Lingua   

Cadice

Apuamater Indiesfolk
Lingua: Italiano



Ti può interessare anche...

Latte dissolvente
(Apuamater Indiesfolk)
L'etica del sedentario
(Apuamater Indiesfolk)
Oltre il ponte
(Cantacronache)


[2006]
Testo cantato, musica e interpretazion di Luca Rapisarda
Testo recitato di Virginia Martini
(In parte tratto da Così parlò Zarathustra
di Friedrich Nietzsche)
Voce recitante: Matteo Procuranti
Album: Delirio e Castigo



“Ai folli non serve nessuna colonna d'Ercole”, sta scritto sulle note dell'album “Delirio e castigo” in uno spartano libretto che non contiene i testi; e tutta la seconda parte della canzone è in effetti un testo recitato della poetessa Virginia Martini (autrice di tutti i recitativi dell'album) contenente alcuni aforismi tratti da Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche. Il Nietzsche libertario e folle, ben lontano dall'immagine superomistica la cui interpretazione della razzista Cosima Liszt coniugata Wagner contribuì senz'altro alla formazione teorica del nazismo. Impiantare un testo del genere, che parla di amore e libertà, è del tutto funzionale al testo (cantato) di Luca Rapisarda, che è unico autore di questa bella e difficile canzone (ed anche interprete, mentre il recitativo è affidato a Matteo Procuranti): una sua conseguenza, verrebbe da dire, sulla quale viene proiettata una diversa e malevola follia, quella dei tempi d'oggi. Se, per Nietzsche e Virginia Martini, “ai folli non serve nessuna colonna d'Ercole”, ai folli di oggi, quelli delle barriere spinate e elettrificate, dei pattugliamenti, delle Bossi-Fini, degli Schengen, dei CIE e di tutto il resto, le Colonne d'Ercole, i limiti invalicabili, sono necessari per le loro politiche di esclusione, di chiusura, di segregazione. La città di Cadice (gemellata con Firenze), è stata nella sua lunghissima storia considerata veramente come il finis terrae: in realtà è situata al di là delle Colonne d'Ercole, direttamente sull'oceano mare, e chi voleva recarvisi doveva passarle obbligatoriamente, spingendosi al di là di limiti esistenti solo per un mondo rigidamente delimitato. Quello che, adesso, vorrebbe essere riproposto, con ferro e con catene, con ferro e con lamiere, giusto dall'altro lato dello Stretto di Gibilterra (Ceuta e Melilla). Pensando tuttora di essere al centro del mondo, mentre non siamo che un semplice avamposto, e continuando a seminare incomprensione (nuove torri di Babele) e feticci a base di "invasioni", "scontri di civiltà" e altre -stavolta autentiche e letali- follie. [RV]

A Cadice, un tempo, si pensava finisse il mondo.
Forse anche noi siamo così: un semplice avamposto.
Innalziamo con ferro e con catene,
Innalziamo con ferro e con lamiere,
Nuovi totem, nuove torri di Babele,
Nuovi totem, nuove torri di Babele.

Falsa sia per noi ogni verità
che non sia accompagnata da una risata, o da uno sputo.
Non conosco teppista che non sia un bambino,
l'amore fiorisce tra le risse.
La collera soffia sul mio collo di cobra,
le mie giostre nascono dalla mia insolenza.
L'odio è senza difese,
la libertà passa dove è passato l'amore
e l'amore, quando è amore,
è un vizio insolente per la libertà che dà scandalo.

inviata da Riccardo Venturi - 19/8/2014 - 20:19




Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org