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Retirada

Charles Farreny
Langue: français



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En Coulliure
(Joan Manuel Serrat)
Balada del que nunca fue a Granada
(Paco Ibáñez)
Argelès-sur-Mer
(Antonio Resines)


‎[2000]‎


Canzone scritta da un discendente di repubblicani spagnoli rifugiatisi in Francia nel 1939 e curatore ‎del sito Espagne Au Cœur.‎
Sull’argomento dei rifugiati dopo la sconfitta del campo repubblicano nella guerra di Spagna si ‎vedano anche, per esempio, Camí de l’exili, En Coulliure e Argelès-sur-Mer, quest’ultima insieme a tutte le ‎canzoni dalla “Cantata del exilio - ¿Cuándo volveremos a Sevilla?" di Antonio Gómez e Antonio ‎Resines.‎

“Tra febbraio e marzo del 1939 l’ambasciata messicana in Francia forniva la cifra di ‎‎527.843 rifugiati politici spagnoli, solo fra quelli ufficialmente registrati. Ad eccezione dei pochi ‎che possedevano un passaporto diplomatico, la maggior parte finì nei campi di concentramento ‎creati dal governo francese: Agde, San Cyprien, Barcares, Argelès-sur-Mer, Mazeres, Septfonds, il ‎forte di Collioure e molti altri. Senza assistenza, con la sconfitta impressa nelle carni, affamati ed ‎ammalati, questi uomini e donne – comunisti, socialisti, anarchici, repubblicani, militanti del ‎POUM o senza affiliazione partitica – parteciparono [fin da subito e poi dopo, nella Francia ‎occupata, ndr] alle organizzazioni clandestine pro rifugiati, oppure si arruolarono nella legione ‎straniera o nell’esercito regolare, o entrarono a far parte dei maquis, le bande partigiane francesi, ‎o finirono internati ed ammazzati nei campi di sterminio nazisti…
Il loro ricordo è la nostra Storia.”


Testimonianza di Eduardo Pons Prades.
“Quei campi non erano altro che distese di sabbia spazzate dal vento, circondate da filo ‎spinato e sorvegliate da truppe coloniali, dove fummo trattati peggio delle bestie. Ma noialtri, ‎rabbiosamente determinati a resistere, organizzammo l’assistenza sanitaria e il vettovagliamento, ‎così come creammo gruppi teatrali e squadre sportive, scuole e biblioteche…”

‎(dai contenuti del disco “Cantata del exilio - ¿Cuándo volveremos a Sevilla?")‎
Quand vous êtes arrivés
Ils n' vous attendaient pas
Ils auraient préféré
Vous voir rester là-bas.‎

Ils vous ont rassemblés ‎
Sans abri sur la plage
Derrièr’ des barbelés
Tout près des marécages.‎

C’était en février
Mill’ neuf cent trente neuf
Il valait pas bézef
Ce monsieur Daladier.‎

La pluie glace l’espoir
Le froid mord et vous pique
Et l’eau saumâtre à boire
Qui vous fout la colique.‎

Loin des siens le moral
Sombre, les jours défilent
Et les plaies guériss’nt mal
Quand on est en exil.‎

C’était y a soixante ans
Ici en Roussillon
Ca s’appelait comment ?‎
Camp de concentration.‎

C’est aujourd’hui papa
Tes quatre-vingts printemps
On est tous avec toi
Espagnols catalans.‎

envoyé par Dead End - 3/10/2012 - 14:30




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