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Riccardo Scocciante: Itaglia, amore loro

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Lingua: Italiano (Purtroppo / Sadly)


Lista delle versioni e commenti



vomito


Tutto, ohimé, parte da una rivelazione del blog "Macchianera" poi rilanciata, tra gli altri, da Call of the West: il testo della canzone che il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, il cantate Enzo Ghinazzi in "arte" Pupo e il tenore Luca Canonici stanno per presentare al Festival di Sanremo.

Una volta rivelato tale testo, le reazioni sono state di generale incredulità. Un simile concentrato di luoghi comuni italioti, criptofascismi, "radici religiose" e via discorrendo non poteva essere vero. Una specie di "inno perfetto" dell'Itaglia berlusco-fascista di adesso; e, invece, è tutto vero. A questo punto, è bene vedere quale sia il testo di questa canzone che sarà prossimamente eseguita dall'inedito "trio" al Festival di Sanremo:

stronzi

ITALIA, AMORE MIO

(Pupo) Io credo sempre nel futuro, nella giustizia e nel lavoro,
nel sentimento che ci unisce, intorno alla nostra famiglia.
Io credo nelle tradizioni, di un popolo che non si arrende,
e soffro le preoccupazioni, di chi possiede poco o niente.

(E. Filiberto) Io credo nella mia cultura e nella mia religione,
per questo io non ho paura, di esprimere la mia opinione.
Io sento battere più forte, il cuore di un’Italia sola,
che oggi più serenamente, si specchia in tutta la sua storia.

(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.

(E. Filiberto) Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia,
chiudevo gli occhi e immaginavo, di stringerla fra le mie braccia.

(Pupo) Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente,
ma chi si può paragonare, a chi ha sofferto veramente.

(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio

(Pupo) Io credo ancora nel rispetto, nell’onestà di un ideale,
nel sogno chiuso in un cassetto e in un paese più normale.

(E. Filiberto) Sì, stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.

Avete letto? Siete sopravvissuti? Non vi è venuta ancora la voglia di sucidarvi dalla vergogna? Bene. Vi sarete allora accorti che c'è veramente tutto, tutta la fetida Itaglia di oggi. Il nazionalismo spicciolo, il "credo eterno" (famiglia, patria, lavoro), le "tradizioni", la finta preoccupazione per "chi non ha niente" (quel che invece davvero avviene con chi non ha niente, in questo paese, è sotto agli occhi di tutti assieme alla carogneria quotidiana), le "radici" (la "cultura" e la "religione", va da sé) e, come se non bastasse, anche la lagnetta per il "triste destino" toccato ai Savoia di Emanuele Filiberto, assassini, spalleggiatori del fascismo, coautori di un regime dittatoriale e di una guerra che ridusse l' "amore loro" in rovine, traditori, fuggiaschi. E, a tale riguardo, si legga anche questo post da "Kelebek"..

Superata la fase del vomito puro, il nostro Riccardo Scocciante si è messo immediatamente all'opera (servendosi anche dell' Ekbloggethi Seautón Asocial Network), proponendo una riscrittura che rispecchi maggiormente la realtà.. Eccola qui, e stavolta con una ben precisa preghiera di diffondere. Questa loro "itaglia" (minuscola voluta) non è il nostro "amore". Se la tengano. E sarà anche più bello, un giorno, fargliela crollare sotto il culo. [CCG/AWS Staff]
(Pupo) Io credo sempre nelle bische, nel poker e nei casinò, *1
dove succede di trombarsi madre e figlia: evviva la famiglia!
Io credo nelle tradizioni di un popolo che si vende
a papi, duci, calciatori e butta a mare chi non ha niente.

(E. Filiberto) Io credo nella coca ma non disprezzo un bel razzone,
vendo scarpe, tifo Giuve *2, e ho una faccia da cazzone.
Sono l'immagine perfetta di quest'Itaglia merdaiola,
fatta di idioti, di veline, enalotti e gente forcaiola.

(L. Canonici) Sì stasera sono qui per dire al mondo e a Dio, Itaglia e Padrepìo!
Io, io non mi stancherò di dire al mondo e a Dio, Itaglia e Ciancimìo! *3

(E. Filiberto) Ricordo quando ero bambino, ci davano dei boia,
chiudevo gli occhi e sentivo le grida: "A morte la casa Savoia!"

