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La mia generazione

Redelnoir
Lingua: Italiano


Redelnoir


La mia generazione ha visto gli ultimi rampanti contadini del pensiero
stare chiusi negli uffici, nelle sedi di partito
a imparare a menadito stanchi editoriali da portare alle riunioni con ardore battagliero,
la mia generazione ha visto gli ultimi poeti maledetti senza scuola
darsi vanto di un disagio pressappoco esistenziale
tra il miraggio zodiacale e il fascino rubato a certi figli: possedere una pistola.

La mia generazione che rinnega la città,
che non vede da lontano,
che non sente l'astrazione positiva del concetto molto strano:
l'individuo nella collettività,
l'individuo nella collettività.

La mia generazione è stata anni dentro casa ad aspettare di finire l'università,
per capire dopo anni che era l'unico rifugio
per evadere dal lungo purgatorio dell'entrata in società.
La mia generazione è stata al passo con i tempi in senso patologico mentale,
in un serio allineamento la paralisi mediatica, la sovraesposizione matematica culturale e neuronale.

La mia generazione che rinnega la città,
che non vede da lontano,
che non sente l'astrazione positiva del concetto molto strano:
l'individuo nella collettività,
l'individuo nella collettività,
l'individuo nella collettività.

La mia generazione ha caricato sulla schiena il fallimento dell'idea dei propri nonni,
rovinata sull'altare consumistico dei padri
che attendevano in poltrona socialistiche pensioni acquistate e rivendute in pochi anni.
La mia generazione è stata a Genova amputata della sua internazionale volontà,
castigata con i Fini servitori dello stato.
Ai bisogni sconfinati la risposta degli eventi chiede ognuno per le sue capacità.



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