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Occitania

Giovanni Lindo Ferretti
Lingua: Italiano


Giovanni Lindo Ferretti


Di là dal mio crinale
da cui si vede il mare
d’autunno e in primavera
con il tramonto sale
l’odore degli orti
il suono delle corti
un gusto di equilibrio, di misura
“mezura” che non dura

s’intristisce la sera
tra echi di dolore
e canti di preghiera
è l’Occitania
che ancora si dispera
Occitania
le donne, i cavalieri, i trovatori
i Catari, le corti d’amore.

Ai soldati che chiedono:
-come distingui un Cataro
da ogni buon cristiano?-
Simone di Monfort
comandante del Re
in dotazione al Papa
per la prima crociata
risponde:
-uccideteli tutti.
Dio riconosce i suoi-
Detto. Fatto. Uccisi tutti.

OCCITANS tous OCCIS
Di là dal mio crinale
da cui si vede il mare
d’autunno e in primavera
con il tramonto sale
l’odore degli orti
il suono delle corti
un gusto di equilibrio, di misura
“mezura” che non dura
la notte inghiotte la sera
sfiora la rosa, sfiora la lavanda
il giglio di Lorena con la croce di Roma
qui massacra e comanda:
non s’osi vivere
se non in penitenza
ubbidienza indulgenza
guai alle donne che devono servire
partorire in dolore,
guai a chi le difende
e guai, guai a chi si arrende
Monsegur anno 1244

OCCITANS tous OCCIS
al rogo gli occitani
vecchi donne bambini
vivi morti feriti
malati e sani

al rogo!
e ancora gli par poco
se ne infanga la memoria
sbagliando la materia
il fango si fa terra
germoglia e fiorisce la storia

Di là dal mio crinale
da cui si vede il mare
d’autunno e in primavera
con il tramonto sale
l’odore degli orti
il suono delle corti
un gusto di equilibrio, di misura
“mezura” che non dura
la notte inghiotte la sera
sfiora la rosa
inacidisce il miele
le donne d’Israele
s’intristiscono in lor cuore
sanno che va male
va male a peggiorare
sanno di già che diaspora
diventa shoah

I forni crematori sono
Il progresso dei roghi



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