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Inno a Pinelli

Ugo Fortini
Lingua: Italiano




Senza un grido all'anarchico Pinelli
La stessa di Salsedo fine atroce toccò
Dalla finestra in questura a Milano
Da cima al quarto piano in terra arrivò
Da cima al quarto piano in terra arrivò
Non voleva né stato né chiese
Né servi né padroni ma giustizia social
Ora avvolto nella bandiera nera
Al popolo che spera la vita immolò
Al popolo che spera la vita immolò
Al questore ripeteva Pinelli:
Credete, sui miei figli, innocente son,
Sono anarchico e non son terrorista
Libertà e giustizia, questo il mio ideal.
Libertà e giustizia, questo il mio ideal.
Basta, dice il crudele inquisitore,
Ormai sappiamo tutto, Valpreda parlò.
Lui è l'autore di questo attentato
E tu l'hai organizzato, confessalo pur
E tu l'hai organizzato, confessalo pur.
Siete pazzi! gridava il fiero Pino,
È roba di fascisti, andate lì a cercar,
Chi ha fatto il crudele attentato
È certo nemico dell'umanità
È certo nemico dell'umanità.
La finestra era aperta quella sera
nella fumosa stanza di Guida il questor.
Calabresi e gli altri eran contenti
aspettavano frementi il momento fatal
aspettavano frementi il momento fatal
O Pinelli, compagno ardito e fiero,
noi ti vendicheremo, garantiamo sull'onor.
Sproneremo il tuo nome alla riscossa
Il popolo sfruttato alla rivoluzion
Il popolo sfruttato alla rivoluzion.
Calabresi e tu, Guida, assassini
Avrete tutto quello che il popolo vorrà
Quando giunto il momento di marciare
Saprà vendicare la sua libertà
Saprà vendicare la sua libertà.



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