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Mamma mia, dammi cento lire

anonimo
Lingua: Italiano


Lista delle versioni e commenti


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Perché una volta gli emigranti eravamo noi.

Emigranti italianii in partenza dal porto di Livorno intorno al 1890
Emigranti italianii in partenza dal porto di Livorno intorno al 1890


Conosciutissima e diffusissima in tutta l'Italia settentrionale, questa canzone è l'adattamento al tema dell'emigrazione di una ballata assai nota, di solito pubblicata come "La maledizione della madre". Nella ballata la madre non vuole che la figlia sposi il re di Francia (o altro personaggio), la figlia disobbedisce e muore attraversando a cavallo un corso d'acqua. "Mamma mia dammi cento lire" si riferisce alle migrazioni dei contadini settentrionali verso l'America meridionale assai più che verso quella settentrionale (che attrasse successivamente, la migrazione meridionale), nella seconda metà del secolo scorso.
Quando si pensa agli emigranti italiani subito ritorna l'immagine dei disperati contadini meridionali in viaggio verso il Nord America con il famoso "passaporto rosso". In realtà quello fu il secondo momento dell'emigrazione italiana, soprattutto consistente nei primi dieci anni del '900. Il primo, altrettanto doloroso e drammatico, ha invece per protagonisti i contadini settentrionali e per meta il Sud America. Si sviluppa, in fasi di varia intensità direttamente riferite alle vicende economiche interne, nell'ultimo ventennio del secolo passato e vede impegnate masse consistenti in trasferimenti sia stabili che stagionali.
La strada dell'emigrazione rimane in molti casi l'unica aperta a una speranza di sopravvivenza. Ciò è già detto molto chiaramente in una delle canzoni intonate nell'Alto milanese nelle agitazioni del 1885 e del 1889 (Quaranta ghèi d'inverno), nei versi conclusivi: "i pòer paisan intanta in là a spettà / la letera dell'America he la dev rivà" (cioè: "i poveri contadini intanto non hanno altro da sperare / che nella lettera di chiamata che deve arrivare dall'America").
Molti contadini settentrionali, si trasferirono in quegli anni, in Brasile e soprattutto in Argentina, ma intenso fu anche il movimento stagionale. Partivano da Genova in autunno (quando i raccolti erano da noi terminati) e andavano a fare un secondo raccolto nell'emisfero australe (dove incominciava l'estate). Tornavano in primavera con poche centinaia di lire, la maggior parte delle quali andava agli organizzatori e agli intermediari. Pagati costoro e il viaggio, spesso ai contadini non rimanevano che alcune decine di lire quale compenso di quattro o cinque mesi di fatica. Così dice l'inchiesta parlamentare del 1890 sulle condizioni igienico-sanitarie dei lavoratori delle campagne:
"L'emigrazione è un importante fenomeno sociale che si produce già spontaneamente. L'emigrazione permanente, cioè quella che va a fissarsi in altri paesi, non sapendo se e quando tornerà, e di cui nelle statistiche italiane si considera solo quella parte che va in paesi fuori dall'Europa, è cresciuta progressivamente in quest'ultimo decennio. Nel 1878 gli emigrati di questa specie furono 18.535. Nel '79, 49.824. Nell'80, 37.934. Nell'81, 41.607. Nell'82, 65.748. Nell'83, 68.416. Nell'84, 58.049. Nell'85, 77.029. Nell'86, 85.355. Nell'87, 127.748. Nell'88, 195.993.
Il maggior contingente, oltre i tre quarti, alla cifra dell'emigrazione lo danno i coltivatori del suolo. Le regioni dove la classe agricola emigra in maggiore proporzione sono il Veneto, il Piemonte, la Lombardia, le Calabrie, la Basilicata, nelle quali lavoratori avventizi si trovano in gran numero."
Mamma mia, dammi cento lire
che in America voglio andar

Cento lire sì, te li dò
ma in America no e poi no.

I fratelli alla finestra:
Mamma mia, lascèla andar

'Pena giunta in alto mare
bastimento si rialzò.

I miei capelli son ricci e belli
l'acqua del mare li marcirà

Le parole oi della mamma
son venute la verità.

inviata da DonQuijote82 - 4/11/2012 - 16:43




Lingua: Italiano (Piemontese)

Canzone narrativa diffusa nel nord Italia e in Piemonte, nota come "Maledizione della madre" o "La bella del re di Francia"
Vedovela l'ha na fiétta,
bela biunda da maridé,
l'è passaje 'l re di Francia,
per sua spusa la va ciamé.

Sua mama da la finestra:
«La mia fiéta la veui pà dé».
Fratelino da su la porta:
«Mama mia, lassela andé».

Sua mama da la finestra:
«An drinta al mare t' pudeisse nié».
Quand l'è stàita riva del mare,
povra fija, s' buta tremé.

