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Heard Somebody Say

Devendra Banhart
Lingua: Inglese


Devendra Banhart

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da "Cripple Crow" (2005)
Devendra Banhart.
Devendra Banhart.


"It's simple: we don't want to kill"
In fondo, non c'è bisogno di molte parole...
I heard somebody say
That the war ended today
But everyone knows it's goin' still

On mother lands and mother seas
Here's what we believe
It's simple
We don't want to kill

I heard somebody say
That the war ended today
But everyone knows its goin' still

On mother lands and mother seas
Here's what we believe
It's simple
We don't want to kill

Oh, it's simple
We don't want to kill
Oh, it's simple
We don't want to kill
Oh, it's simple
We don't want to kill

inviata da Alessandro - 9/11/2005 - 17:25



Lingua: Italiano

Versione italiana di Fiamma Lolli


Finora avevo trascurato questa canzone perché mi pareva che quasi chiunque potesse capirla senza bisogno di traduzione. Oggi però mi sono resa conto che la scelta di usare espressioni come mother lands e mother seas meritava rispetto e attenzione. In italiano, per indicare la patria, c'è appunto solo il termine patria, che con ogni evidenza deriva da padre (o meglio dal sanscrito pat: limite, confine). Certo, possiamo ricorrere a madreterra (dal sanscrito mat, linfa vitale, da cui madre e materia), termine un po' dimenticato che se sta riprendendo piede ma soprattutto con una connotazione ecologista. C'è infine la soluzione "terra natìa" (derivante cioè dall'esserci nati, atto involontario), dopodiché restano solo i giri di parole. L'inglese ha fatherland - anche qui terra del padre - homeland - terra di casa - e motherland, terra della madre o madreterra. Devendra Banhart non si è accontentato, ha spezzato motherland in due e ha messo al plurale la seconda parte, lands. All'improvviso il senso profondo di questo verso mi è apparso in tutta la sua luminosa innovazione: on mother lands, sulle madre terre, sulle varie terre della Terra, ciascuna delle quali è nostra madre poiché una è la madre ancestrale davanti alla quale siamo uguali e inermi, e tali vogliamo mantenerci. Poi ha raddoppiato la posta in gioco (ché qui si tratta di imparare a parlare daccapo se vogliamo davvero smettere di uccidere) e all'elemento solido della terra ha accostato quello liquido del mare; on mother seas, ché anche qui i mari sono tanti, nell'infinito fluire delle acque (la linfa vitale che è madre e materia, materna e materiale, maternale e materialista nel senso migliore e più concreto del termine), ma ciascuno di quesi mari è una madre e ciascuna madre è nostra madre.
Una canzone che sarebbe piaciuta a Brecht e alla sua "semplicità, che è difficile a farsi".
Naturalmente non sono affatto sicura di tutto quel che ho scritto fin qui perché tradurre poesia è una pratica di costruzione dell'incertezza contro il potere accecante degli assolutismi. Una pratica, ancora una volta, di resistenza.
PS Un'altra soluzione, non registrata da alcun dizionario, è matria: in forum.clarence a fondo pagina troverete una poesia di Michele Serra, "Contro la patria", che comincia così:

Non conosco patria
che non sia feroce
preferisco matria
dove cresce il noce [...]
HO SENTITO QUALCUNO CHE DICEVA

Ho sentito qualcuno che diceva
Che oggi è finita la guerra
Ma lo sanno tutti che sta continuando

Sulla madre terre e sulla madre mari
Ecco quello che crediamo
È semplice
Noi non vogliamo uccidere

Ho sentito qualcuno che diceva
Che oggi è finita la guerra
Ma lo sanno tutti che sta continuando

Sulla madre terre e sulla madre mari
Ecco quello che crediamo
È semplice
Noi non vogliamo uccidere

Oh, è semplice
Noi non vogliamo uccidere
Oh, è semplice
Noi non vogliamo uccidere
Oh, è semplice
Noi non vogliamo uccidere

inviata da Fiamma Lolli - 14/10/2006 - 01:09




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