sorriso di nha paia
embora cansode
sê alegria d'oia nôs f'licidade
desabrocha

Quel casinha naquel ladera
era um mundo meravilhode
inda 'm ta lembra nôs brincadera
nôs ilusão, nôs sonhe calode

E na canção di nôs deseja
esperança nô tinha di conche mundo
pa disfruta sẽ doce e sẽ margoze
tudo sẽ riquèza
e volta um dia pa semplicidade
di nôs casinha

Quel chalutera na sẽ quintal
era un floresta pa aventura
na cinema d'nôs fantasia
nôs era sport contra bandide

Na hora minguada no tava descansa
la na sombra di sẽ impesa
nô tava uvi gente grande ta conversa
ta ralembra
tha partilha tudo sẽs recordação
sẽs mocidade
quel casinha

Nha casinha hoje ta-me bem longe
li ness cidade d'arranha-céu
vida léva-me pa ôte ladera
mas agreste sem muto doçura

Quel chalutera hoje ja v'ra lenha
tuda ja muda, f'ca sô lembrança
na meio dum mar de f'maça e casarona
nha casinha ja' me perdẽ
naquel ladera surgi um novo cidade
e ondẽ nha casinha

Oh nha casinha, ondẽ bô ta
pa nha casinha ja' me qu'rẽ volta
ondẽ nha casinha...

inviata da Bernart Bartleby - 25/3/2015 - 18:41




Lingua: Italiano

Traduzione italiana di “Quel casinha”, la versione in creolo capoverdiano de “Il ragazzo della via Gluck”. Dal libretto del CD “C’è sempre un motivo”.

LA PICCOLA CASA

La piccola casa sul pendio
nel sole e nel vento
era un palazzo di pietra e di calce
costruito con grande sforzo

Mi rammento il sorriso di mio padre
nonostante la sua fatica
lasua gioia nel vedere la nostra felicità
fiorire

La piccola casa sul pendio
era un mondo incantato
mi rammento dei nostri giochi
delle nostre illusioni e dei sogni taciuti

E nella canzone dei nostri desideri
avevamo la speranza di scoprire il mondo
per gustarne miele e fiele
tutta la sua ricchezza
ed un giorno tornare alla semplicità
della nostra piccola casa

Il piccolo arbusto nel suo cortile
era una foresta nella quale avventurarsi
nel cinema della nostra fantasia
eravamo gli eroi contro i cattivi

Dopo pranzo nell’ora in cui tutto si fermava
ci si riposava all'ombra del suo fianco
ascoltando gli adulti
rammentare
e condividere i loro ricordi
la loro giovinezza
la mia piccola casa

La mia piccola casa è oggi molto lontana
da questa città piena di grattacieli
la vita mi ha portato verso altri pendii
più ripidi e senza troppo calore

Il piccolo arbusto è divenuto legna da ardere
tutto cambiato, non ne resta che il ricordo
la mia piccola casa si è perduta
in un oceano di fumo e costruzioni
sul pendio tutta una città è spuntata
dov’e la mia piccola casa?

Voglio tornare
nella mia piccola casa
dov’e la mia piccola casa?

inviata da Bernart Bartleby - 26/3/2015 - 08:51


Pure il pastore Serafino nelle ccg !!!
(il seguito di via gluk)

Manu' - 26/3/2015 - 12:43


PASTORE SERAFINOOO...con le pecore, il cane & amici (sempre pronti)
tiero tiero tiero, tiero-tierà-tierà...

Manu' - 26/3/2015 - 17:02


E LIBERO COME L'ARIA RITORNA SERAFIINOOO !!!