«Tente, tente, la mia spuseta,
a la sela dal me caval».
«O per tene che mi na tena,
la mia mama l'ha sentenssià».

La sentenssa d' sua mama
l'ha da esse la verità,
bela biunda, povra fija,
an drinta al mare l'è negà.

«Marinai della marina,
la mia spusa vurì pescà?»
L'han sercàla tre dì e tre neuit,
bela biunda l'han pì trovà.

inviata da DonQuijote82 - 4/11/2012 - 16:47




Lingua: Italiano

Traduzione de La maledizione della madre
La vedovella ha un figliola
bella bionda da maritare;
passa di lì il re di Francia
e va a chiederla in sposa.

Sua madre alla finestra:
«Mia figlia non la voglio dare»
Fratellino dalla porta:
«Mamma mia, lasciatela andare».

Sua madre dalla finestra:
«Dentro il mare possa annegare».
Quando è stata sulla riva del mare
povera ragazza, si è messa a tremare.

«Tieniti tieniti, o mia sposina
alla sella del mio cavallo».
«Per quanto possa tenermi
mia madre ha sentenziato».

La sentenza di sua madre
ha da essere la verità:
bella bionda, povera ragazza,
dentro il mare è annegata.

«Marinai della marina,
volete pescare la mia sposa?»
L'hanno cercata tre giorni e tre notti
ma la bella bionda non l'han più trovata.

inviata da DonQuijote82 - 4/11/2012 - 16:48




Lingua: Italiano

Altra Versione Italiana
Mamma mia dammi cento lire
che in America voglio andar!
Cento lire io te le do
ma in America no, no, no!
Cento lire io te le do
ma in America no, no, no!

I suoi fratelli alla finestra:
Mamma mia lassela andar!
Vai, vai pure o figlia ingrata
che qualcosa succederà!
Vai, vai pure o figlia ingrata
che qualcosa succederà!

Quando furono in mezzo al mare,
il bastimento si sprofondò!
Pescatore che peschi i pesci,
la mia figlia vai tu a pescar!
Pescatore che peschi i pesci,
la mia figlia vai tu a pescar!

Il mio sangue è rosso e fino,
i pesci del mare lo beveran!
La mia carne è bianca e pura,
la balena la mangerà!
La mia carne è bianca e pura,
la balena la mangerà!

Il consiglio della mia mamma
l'era tutta la verità,
mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!
Mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!

Il consiglio della mia mamma
l'era tutta la verità,
mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!
Mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!

Mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!
Mentre quello dei miei fratelli
resta quello che m'ha ingannà!

7/11/2012 - 11:58




Lingua: Portoghese (Brasiliano / Brasilian)

Versione Portoghese da L'Italia in Brasile

Esta musica testemunha ainda hoje o drama da emigração que levou centenas de milhares de nossos conterrâneos bem distante do solo nativo na busca de um futuro, de melhores condições de vida. O tema é aquele dolorido da emigração que, demais vezes, provocou feridas lacerantes, separando famílias, namorados, pais e filhos.
Minha mãe dá-me cem liras
que na America quero ir!
Cem liras eu vou te dar
mas na America não, não, não!
Cem liras eu vou te dar
mas na America não, não, não!

Os seus irmãos da janela:
Minha mãe deixa ela ir!
Vai, vai filha ingrata
que algo vai acontecer!
Vai, vai filha ingrata
que algo vai acontecer!

Quando estavam no meio do mar,
o navio afundou!
Pescador que pegas os peixes,
a minha filha vai tu a pescar!
Pescador que pegas os peixes,
a minha filha vai tu a pescar!

O meu sangue é vermelho e fino,
os peixes do mar o beberão!
A minha carne é branca e pura,
a baleia a comerá!
A minha carne é branca e pura,
a baleia a comerá!

O conselho da mamãe
era a pura verdade,
enquanto aquele dos meus irmãos
era aquele que me enganou!
Enquanto aquele dos meus irmãos
era aquele que me enganou!

O conselho da mamãe
era a pura verdade,
enquanto aquele dos meus irmãos
era aquele que me enganou!
Enquanto aquele dos meus irmãos
era aquele que me enganou!

Enquanto aquele dos meus irmãos
era aquele que me enganou!
Enquanto aquele dos meus irmãos
era aquele que me enganou!

7/11/2012 - 11:59




Lingua: Inglese

Versione inglese da mamalisa.com

This song is from the northern Italy and dates back to the 1800's. The author is unknown. It's said to be inspired by the ballad, "Maledizione della madre" ("The Mother's Doom").
Oh Mom, give me a hundred pounds,
To America I want to go.
Oh mom give me a hundred pounds,
To America I want to go.

A hundred pounds I give them...
But to America no no no.
A hundred pounds I give them to you,
But to America no no no.

Her brothers at the window,
Oh mom, let her go.
Her brothers at the window,
Oh mom, let her go.

Just arriving on the high seas,
The ship is reversed.
While arriving on the high seas,
The ship is reversed.

