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Ar brezel mod nevez

Kan an Drask
Lingua: Bretone


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Kan an Drask 1990
(canzone vincitrice/chanson gagnante)
Firmata "Y.D." / Signé "Y.D."

Dopo dieci anni dal suo inserimento, bisognerà dire qualcosa su questa canzone bretone. Il concorso (o festival) "Kan an Drask" ("Canto del tordo", ma anche, volendo, "Canto dell'ubriaco fradicio") creato “per rinnovare la tradizione del Kan ha Diskan nelle fest noz, ma anche per invitare la gente a comporre canzoni in bretone”, si era svolto per la prima volta nel 1989 e, nel 2002, era giunto alla 4a edizione. Poi non se ne è saputo più niente; il link che si trova nel box biografico-informativo è oramai inattivo. Secondo le informazioni che avevo raccolto a suo tempo, quando la pagina esisteva, nel 1990, in occasione della 2a edizione del concorso, questa canzone, firmata “Y.D.” aveva riportato il primo premio; è andata a finire, come non è rarissimo in questo sito, che con la scomparsa dell'unica fonte le CCG/AWS rimane l'unico sito in tutta la rete a dare testimonianza di una canzone. La quale oggi viene anche tradotta in italiano nell'ambito della ristrutturazione totale di tutta la Sezione Bretone del sito (Kevrenn Vrezhonek ar C'HAEB).



1990: l'anno precedente alla “Prima guerra del Golfo”, l' "Operazione Desert Storm", quella di Bush padre, quella della “Grande Coalizione” contro Saddam e, ohimè, anche del capitano Cocciolone. Il “Kan an Drask” di quell'anno fu vinto da questa canzone che prefigurava, nella forma tradizionale bretone del Kan ha Diskan, tutti gli scenari futuri, e con notevole esattezza. Non ci voleva molto a capirlo neppure allora, del resto; cominciavano gli enormi danni all'umanità provocati dalla famiglia Bush, dai loro servi sparsi per il mondo e dal loro petrolio. La guerra “new style” che ci ritroviamo ancora oggi, ed è esattamente l'eredità dei Bush. Se ne erano accorti persino i Kanerien ha Diskanerien bretoni! [RV]
Aet oa skuizh ar pennoù bras, ober brezel bihan
Gant o ordinatourienn, un da vad de zho a vank.

Bemiet re a fuseoù, merkeded an tankoù
An uzinioù a glemme, n'en doa ket ken labour.

Red vefe kaout an tu da implij an armoù,
da roiñ labour d'ar staliou, dollarioù er bankoù.

Ijin ar re varrekañ oa laket da fiñval:
"Penaos kargañ ar godell, hep tapout re vrud fall?

Penaos distrujañ an danvez, hep ur morad a gwad?"
Ben ar fin unan n'eus kavet: "Greomp brezel da Saddam."

N'imp gaso di kirri nij, bagoù bras, fuseoù
tankoù bihan, tankoù bras, bepseurt bombezennoù

An dud lazhet a viliadoù vo ket red o c'hontan,
ar sabl zo bouk da doullañ evit o zouarañ

Ar sabl zo aes da doullañ evit o zouarañ,
ur brezel hep tud varo, setu ar pezh a vank.

Ha diouzhtu ar c'heloù mad redek dre ar broioù:
"Echu ar brezel paper, unan da vad a grogo."

Al lazhadeg a vo graet gant kirri-nij tagus
o vombardiñ noz ha deiz gant un dinec'h euzhus.

An teleoù lâro deomp: "N'eus ket re venn lazhet"
ouzhpenn an holl kirri-nij zistro brav, dizammet.

Ha soudarded an Irak, dindan an drailh spontus
zo marv a viliadoù, n'eo ket re ankenius.

N'eus nemet ur rumm a gont, soudarded an tu-mañ
gwad ar re all na dal mann d'ar sabl vo da evañ.

Seulvuiañ vo distrujet, seulvuiañ admet,
bec'h ha bec'h d'ar vombezenn, muioc'h vo gounezet.

Ur brezel 'vit ar Gwirioù, lâro ar pennoù bras,
padal n'eo met 'vit arc'hant, petrol, hag arc'hant c'hoazh.

Ar Prezidant zisplego deomp-ni genaoueien,
eo c'houmañ ur " brezel just ", n'eo ket vit gwenneien.

An dud sot a zo enep, n'int nemet treitourien
'vit ar brezel renker bezañ bazh d'hon "enebourien".

Pa oa distrujet trawalc'h, siouled ar speredoù
digor bras an uzinioù da zastum dollarioù.

Oa roed an urzh da ehan, gant ar vil lazhadeg
ar re venn a zo bet trec'h, gant kant buhez kollet.

