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Il blues della squallida città

Joe Fallisi
Language: Italian


Joe Fallisi

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(Joe Fallisi)
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[1969]
Testo e musica di Joe Fallisi

Joe Fallisi.
Joe Fallisi.


Nel 1970 Joe Fallisi pubblicò e registrò, in forma anonima, un disco a 45 giri che conteneva La ballata del Pinelli [Ballata dell'anarchico Pinelli, o Il feroce questore Guida] e Il blues della squallida città. Su entrambi i lati compariva la seguente scritta: "Questa canzone può essere eseguita, riprodotta o adattata da tutti coloro che non sono recuperatori, 'progressisti' e falsi nemici del Sistema" e, come indicazione d'autore: "Parole e musica del Proletariato". In copertina un'opera di Paolo Baratella, sul retro un disegno di Georg Grosz. Nel dicembre del 2002 il disco è stato stampato come CD e riprodotto integralmente, mantenendo anche la grafica dell'originale, da Ancora/Mai più, con il concorso di Zero in condotta, Umanità Nova e Collegamenti-Wobbly (cfr. Ancora/Mai più).
Ehi Joe, cammina per le strade
Ehi Joe, guarda attraverso i vetri
E spaccati il cuore
Come una pietra dura
Vedendo il vero volto
Della città di metallo

Passa e guarda il cielo duro
Le foglie che cadono per sempre
La luce schifosa
Del Supermercato
L'acciaio cristallo
Della Banca di morte

Cammina, no non chiudere gli occhi
Vedi la Caserma di ferro
L'elmetto e il labbro
Del militare
La Chiesa che ti opprime
Il muro lungo del Carcere

In alto si adunano le nebbie
E l’urlo delle sirene
Richiama i morti
Sotto lividi tetti
All’orizzonte
Discende un sole bianco

I morti sfiorano i marciapiedi
E riempiono le case
Hanno gli stessi gesti
Gli stessi occhi
Lo stesso passo
Lo stesso colore

I morti servi dello Stato
Collocati ciascuno a un gradino
Della Gerarchia
Ma tutti senza reale potere
Oppressi che opprimono
Qualche altro oppressore

Vivono nei Quartieri-Lager
Lavorano come semplici automi
Per qualcun altro
Durante tutto il giorno
Direttii dai gendarmi
Del Grande Sindacato

Rientrano nella Famiglia prigione
Inferno di cui sono gli sbirri
Mangiano e bevono
Cibi e vini avariati
Banalità e parole
Mille volte ridette

Spettatori di un’altra vuota giornata
Buttano le carcasse grigie
E le occhiaie
Nei letti-tomba
Senza speranza
Di un domani diverso

Oh oh squallore della vita
Oh oh le tue persiane chiuse
Città desolata
Ah i tuoi viali di piombo
E l’aria sporca
Le miserabili ore

Da tutti i cieli amaranto
E i mari di fuoco –
Città pietre nuvole –
Oltre le mani tese...
Volti lontani
Acqua... sabbie

Attraverso lo slancio rosso-nero
Della rivoluzione –
Gli occhi spalancati
E il grande respiro
E il salto della vita –
Voglio i nuovi orizzonti!
... E il salto della vita
Voglio, oh Madù, voglio i nuovi orizzonti!

Contributed by Riccardo Venturi - 2006/6/2 - 15:08




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