My hair is curly and beautiful,
In sea water it will rot.
My hair is curly and beautiful,
In sea water it will rot.

The words of my brothers
Are those that have betrayed me.
The words of my brothers
Are those that have betrayed me.

Mother's words
Came true.
Mother's words
Came true.

7/11/2012 - 12:01


quale di queste e l'originale?

alex - 1/12/2014 - 19:37


questo sito fa schifo

bellino te!

cheveneimporta - 12/2/2019 - 15:58


"Maledizione della Madre" è il titolo di una ballata piemontese raccolta anche da Costantino Nigra al numero 23 del suo libro “I canti popolari del Piemonte”. Il tema non è poi così insolito nella tradizione popolare europea e lo abbiamo già trovato in Scozia come The Mother's Malison, o, Clyde's Water.
La ballata "Maledizione della Madre" è conosciuta anche con i titoli "La bella del re di Francia", "a Turin a la Rosa Bianca.." (o Osteria la Rosa Bianca) e Mamma mia dammi cento lire quale adattamento successivo della ballata al tema dell'emigrazione.
La ballata "Maledizione della Madre" ai tempi del Nigra si trova per lo più in Alta Italia principalmente in Piemonte. Il Nigra scrive nelle sue note di commento: Il tema della maledizione materna che si compie è trattato nella poesia Germanica e nella Slava, ma senza speciale analogia colla canzone Italiana".
La ballata è stata anche registrata da Roberto Leydi dalla voce della cantora Teresa Viarengo e non mi risulta -al momento- che sia stata riproposta nel Folk revival piemontese. Più fortuna ha avuto piuttosto la sua rielaborazione, sempre in ambito di tradizione popolare, dal titolo "Mamma mia dammi cento lire", diventato poco dopo canto delle mondine.
Tutto l'argomento con i canti e i video dimostrativi sono in Terre Celtiche blog thumb

La maledizione della Madre, ballata piemontese | Terre Celtiche Blog

"Maledizione della Madre" è il titolo di una ballata piemontese raccolta anche da Costantino Nigra al numero 23 del suo libro “I canti popolari del

Cattia Salto - 7/8/2020 - 00:39


Si segnalano tra le registrazioni nel Folk revival
La Macina registra la ballata “Maledizione della Madre” ambientando la storia nel centro italia. In Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto, Volume 2 uscito nel 2006 con Gastone Pietrucci che canta alla Vasco.



Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar
Sandra Mantovani accompagnata alla chitarra da Fausto Amodei. Registrata da Roberto Leydi a Milano nel 1962 dalla bobina Canti sociali e d’emigrazione.
Le «cento lire» sono quelle che nel 1870 servono per comprare il biglietto del piroscafo da Genova a Buenos Aires.



Fabrizio Poggi & Turututela

Cattia Salto - 7/8/2020 - 09:08




Lingua: Italiano

La versione di Massimo Liberatori

2017
Sull'Appennino degli incanti
appennini



Reinterpretata da La Macina


Musiche e testi tratti da canti popolari - Arrangiamento di Massimo Liberatori e Maurizio Marrani
RIDAMMI 100 LIRE/ MANNAGGIA

E ridammi mamma cento lire
che in America voglio andar …
E cento lire figlia te le do,
ma in America no e poi no!

Ma mamma mia guardo il mare,
guardo il cielo e non sogno più.
Gli occhi e il cuore dei miei fratelli
li han rubati e non li sento più …

Ci han rubato anche le parole
i corsari di sua maestà,
più non soffia e non fischia il vento mamma
e la vela ammainata sta …

Mamma mia ridammi cento lire
se rimango qui io morirò,
giù nel porto c’è un bastimento mamma
se mi baci io partirò!

E appena giunta in altomare
anche i pescicani bacerò,
son più belli di queste facce mamma,
i pescicani io li bacerò

E mannaggia all’ingegnere
che ingegnò la ferrovia …
Se nessuno la inventava
pe’ l’America ‘n se partiva!

Non s’annava giù in Brasile,
non s’annava in Canadà
e pure in Belgio come in Francia,
disgraziato chi ci va!

Dall’America del nord - alla Repubblica Argentina
qualche sordo se guadagna e la salute se rovina …

E mannaggia all’ingegnere
che ingegnò la ferrovia …
Se nessuno la inventava
pe’ l’America ‘n se partiva!

Dall’America del nord - alla Repubblica Argentina
qualche sordo se guadagna e la salute se rovina …

Non s’annava giù in Brasile,
non s’annava in Canadà
e pure in Belgio come in Francia,
disgraziato chi ci va!

Pure in Svizzera e in Germania
disgraziato chi ce va!
E pure su nel Lussemburgo
disgraziato chi ce va!

E l’America è un bel paese e beato chi ce va!
Ce se more dai sorrisi pure li cafoni parlano inglisi

inviata da Dq82 - 6/1/2021 - 13:02




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