Quanti pianti e sospiri o matre mia
ne farete voi pe' vostro figlio!
Addio patre e matre e sorella mia
piangete di Peppino il gran periglio.
Poldina bella mi fece innamorà
essendo dentro Lucca facendo il milità.
Alla cavalleria fui destinato
onesto militar pien di valore
trombettiere effettivo fui passato
e rispettavo sempre il superiore
non mi credevo di trovarmi così
che 'l proprio superiore mi volesse tradì.
Voleva tògliemi Poldina amata
questo tenente come ben sapete
la notte e giorno era corteggiata
il povero Peppino nella rete
jele diceva senza alcuna ragiò
Restate consegnato e portatelo in prigió.
E non aveva mai Peppino pace
sempre innocente stava carcerato
sopra nel duro legno se ne giace
come la morte era diventato.
Dal gran dolore che lli facea soffrì
mi sento scoppia il cuore o dio vado a morì.
Dopo tanto penà giunse in permesso
e come gli fu ordinato di suonare
dopo suonato poi tornò all'ingresso
andò dai suoi compagni a ritrovare
e ai suoi compagni un saluto donò
dicendo: Vado fuori e vado a fa l'amó.
Ne parte dal quartiere allegramente
sicuro andava di trovà l'amante
e pe la strada incontra il suo tenente
dice: Tornate indietro sull'istante
Peppino disse: Indietro tornerò
gli rispose il tenente: Ti fo morì in prigió.
Fate silenzio e non fate il monello
presto vi manderò la reclusione
e rispose Peppino veloce e snello
Sappimi dire pe quala ragione.
Allora i' tenente la sua spada impugnò
ed altro fé Peppino la lotta incominciò.
Pareano due leoni alla foresta
l'uno all'altro gridava: Traditore!
Ferito fu 'l tenente nella testa
dal giovanotto sull'età del fiore
So' livornese e parenti ne ho
menò diversi colpi e in America scappò.
Poldina amata mi risponderai
so' nove mesi che nun t'ho più visto
ti prego che a trovare mi verai
benché stasse nel fondo dell'abbisso
so' nove mesi che ti devo vedé
i palpiti del cuor mio devi provalli te.
ne farete voi pe' vostro figlio!
Addio patre e matre e sorella mia
piangete di Peppino il gran periglio.
Poldina bella mi fece innamorà
essendo dentro Lucca facendo il milità.
Alla cavalleria fui destinato
onesto militar pien di valore
trombettiere effettivo fui passato
e rispettavo sempre il superiore
non mi credevo di trovarmi così
che 'l proprio superiore mi volesse tradì.
Voleva tògliemi Poldina amata
questo tenente come ben sapete
la notte e giorno era corteggiata
il povero Peppino nella rete
jele diceva senza alcuna ragiò
Restate consegnato e portatelo in prigió.
E non aveva mai Peppino pace
sempre innocente stava carcerato
sopra nel duro legno se ne giace
come la morte era diventato.
Dal gran dolore che lli facea soffrì
mi sento scoppia il cuore o dio vado a morì.
Dopo tanto penà giunse in permesso
e come gli fu ordinato di suonare
dopo suonato poi tornò all'ingresso
andò dai suoi compagni a ritrovare
e ai suoi compagni un saluto donò
dicendo: Vado fuori e vado a fa l'amó.
Ne parte dal quartiere allegramente
sicuro andava di trovà l'amante
e pe la strada incontra il suo tenente
dice: Tornate indietro sull'istante
Peppino disse: Indietro tornerò
gli rispose il tenente: Ti fo morì in prigió.
Fate silenzio e non fate il monello
presto vi manderò la reclusione
e rispose Peppino veloce e snello
Sappimi dire pe quala ragione.
Allora i' tenente la sua spada impugnò
ed altro fé Peppino la lotta incominciò.
Pareano due leoni alla foresta
l'uno all'altro gridava: Traditore!
Ferito fu 'l tenente nella testa
dal giovanotto sull'età del fiore
So' livornese e parenti ne ho
menò diversi colpi e in America scappò.
Poldina amata mi risponderai
so' nove mesi che nun t'ho più visto
ti prego che a trovare mi verai
benché stasse nel fondo dell'abbisso
so' nove mesi che ti devo vedé
i palpiti del cuor mio devi provalli te.
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