Nella fotografia grande quanto una parete
in una sala della mostra, c'era anche lui,
ritratto tra i vecchi compagni di lotta
col berretto a visiera e giubbotto in pelle.
Erano lontani i tempi della galera,
quando quelli del vecchio regime
l'avevano rinchiuso per tre anni in una cella:
due metri per due, carcere duro..
Adesso era capo tra i capi,
ma la lotta non era finita:
occorreva combattere ancora
per la vittoria completa,
riorganizzare le file
individuare i nemici nell'ombra,
cacciare i traditori dell'idea,
tenere comizi, infiammare le masse, difendere la vittoria
lottare, lottare, lottare
« Via i traditori! Via i dissidenti! Via gli incerti!
Via i falsi consiglieri! »
Lottare, lottare, lottare..
Il tempo correva, il tempo correva, il tempo correva
e venne un giorno, – viene sempre un giorno,
in cui volle fare di più, volle superare sé stesso
e disse che era necessario
perché l'idea trionfasse definitivamente
rispettare l'opinione di tutti
e aprire una discussione libera
anche con gli oppositori..
Disse: « Libertà di pensiero »,
disse: « Libertà di stampa »,
e arrivò persino a citare Bertrand Russell..
Eh no, ragazzi, l'idea è l'idea, la libertà non c'entra.
Fiumi di parole, analisi dottrinaria, inquisizione!
« Rinnegato! » gli dissero, « Reazionario! ». «Vigliacco!», « Traditore! »
Lui vacillò, credette di essere impazzito..
Credette di essere stato posseduto dal demonio,
abbassò il capo e disse:
«Mi pento, mi pento del mio peccato »
«Bene, ragazzo, canta tre volte l'inno dell'idea
e avrai l'assoluzione.»
E lui cantò, tre volte, e venne assolto.
Ma, in effetti, il demonio doveva possederlo
perché non passò molto tempo che peccò di nuovo:
Parlò (l'incauto) di crisi economica
dovuta alla mancanza di libertà politica
parlò di dominio autocratico
auspicò (pazzo!) un sistema almeno bipartitico
e continuò a fare il ciarlatano
magniloquendo stupidamente
«Libertà», «Libertà», «Libertà».
«Scrivi, povero idiota, scrivi, fai l'eroe:
accusa i tuoi compagni di lotta
dicendo che loro, e non tu,
sono i veri traditori dell'idea.
E che con loro è nata una nuova classe:
la classe del potere senza limiti,
più forte di ogni altra che l'aveva preceduta:
la classe dei tecnici, dei burocrati
la classe dei nuovi proprietari, dei nuovi sfruttatori...
Povero idiota, scrivi giocando a fare l'indovino,
inventando folli previsioni,
vaticinando lotte di popolo contro i nuovi oppressori!,
come uno squilibrato!»
Tre anni di carcere, e poi altri sei.
ancora in quella stessa cella
la stessa dove ti avevano gettato le carogne
del vecchio regime,
sempre quella, sempre la stessa:
due metri per due, carcere duro
due metri per due, carcere duro
due metri per due, carcere duro...
in una sala della mostra, c'era anche lui,
ritratto tra i vecchi compagni di lotta
col berretto a visiera e giubbotto in pelle.
Erano lontani i tempi della galera,
quando quelli del vecchio regime
l'avevano rinchiuso per tre anni in una cella:
due metri per due, carcere duro..
Adesso era capo tra i capi,
ma la lotta non era finita:
occorreva combattere ancora
per la vittoria completa,
riorganizzare le file
individuare i nemici nell'ombra,
cacciare i traditori dell'idea,
tenere comizi, infiammare le masse, difendere la vittoria
lottare, lottare, lottare
« Via i traditori! Via i dissidenti! Via gli incerti!
Via i falsi consiglieri! »
Lottare, lottare, lottare..
Il tempo correva, il tempo correva, il tempo correva
e venne un giorno, – viene sempre un giorno,
in cui volle fare di più, volle superare sé stesso
e disse che era necessario
perché l'idea trionfasse definitivamente
rispettare l'opinione di tutti
e aprire una discussione libera
anche con gli oppositori..
Disse: « Libertà di pensiero »,
disse: « Libertà di stampa »,
e arrivò persino a citare Bertrand Russell..
Eh no, ragazzi, l'idea è l'idea, la libertà non c'entra.
Fiumi di parole, analisi dottrinaria, inquisizione!
« Rinnegato! » gli dissero, « Reazionario! ». «Vigliacco!», « Traditore! »
Lui vacillò, credette di essere impazzito..
Credette di essere stato posseduto dal demonio,
abbassò il capo e disse:
«Mi pento, mi pento del mio peccato »
«Bene, ragazzo, canta tre volte l'inno dell'idea
e avrai l'assoluzione.»
E lui cantò, tre volte, e venne assolto.
Ma, in effetti, il demonio doveva possederlo
perché non passò molto tempo che peccò di nuovo:
Parlò (l'incauto) di crisi economica
dovuta alla mancanza di libertà politica
parlò di dominio autocratico
auspicò (pazzo!) un sistema almeno bipartitico
e continuò a fare il ciarlatano
magniloquendo stupidamente
«Libertà», «Libertà», «Libertà».
«Scrivi, povero idiota, scrivi, fai l'eroe:
accusa i tuoi compagni di lotta
dicendo che loro, e non tu,
sono i veri traditori dell'idea.
E che con loro è nata una nuova classe:
la classe del potere senza limiti,
più forte di ogni altra che l'aveva preceduta:
la classe dei tecnici, dei burocrati
la classe dei nuovi proprietari, dei nuovi sfruttatori...
Povero idiota, scrivi giocando a fare l'indovino,
inventando folli previsioni,
vaticinando lotte di popolo contro i nuovi oppressori!,
come uno squilibrato!»
Tre anni di carcere, e poi altri sei.
ancora in quella stessa cella
la stessa dove ti avevano gettato le carogne
del vecchio regime,
sempre quella, sempre la stessa:
due metri per due, carcere duro
due metri per due, carcere duro
due metri per due, carcere duro...
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