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El caso Almería

Carlos Cano
Lingua: Spagnolo


Carlos Cano

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‎[1981]‎
Parole e musica di Carlos Cano
Nell’album intitolato “Si estuvieran abiertas todas las puertas” del 1983‎



Il 10 maggio 1981, nei pressi della città andalusa di Almería, furono ritrovati tre ‎cadaveri carbonizzati all’interno di una Ford Fiesta. La polizia si affrettò a dire che i corpi erano di ‎tre terroristi dell’ETA basca responsabili, un paio di giorni prima di un attentato ai danni del ‎generale Joaquín Valenzuela. ‎



Si trattava invece di tre giovani operai - Juan Mañas Morales (24 anni), Luis Montero García (33) e ‎Luis Manuel Cobo Mier (29) – in viaggio per una festa di comunione, che un “bravo” cittadino ‎aveva scambiato per i militanti dell’ETA Mazusta, Bereciartúa e Goyenechea Fradúa, segnalando ‎zelantemente il terzetto alla Guardia Civil. Questa, ai comandi del tenente colonnello Carlos ‎Castillo Quero, si era messa alle costole dei tre presunti terroristi, che vennero arrestati in un ‎negozio della cittadina di Pechina la sera del 9 maggio…‎




Cobo, Mañas e Montero furono portati in una caserma abbandonata e selvaggiamente torturati per ‎tutta la notte… Quando i carnefici scoprirono l’errore, li uccisero crivellando i cadaveri di colpi, per ‎simulare una sparatoria, caricarono i cadaveri sulla loro auto, li cosparsero di benzina e diedero loro ‎fuoco, per cancellare eventuali indizi…‎
Castillo Quero e suoi uomini depistarono le indagini e minacciarono a più riprese le famiglie delle ‎vittime e i lor avvocati, arrivando a piazzare una bomba sull’auto di uno di essi, il quale, scampato ‎all’attentato, si ritirò dalla causa…‎
Ma le autopsie rivelarono senza ombra di dubbio che i tre poveri corpi non appartenevano ai ‎terroristi indicati e che erano stati torturati, mutilati e squartati prima dell’orrida messa in scena…‎
Il tenente colonnello Castillo Quero, il tenente Gómez Torres e l’agente Fernández Llamas furono ‎condannati a pene tra i 24 ed i 12 anni di reclusione, ma ne scontarono solo una parte e per giunta in ‎prigioni militari, trattati con i guanti dai loro amici. Furono loro persino assegnate pensione e ‎buonuscita attingendo da fondi riservati del ministero degli Interni… Le famiglie delle vittime ed i ‎loro avvocati continuarono ad essere pesantemente minacciati ed intimiditi…‎




Castillo Quero è morto di morte naturale, nel suo letto, nel 1994…‎
Almeno otto poliziotti che parteciparono all’arresto, alle torture ed all’assassinio di Cobo, Mañas e ‎Montero non sono mai stati giudicati…‎
Le famiglie di Cobo, Mañas e Montero chiedono ancora oggi giustizia e che i loro cari siano ‎finalmente riconosciuti come vittime del terrorismo, con quel che ne deriva in termini non solo e ‎non tanto di indennizzi ma di onore alla memoria: non hanno mai ricevuto risposta da nessun ‎governo…
Corría el 10 de mayo ‎
por tierras de Almería
donde pasó la historia ‎
que vengo a relatar:‎

de Santander salieron ‎
Cobo, Mañas y Montero
y en tres sobres volvieron ‎
por un trágico error.‎

Por un error los años ‎
de fatigas se fueron
para la funeraria ‎
la lápida y la cruz

y en mitad de la vida ‎
sin frío ni calentura
los tres cuerpos quedaron ‎
negros como el carbón. ‎

‎¿A dónde están los brazos?
‎¿A dónde están las piernas?
‎¿A dónde están los gritos ‎
que el viento se llevó?‎
En Casafuerte, amigo, ‎
perdidos en la arena
que como una bandera ‎
ardiendo levantó.‎

Si por Gerga pasaras
la curva de la muerte,
lleva claveles rojos ‎
y acuérdate de Juan ‎

y acuérdate de Cobo
‎- que nadie olvide nada ‎
que quien olvida paga -
acuérdate de Luis.‎

Así acaba esta historia ‎
que con sangre escribieron.
De toda aquella vida ‎
sólo queda el horror.‎

Así acaba esta historia ‎
de sombra y de tiniebla.
Para que no se pierda ‎
aquí la dejo yo.‎

‎¿A dónde están los brazos?
‎¿A dónde están las piernas?
‎¿A dónde están los gritos ‎
que el viento se llevó?‎
En Casafuerte, amigo, ‎
perdidos en la arena
que como una bandera ‎
ardiendo levantó.‎

‎¡Qué pasó en Almería! ‎
‎¡pobre Almería! ‎
‎¡ay Almería!...

inviata da Bernart - 30/10/2013 - 10:16




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