Sacrati al fuoco, nella mischia orrenda
Si getteran superbi, disperati:
Non ombra di viltà. Ognun l'intenda:
Son l'armata dei diseredati.
La quale stanca degli orrori immani,
Commessi dai fascisti, dai ladroni
Che straziano le plebi, rende inani
Le ultime difese dei padroni.
I quali, impauriti, hanno assoldato
Delinquenti, selvaggi ed incoscienti,
Credendo, idiotamente, frenare il fato
Della storia e delle umane genti.
Aveano alcuni, è ver, pensato - e tanto -
Che ormai le lotte tra padroni e servi
Si svolgessero senza sangue e pianto,
Per la pace tra il popolo e i protervi.
E snervarono le plebi, fin nel cuore,
Da renderle vigliacche, insensitive,
Da non sentir nè dignità, nè onore,
E d'altruismo e sacrificio prive.
Ma or son sorte, alfin, le audaci schiere
De gli arditi del popolo, che danno
Coraggio ai vili, e fondono sincere
Unioni, che proficue saranno.
Salve, o prodi soldati! A voi la gloria
Delle battaglie, che la Dea Ragione
Vuole per fare la novella istoria
Perchè sorga l'Umana Redenzione!
Si getteran superbi, disperati:
Non ombra di viltà. Ognun l'intenda:
Son l'armata dei diseredati.
La quale stanca degli orrori immani,
Commessi dai fascisti, dai ladroni
Che straziano le plebi, rende inani
Le ultime difese dei padroni.
I quali, impauriti, hanno assoldato
Delinquenti, selvaggi ed incoscienti,
Credendo, idiotamente, frenare il fato
Della storia e delle umane genti.
Aveano alcuni, è ver, pensato - e tanto -
Che ormai le lotte tra padroni e servi
Si svolgessero senza sangue e pianto,
Per la pace tra il popolo e i protervi.
E snervarono le plebi, fin nel cuore,
Da renderle vigliacche, insensitive,
Da non sentir nè dignità, nè onore,
E d'altruismo e sacrificio prive.
Ma or son sorte, alfin, le audaci schiere
De gli arditi del popolo, che danno
Coraggio ai vili, e fondono sincere
Unioni, che proficue saranno.
Salve, o prodi soldati! A voi la gloria
Delle battaglie, che la Dea Ragione
Vuole per fare la novella istoria
Perchè sorga l'Umana Redenzione!
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