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Sentieri di versi (pt. 5): Una mattina di Novembre
(U.N.O. [Unidentified Noisy Object])
Sentieri di versi (pt. 6): M.o.n.d.o. Bazar
(U.N.O. [Unidentified Noisy Object])
Il dottor Ernesto
(U.N.O. [Unidentified Noisy Object])



Poi dice che U.N.O. si butta a sinistra


cover pdcusbas big
Poi dice che U.N.O. si butta a sinistra (ovvero il declino del capitalismo reale) è un disco marxista, ma in un duplice senso: risente delle teorie del filosofo tedesco, ma anche dell’ironia dei fratelli Marx; l’ironia è fondamentale quando si vuole trattare certi temi in una sede poco adeguata come la canzone. Non è un disco politico, nel senso che non prende alcuna posizione politica, anche perché la politica ha smesso già da un pezzo di dare risposte agli interrogativi che il mondo attuale pone all’uomo. «Poi dice che uno si butta a sinistra» è una battuta che il grande Antonio De Curtis in “Totò e i re di Roma” ripete molte volte. Una battuta per gente battuta. Buttarsi a sinistra significa qui, per noi, riconoscersi in tutte quelle realtà storiche (uomini, movimenti o partiti) che hanno lottato affinché la “ragione” dei pochi non prevalesse sui diritti dei tanti. È un disco nel quale a parlare, da posti e tempi diversi, sono gli sconfitti: Geronimo che torna a riprendersi il suo teschio, uno degli 81 passeggeri che persero la vita sul cielo di Ustica, un reduce degli anni di piombo, un noto dottore argentino che, diventato soldato, dimostrò al mondo come non si debba sempre chinare la testa davanti ai potenti e poi un contadino boliviano che ha lottato nella “prima guerra dell’acqua” a Cochabamba. Al centro di ogni discorso però c’è sempre il punto di vista degli emarginati: di chi nelle storia non rientra, in quanto irriducibilmente diverso; il punto di vista dei popoli che abitano le “Repubbliche senza storia”, come direbbe Rimbaud. La storia è protagonista anche nella suite finale. La storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi, che viene riletta – per quanto sia possibile farlo nello spazio sintetico di un disco – dal punto di vista di queste sensibilità emarginate.

Prefazione
Ma(t)rx
Silenzio
Teschi e ossa
Geronimo
Il dottor Ernesto
Cochabamba (la prima guerra dell'acqua)
Gli anni di pongo
Verità elastica
CCCP (Cresci Consuma Crepa Porco)
Sentieri di versi
(Piccola storia d'Italia dal dopoguerra a oggi: racconti e ricordi)
Sentieri di versi (pt. 1): La guerra è finita (?)
Sentieri di versi (pt. 2): 10Q
Sentieri di versi (pt. 3): Il boom
Sentieri di versi (pt. 4): La contestazione
Sentieri di versi (pt. 5): Una mattina di Novembre
Sentieri di versi (pt. 6): M.o.n.d.o. Bazar
parte 7: Il potere si rinnova
Sentieri di versi (pt. 8): Come gli uccelli nel cielo
DQ82

A ognuno secondo i suoi bisogni,
Da ognuno secondo le sue capacità.*

Io sono l’eletto
E coi miei occhi guardo sotto
Alle forme luccicanti che tu mi metti davanti;
E la realtà si liquefà,
Come con un microscopio io vedo al di sotto della superficie
E vedo tanti esseri umani convinti di essere vivi davvero...
Se si vedessero come io li vedo,
Tanti mucchietti di U.N.O. e di zero.

Se capissero di essere gli artefici
Della fortuna dei loro stessi carnefici,
Che il loro scegliere è già stato calcolato –
Libera sudditanza in libero mercato –
Ma gl’importa solo di essere normali,
Di abitare gli inferni artificiali**
Che gli hanno costruito che gli hanno smerciato
Per renderli attori di un mondo omologato.

Non essere mai pago
Di cercare strade nuove
E di rischiare il rogo
Gridando «Eppur si muove».***

A ognuno secondo i suoi bisogni,
Da ognuno secondo le sue capacità.*

Eroi di un falso universo mitico
Dove è azzerato ogni tuo senso critico,
Per orientare la tua immaginazione
Ed instillarti la falsa convinzione
Di vivere in un posto confortante,
Dalla miseria del mondo distante,
Se potessero vedere oltre la realtà apparente
Cosa c’è dietro un’immagine così rassicurante... niente!

Tu sei per loro una risorsa umana
Ma tu ricorda che sei prima una persona,
Qualcosa di vivo che è sempre in cammino,
Non solo carne da cartellino.
Debbono venderti inutili prodotti
Per questo creano dei bisogni indotti
E tu ti fidi e ti fotti...
E tu ti fidi e ti fotti!

Non essere mai pago
Di cercare strade nuove
E di rischiare il rogo
Gridando «Eppur si muove».***

Esci dal reticolato,
Dal ruolo che ti hanno assegnato,
Dal passato che ti hanno insegnato,
Dal presente che ti hanno creato.
In un mondo che ti vuole produttivo
Tu prova solo ad essere vivo.
Guarda in modo differente
Dietro la realtà apparente,
Guarda ad occhi nudo le strutture,
Tutte le giunture del sistema
Comprendine lo schema.
* cfr. Critica del programma di Gotha, Karl Marx (1875)
** cfr. I Paradisi artificiali, Charles Baudelaire (1860)
*** Celebre esclamazione di Galileo Galilei davanti al tribunale dell'inquisizione alla fine della sua abiura all'eliocentrismo

Contributed by DonQuijote82 - 2011/12/28 - 14:31




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