Vo ket kontet re Saddam, drailhet, devet, mouget
dindañ gwashañ arneuenn zo bet biskoazh gwellet

Graet zo ur brezel mod nevez, hep embann tud lazhet
gant buldozerien didruez 'barzh an toull vint bountet

Vint bountet er fochoù don, " 'vit mirout deus kleñvet " !
Soudarded amerikan, leusko naet an dachenn.

Roet a vo medalennoù d'al lazherien gwellañ
d'ar vlenerien kirri nij, vo roet ar re vravañ

Setu echu ar brezel, serret an teleoù
Bouch ha Fañch dindan an heol roiñ o c'hourc'hemennoù

Ar pokez Palestinian pe ar C'hurd kalonek
zo ankouezhet ur wech c'hoazh, siwazh n'eo ket pec'het.

Ar Gwir, savet 'vit pep pobl, morse na dalvezo
keit ma vo an arc'hant brein, ren ar bed tro-war-dro.

inviata da Riccardo Venturi - 11/11/2005 - 01:45



Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
28/29 dicembre 2015
LA GUERRA “NEW STYLE”

Si son stancati i grandi di fare guerricciole, [1]
col loro computer, gliene manca una buona.

Disoccupati i missili, esauriti i carri armati,
le fabbriche si lamentavano che non c'era più lavoro.

Bisognerebbe usare le armi da qualche parte,
di dar lavoro agli stabilimenti, dollari nelle banche.

L'ingegno dei più capaci ha cominciato a fungere,
“Come riempirsi le tasche senza farsi troppo cattivo nome?

Come fare razzia senza un mare [2] di sangue?”
Finché uno non ha trovato: “Facciamo guerra a Saddam.”

Manderemo là aeroplani, gran navi, missili,
Carrarmatini, carrarmatoni, ogni sorta di bombe

Morti a migliaia, da non occorrer contarli,
bisognerà bucare la sabbia per sotterrarli.

Bucare ammodino la sabbia per sotterrarli,
una guerra senza morti, ci manca solo questa.

E subito la buona notizia corre per le nazioni:
“E' finita la guerra di carta, ne scoppierà una buona.”

Il massacro sarà fatto con aeroplani aggressivi
che bombardano giorno e notte, tremendamente tranquilli.

Le TV ci diranno: “Non ci sono troppe vittime”,
E poi tutti gli aerei torneranno perbene e intatti.

E i soldati iracheni, durante il terribile massacro
Sono morti a migliaia, non è poi così angosciante.

Non c'è proprio posto per i soldati di quelle parti,
il sangue degli altri non serve che a dare da bere alla sabbia.

E più ci saranno distruzioni, più macerie,
Con sempre e sempre più bombe, si otterrà di più.

Una guerra per la Verità [3], diranno i grandi capi,
però non è per soldi, per il petrolio e ancora per i soldi

Il Presidente spiegherà a noialtri imbecilli
che è cominciata una “guerra giusta”, non è per i quattrini

Gli stupidi sono contro, non sono che traditori,
per la guerra sono classificati tra i nostri “nemici”.

Una volta distrutto abbastanza e calmati gli spiriti,
le fabbriche a braccia aperte accumulavano dollari

Fu ordinato di smetterla con le migliaia di massacri,
i capi hanno vinto con un centinaio di vite perse.

Non si conteranno quelli di Saddam, fatti a pezzi, bruciati, asfissiati,
sotto di lui una peggiore strage non si è mai vista.

Si fa una guerra “new style”, gente ammazzata senza tanto clamore,
con bulldozer spietati verranno spinti giù nella fossa

Spinti giù in fosse profonde, “per evitare epidemie” !
I soldati americani lasceranno il terreno pulito.

Saranno date medaglie al migliori assassini,
quelle più belle saranno date ai piloti di aeroplani

Ecco che la guerra è finita, spente le TV,
Bush e François [4] sotto il sole a porgere i propri omaggi

Ma un omaggio al palestinese o al curdo coraggioso
lo si scorda una volta ancora, diamine, non si bestemmia.

La Verità, eretta per ogni popolo, non servirà mai a nulla
finché ci sarà lo sporco denaro, questo regnerà per il mondo.

[1] Alla lettera, nel testo, è tutto al singolare: “piccola guerra”, “guerricciola”.

[2] Impossibile rendere la sfumatura bretone di ur morad a gwad: il suffisso -ad corrisponde letteralmente al nostro “-ata” in “cucchiatata, forchettata” ecc. e indica il contenuto pieno. Qui, quindi, sarebbe una “marata di sangue” (forse noi diremmo “una marea”).

[3] Nel testo bretone il termine è al plurale: ar Gwirioù, “le Verità”.

[4] Il nome di Bush è scritto “alla bretone” (e alla francese): Bouch. Fañch corrisponde esattamente a “François”, e naturalmente si tratta di Mitterrand.

29/12/2015 - 03:56




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