(Pupo) Ventennio e quel Beccaris, la fuga e il paparino
che traffica le armi e ammazza il ragazzino... *4

(L. Canonici) Sì stasera sono qui per dire al mondo e a Dio, Itaglia e Padrepìo!
Io, io non mi stancherò di dire al mondo e a Dio, Itaglia e Ciancimìo!

(Pupo) E noi crediamo nel denaro, nelle mafie e questi stronzi
Ci applaudono a Sanremo, proprio un popolo di gonzi!

(E. Filiberto) Sì, stasera sono qui per dire al mondo e a Dio, Itaglia e Padrepìo!
Su, Pupo, passa la cannuccia che mi faccio un tiro anch'io!
NOTE

[1] Il riferimento è alla nota passione per il gioco d'azzardo del signor Ghinazzi.

[2] Emanuele Filiberto di Savoia, da perfetto itagliano qual è, è ovviamente anche tifoso della Giuventus. Pupo, invece, si professa “grande tifoso della Fiorentina” per poi andare a cantare a Sanremo una canzoncina del genere assieme a un altrettanto noto gobbo di merda come il Savoiardo.



[3] Ovviamente una licenza poetica per "Ciancimino". Il resto è cronaca di questi giorni.

[4] Forse qualcuno si sarà dimenticato che Vittorio Emanuele, il paparino di Emanuele Filiberto, colui che ciancia di "tradizioni", "religione", "valori" e "onestà", è un trafficante d'armi oltre che un assassino impunito. Nell'agosto del 1978 sparò, uccidendolo, a un diciannovenne tedesco, Dirk Hamer, figlio di un famoso e assai discusso oncologo, Ryke Geerd Hamer. Il fatto avvenne in Corsica, all'Isola di Cavallo: dopo numerosi processi il "sovrano" fu mandato ovviamente assolto dalla giustizia francese; questo nonostante le precise ammissioni di "Vittorio Emanuele" (si disse che volesse sparare in realtà ad un famoso playboy, Niki Pende, e che il povero Dirk fosse stato colpito per sbaglio -mentre dormiva.)

Dirk Hamer.
Dirk Hamer.

inviata da CCG/AWS Staff - 9/2/2010 - 19:45


Ma davvero hanno cantato 'sta roba? Ma, quel che conta, davvero l'Italia l'ha ascoltata senza sprofondare nel suo bel mar liberando il mondo ? No, forse era già sprofondata e questo è il fondo. Allora anch'io cambio la canzone che un tempo era conforto e speranza delle plebi, e la faccio così:
L'Italia l'è malada
l'è mort anca el dutur
per far guarir l'Italia
ch'el varda giò el Signur.

Gian Piero Testa - 12/2/2010 - 23:16


E meno male!

"Bordate di fischi e proteste in sala all'Ariston da larga parte del pubblico quando sul palco sono arrivati Pupo ed Emanuele Filiberto, con il tenore Luca Canonici, accompagnati dal ct azzurro Marcello Lippi per l'esecuzione del brano 'Italia amore mio' al Festival della canzione italiana."

Da La Repubblica Ultima Ora

Alessandro - 19/2/2010 - 23:20


A casa, a casa!!!

(AGI) - Sanremo, 19 feb. - Bordate di fischi e proteste in sala all'Ariston da larga parte del pubblico quando sul palco sono arrivati Pupo ed Emanuele Filiberto, con il tenore Luca Canonici, accompagnati dal ct azzurro Marcello Lippi per l'esecuzione del brano 'Italia amore mio'. Mentre Lippi provava a spiegare il perche' della sua presenza, tranquilizzando tutti sul fatto che non avrebbe cantato, dalla galleria e dalla platea dell'Ariston ecco i fischi insistiti e urla ripetute.
Lippi ha detto "sono qui perche' per una canzone con questo titolo non poteva non esserci il ct della nazionale. Qui c'e' della sostanza, non ha importanza come il brano viene cantato...". Lippi ha voluto anche ricordare il ct della nazionale azzura di ciclismo Franco Ballerini, scomparso tragicamente dieci giorni fa in un incidente stradale durante un rally in Toscana, e pero' anche durante questo momento particolare i fischi (non certo con bersaglio il povero Ballerini, ndr) si facevano sentire con sempre maggiore forza.
Fino al ritmato "a casa, a casa". E' intervenuta Antonella Clerici che invocando il regolamento ha invitato Lippi a non aggiungere altro, dicendo che non era consentito: l'ospite non poteva dire la sua. Poi e' partito il brano 'Italia amore mio' con alcune novita' rispetto al pezzo originario: e' stato inserita la frase "in quella notte di Berlino", con riferimento alla finale dei Mondiali di calcio 2006, e infatti scorrevano le immagini della festa degli azzurri in campo per la conquista della Coppa. E anche in questo caso sono ugualmente partiti i fischi.