Manu' - 26/3/2015 - 17:05




Lingua: Francese

La cover francese di Eddy Marnay: La maison où j'ai grandi
LA MAISON OÙ J'AI GRANDI

Quand je me tourne vers mes souvenirs,
je revois la maison où j'ai grandi.
Il me revient des tas de choses:
je vois des roses dans un jardin.
Là où vivaient des arbres, maintenant
la ville est là,
et la maison, les fleurs que j'aimais tant,
n'existent plus.
Ils savaient rire, tous mes amis,
ils savaient si bien partager mes jeux,
mais tout doit finir pourtant dans la vie,
et j'ai dû partir, les larmes aux yeux.
Mes amis me demandaient: "Pourquoi pleurer?"
et "Couvrir le monde vaut mieux que rester.
Tu trouveras toutes les choses qu'ici
on ne voit pas,
toute une ville qui s'endort la nuit
dans la lumière."
Quand j'ai quitté ce coin de mon enfance,
je savais déjà que j'y laissais mon c ur.
Tous mes amis, oui, enviaient ma chance,
mais moi, je pense encore à leur bonheur.,
à l'insouciance qui les faisait rire,
et il me semble que je m'entends leur dire:
"Je reviendrai un jour, un beau matin
parmi vos rires,
oui, je prendrai un jour le premier train
du souvenir."
La temps a passé et me revoilà
cherchant en vain la maison que j'aimais.
Où sont les pierres et où sont les roses,
toutes les choses auxquelles je tenais?
D'elles et de mes amis plus une trace,
d'autres gens, d'autres maisons ont volé leurs places.
Là où vivaient des arbres, maintenant
la ville est là,
et la maison, où est-elle, la maison
où j'ai grandi?
Je ne sais pas où est ma maison,
la maison où j'ai grandi.
Où est ma maison?
Qui sait où est ma maison?
Ma maison, où est ma maison?
Qui sait où est ma maison? ...

inviata da Françoise - 26/3/2015 - 17:26


Versione degli Zauber dal mini CD a favore
della LAC - Lega per l'Abolizione della Caccia "Camperlaia"(2002)



Camperlaia

Dq82 - 10/9/2020 - 12:13




Lingua: Finlandese

Traduzione finlandese / Finnish translation / Traduction finnoise / Suomennos: Kari Kuuva



ASFALTTIA JA SEMENTTIÄ

Kylä tuo pieni, siellä mä sain
elämäntieni jo aloittaa vain.
Lapsuuden mailla mä liljoja poimin
huolia vailla, kun niityillä leikin.
Sen kaiken muistan kulkiessain näin
vain eteenpäin.
Voin nähdä edessäni aivan kaiken mä sen
entisen.

Hiukan kun vartuin, niin lähdin mä pois,
ehkäpä kaupunki parempi ois.
Niinpä siis niityt, niin myöskin kummut
asfalttiin vaihdoin, siis olin tullut
maailmaan toiseen, maailmaan mustaan.
Rahalla saada vain lohdun voi tuskaan
Niin aivan yksin vuokrahuoneessain
istua sain.
Ja vanki asfaltin ja sementin
olin mä vain.

Ja jokainen aamu sai kaihoisaks mielen,
aatokset kulki mua niityille vieden.
Kylmää on kaupungin lyhtyjen loisto,
kirkkaampi mulle on liljojen muisto.
Vihreän ruohon vaihdoin asfalttiin mustaan,
paikkaani löydänkö täältä mä koskaan.
Niin aivan yksin tunsin huoneessain
ikävän vain.
Ja ikkunastain näin asfaltin
ja sementin.

Ja vuosia vieri, mä vihdoin sen tiesin
kotiin mä tahdoin, matkaan siis riensin.
Niittyjä etsin, en löytänytkään,
asfaltin mustan vain täälläkin nään.
Liljat ja niityt ovat asfaltin alla,
moottoritietä uutta on kaikkialla.
Nyt saatan nähdä kaiken entisen
vain haaveissain.
On mennyt pois se, mitä tarvitsen
maailmastain.

Missä on niityt? Ne sementti vei.
Missä on liljat? Ei niitä näy, ei.
Asfaltin alla on, on menneisyytein.
Asfaltin alle jäi rakkautein.
Missä on niityt? Ne sementti vei.
Missä on liljat? Ei niitä näy, ei.
Asfaltin alla on menneisyytein.
Asfaltin alle jäi rakkautein.

inviata da Juha Rämö - 12/12/2021 - 15:54




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