Lingua   

Dafne

Alberto Marchetti
Lingua: Italiano




Corro affannata, strappo passi ansiosi
tra i rovi, i tigli e i lecci del giardino
volo e non basta, i piedi dispettosi
inciampano, costringono all’inchino.

Arriva, si avvicina, è più veloce
la belva che m’insegue arsa di foia,
ruggisce mentre avanza, non è voce
quel rantolo di un’infernale gioia.

Vola Dafne, trasformati in uccello,
librati in volo, fuggi come il vento,
dissolvi il corpo, annulla lo spavento
diventa acqua confusa nell' acqua nel ruscello.

E io non sento, le mani sue non sento
mi faccio legno, muta,immobile, minuta,
schiacciata dal tormento
non sento, non sento, non sento, non sento, non sento.

Si crede un dio ma è un essere brutale,
un verme dominato dall’assenza,
inabile, la forza tesa al male,
nell’atto manifesta l’impotenza.

O madre, se scoppiasse questo cuore,
se il sangue fosse freddo come linfa
corteccia questa mia pelle di ninfa,
morissi proverei meno dolore.

Vola Dafne, trasformati in uccello,
librati in volo, fuggi come il vento,
dissolvi il corpo, annulla lo spavento
diventa acqua confusa nell'acqua nel ruscello.

E io non sento, le mani sue non sento
mi faccio legno, muta,immobile, minuta,
schiacciata dal tormento
non sento, non sento, non sento, non sento, non sento.



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