Alessandro - 19/2/2010 - 23:22


Peter muore ascoltando il principe
da Minimi Termini Reload il blog di Antonio Teresano


adriana - 21/2/2010 - 08:33


Che retorica del cazzo, e che faccia tosta! (ma sanremo è sempre sanremo...)

Rodolfo - 21/2/2010 - 11:50


E ancora una volta (quasi) "vince" l'Italietta cerebrolesa e/o "birbantella" del Televoto...

Cerebrolesa, perchè c'è evidentemente un numero ragguardevole di mentecatti disposti a spendere più di 1 Euro a sms per mandare sul podio degli altri mentecatti al par loro...

"Birbantella" - per usare la recente espressione del capo dei briganti Silvio Berlusconi - perchè, a differenza di altri paesi europei dove pure il Televoto esiste, qui da noi non esistono praticamente tetti massimi di preferenze esprimibili per singola utenza... è un po' come se alle regionali o alle politiche chiunque (pure i minorenni) potesse votare qualche decina di volte, non so se mi spiego (e magari il Televoto è proprio un laboratorio per la "democrazia" del prossimo futuro...)
Quindi, i "cerebrolesi" arrichiscono gli operatori telefonici, le televisioni, i produttori e le società - private - che hanno in appalto la gestione del televoto...
I "birbantelli" sono i collusi con quelle stesse società, da cui riceveranno bonus e regalìe per i lauti incassi che ad esse consentono... e, tra tutti quanti, in un sistema del genere, vuoi che non si produca - spontaneamente - qualche "inciucio", qualche "cartello" che poi porta sul podio delle teste di cazzo come Pupo, il reuccio & compari?!?

Bene ha detto Nino D'Angelo: "E' una vergogna. Solo in un paese dei balocchi come l'Italia può succedere una cosa del genere. Non mi fa nemmeno rabbia, ma proprio schifo", e ha definito "'na chiavica" la canzone dei minchioni di cui sopra...

Bene hanno fatto gli orchestrali a gettare e strappare gli spartiti... Un po' di dignità, eccheccazzo!

Alessandro - 21/2/2010 - 12:05


Stavolta questi buffoni l'hanno fatta talmente grossa che anche i fedelissimi di Fini non hanno potuto fare a meno di esprimere la loro indignazione... pensa te! leggere qui

Alberto - 21/2/2010 - 13:16


24/2/2010 - 13:48


"... essendo un savoiardo mi puccio nel caffè."

Elio The Genius!
Viva la Monarchia!
Viva la Mononucleosi!
Viva quel mona di Lele Filiberto!

Alessandro - 24/2/2010 - 14:50


Di tutti 'sti verminai che continuano ad essere scoperchiati dalla magistratura - grazie soltanto alle intercettazioni, finchè potrà disporne - non so quale mi fa più schifo, se le vicende intorno agli appalti per la ricostruzione di L'Aquila e per il G8 alla Maddalena, se la colossale evasione Fastweb/Telecom Sparkle, o il palesarsi della vera faccia, quella solita, del "comunista" alla presidenza della Camera, i cui camerati Tremaglia ed Alemanno affidavano ad altri camerati, ex picchiatori come loro, il procacciamento dei voti degli italiani all'estero e la gestione delle aziende pubbliche laziali, oppure la sentenziata prescrizione del reato nel caso Mills/Berlusconi, oppure ancora "Il Partito dell'Amore" dei "Paladini della Libertà", oppure ancora l'ipocrisia di istituzioni che, strette nel pugno di un manipolo di faccendieri mafiosi e corrotti, vorrebbero varare delle nuove (?) norme anti-corruzione...

