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Contrasto tra Damiano e il prete

Leoncarlo Settimelli
Lingua: Italiano (Toscano)




[Prete]
O mio caritatevole Damiano,
tu che sei stato sempre un uomo onesto,
io ti conobbi un tempo lontano,
sei sempre stato savio e modesto;
ora ti vedo «L'unità» in mano
ed io nessun parere te l'ho chiesto,
però me l'hanno detto che sei in lista
in testa del partito comunista.

[Damiano]
Sì, lei l'ha indovinata a prima vista
sor reverendo, lei non si è sbagliato;
per me questa dottrina è umanista,
mi pento prima 'unn'essermi segnato;
il benessere che ognun di noi acquista
il cancro della guerra sarà stirpato;
così la vita è una soddisfazione,
porta la pace in tutte le persone.

[Prete]
Ma allora tu sei contro la religione,
eppure della chiesa eri un devoto,
ancora tu vuoi fare il mascalzone,
al buio vuoi pescare nell'ignoto;
ma io che te la insegno l'educazione
voglio salvarti di cascar nel vuoto
e se ti preme salvar la tua partita
preparatelo il ben per la tua vita.

[Damiano]
Sor reverendo, facciamola finita,
non venga fuori con queste ragioni
perché la società è costituita,
si compone di servi e padroni;
non me lo dica a me, che l'ho capita:
i furbi sfruttan sempre i più minchioni
e voi legate il ricco al poveretto
perché succeda quanto abbiamo detto.

[Prete]
Tu non conosci il nobile concetto
della Lega cattolica, ed è strano;
non vedi che cerchiam Dio benedetto
che stenda il ricco al povero la mano,
legarli insieme a un vincolo d'affetto
ma santa cosa non c'è; suvvia Damiano,
se tu parli così, mi fai sapere
che la guerra fraterna è il tuo volere.

[Damiano]
Pievano, sono vecchie sicutere,
pace giustizia affetto non saranno
dove vi son delle sottane nere,
dei ricchi e della gente che non l'hanno;
come farebbe me lo fa sapere
a due che interessi avversi fanno,
fare del bene e che sia giocondo
senza pregiudicarlo un po' il secondo.

[Prete]
A una domanda io ti rispondo:
il bene va fatto per bontà del cuore,
il prenderlo per forza è un atto immondo
ed è un violar la legge del Signore;
voi pensate solo a questo mondo
e non pensate mai che il corpo muore,
l'anima nostra è sempre un varco aperto
e per chi in vita gli ha tanto sofferto.

[Damiano]
Ma se del ben dell'altro mondo è certo
che si guadagna con le privazioni,
perché non dorme lei a cielo aperto
e non sta tutto il giorno in ginocchioni?
Ma perché veste bene e sta coperto,
tiene la serva e mangia dei capponi?
Se in ciel si sale dopo gran soffrire
lei che non soffre non ci può salire.

[Prete]
Damiano, tu ti prendi troppo ardire,
tu non devi guardar quel che fo io,
al prete non si deve contraddire,
che sulla terra simboleggia Dio;
ma guarda un po', ti sembra un bell'agire
passare avanti al mistero mio
e farmi della critica allo staccio
di tutto quel ch'io dico e quel che faccio?

[Damiano]
Fino a che i preti tenderanno il laccio
della superstizione agli incoscienti
io dirò: come il sarto, un tanto al braccio,
vendete voi le messe e i sacramenti;
Gesù ve lo vestite da pagliaccio
per dar nell'occhio ai poveri credenti
e della chiesa sua fate bottega;
io me ne infischio della vostra Lega.

[Prete]
Damiano, ti scomunico e rinnego,
tu che rinnegasti il bene supremo
esci dal quadro mio, tartara strega,
ti maledico al vituperio eterno,
vai domani con gli altri a far congrega
giù nell'ultima gorgia dell'inferno,
la mia maledizione sia feroce e forte,
ti tenga male in vita e peggio in morte.

[Damiano]
Per ora vado dalla mia consorte,
dai cari figli e dai compagni miei;
se a bussar Lucifero alle porte,
se c'è giustizia, tocca prima a lei;
se un giorno cambierà l'umana sorte
finiranno gli anni santi e Giubilei,
così ancora i preti, se vorranno
mangiare, come noi lavoreranno.

[Morale]
Colmo di ira e di infernale affanno,
il pievan grasso come belva umana
lasciò Damiano, che chiarì l'inganno
di questa grave Democrazia Cristiana;
e convinto che compreso avranno
gli operai di tutta Italia e di Toscana,
io penso che in un giorno non lontano
tutti si debba far come Damiano.



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