Ma quelli che vorrei vedere impalati sulla pubblica piazza sono il senatore (speriamo ex) del "Partito dell'Amore" Di Girolamo e i suoi sghetti fascio-mafiosi... E li vorrei impalati non per il mercato di voti e varie altre nefandezze di cui sono stati protagonisti, ma perchè nel commettere le azioni più sordide si sono presi pure gioco della miseria in cui versavano le persone che hanno sfruttato...

Da La Stampa del 24 febbraio:
"E' uno scampolo di conversazione tra un procacciatore di voti della 'ndrangheta, Roberto Macori, e un candidato al Senato in una circoscrizione di Italiani all'Estero, elezioni 2008, l’avvocato Nicola Paolo Di Girolamo. Macori racconta a Di Girolamo come sta andando la campagna elettorale in Germania: «Insieme a Giovanni Gabriele siamo entrati nel quartiere turco, l’abbiamo attraversato... non sai che cosa vuol dire... siamo entrati in una casa di disperati italiani... col cane che abbaiava, la ragazzina che cacava... e ci hanno dato una ventina di voti... in questa casa io non ho voluto mettere piede dentro, ho aspettato fuori, il sor Giovanni è entrato... perché mi faceva talmente schifo... è entrato il sor Giovanni, con la sua... diciamo verve calabrese... si è preso i voti e se ne semo andati... ti confermo, er Giovanni qui, è il capo della direzione germanica»

E a ben pensarci, all'esecuzione mediante impalamento vorrei anche vedere, per la stessa ragione, quelli che alle 3.32 del 6 aprile 2009 sghignazzavano, quegli imprenditori e dirigenti pubblici che se la ridevano sotto i baffi, pregustando i lauti affari che di lì a poco avrebbero potuto fare, mentre la gente a L'Aquila moriva sotto le scosse... Qui sono l’imprenditore Francesco Maria Piscicelli e suo cognato Pierfrancesco Gagliardi ad essere intercettati:

G.: «Oh, ma alla Ferratella (dove si gestiscono i "Grandi eventi", ndr) occupati di ’sta roba del terremoto, perché qui bisogna partire in quarta subito. Non è che c’è un terremoto al giorno».
P., ridendo: «No, lo so».
G.: «Così per dire, per carità, poveracci».
P.: «Eh certo, io ridevo stamattina alle tre e mezzo dentro il letto».
G.: «Io pure, va buò, ciao».

Alessandro - 26/2/2010 - 10:31


Un'allegra canzoncina (un Extra, come peraltro la splendida "Itaglia, amore loro") che dedico volentieri al Filiberto, al Ghinazzi in "arte" Pupo, al Di Girolamo e al Verdini e a tutti i faccendieri della politica, al Mills e al "Papi", al Bertolaso e a tutti i corrotti e corruttori, ai Piscicelli & Gagliardi e a tutti gli "imprenditori" senza scrupoli, al Mokbel e a tutti i nazi-fascisti ritrovati... e pure a quei quattro coglioni in Lazio e Lombardia che manco hanno saputo presentare in tempo le liste del "Partito dell'Amore"... Dico, ma come faranno senza Amore?!?


Alessandro - 2/3/2010 - 22:06


Voi ci mettete le cose grandi, per far vedere che "mala raza" è mai questa : e fate bene. Ma anche le piccole hanno un loro peso. Per esempio, io la naja l'ho fatta e, garantito, mica da volontario. Ma Berlusconi no. Perché ? Figlio unico di madre vedova ? No. Non buono per la Regina e quindi neanche per il Re ? Assolutamente no, a quel che si dice e che lui stesso va dicendo,il buon papino. Più piccolo del Re Soldato ? Ma mi facesse il piacere, che ne ho visti di abruzzesi di taglia S scarpinare sull'alpe con lo zaino affardellato e senza tacchetti per apparire più alti. E allora ? Avrà trovato al distretto un Maresciallo, diciamo un maresciallo Mills, che ha sbagliato timbro e, per sbaglio, ha sparato un bel "rivedibile" o magari un "riformato" sul suo foglio matricolare? Io credo che sia andata così. Un maresciallo Mills c'è chi riesce sempre a trovarlo: basta essere un po' Itagliani, di quelli che nell' Itaglia ci stanno come i topi nel formaggio.

Gian Piero Testa - 2/3/2010 - 23:31




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